di Andrea Braconi
Il numero 9 è quello speciale, dove insieme ai carcerati i protagonisti diventano gli studenti della città. Dopo tante riunioni, tanti incontri, finalmente dal progetto L’Altra Chiave sono uscite le pagine più attese, quelle che mettono a confronto chi sta dentro e chi vive fuori dal carcere.
Nella Casa Circondariale di Fermo, la giornalista Angelica Malvatani lavora tutti i mercoledì mattina, da 5 anni, insieme ai detenuti che si sono prestati a far parte di una vera e propria redazione giornalistica.
“Sono soddisfatta di quello che stiamo raccontando e della presenza delle istituzioni – ha affermato la direttrice Eleonora Consoli -. Lo sono anche perché siamo riusciti a centrare due obiettivi: avere uno strumento da utilizzare come volano delle attività del carcere, sempre troppo piccolo e fastidioso; siamo anche riusciti a far capire cosa è il carcere, cosa si fa dentro e che il lavoro di gruppo mai come in un carcere è difficile. Solo grazie ad un team si possono raggiungere obiettivi. Sta a noi cercare di coniugare quelle differenze di obiettivi che ci troviamo ad affrontare. Grazie alla vicinanza con le scuole siamo riusciti anche a centrare l’obiettivo di far venire gli studenti nel carcere di Fermo a parlare con i detenuti. Qui c’è stato un humus territoriale favorevole, non era scontato, abbiamo creato una rete che non dobbiamo disperdere”.
“Questi numeri sono un risultato impressionante – ha rimarcato Nicola Arbusti, responsabile dell’Area trattamentale del carcere -. Nell’ultimo c’è una sintesi di un lavoro fatto con estrema passione. Cominciammo nell’aprile del 2013 con un avviso per i detenuti. Arrivarono le prime 10 domande. Due oggi sono fuori e lavorano, credo sia una testimonianza importantissima del legame che è rimasto con loro. Tante le aziende che ci hanno dato una mano e abbiamo trovato una sensibilità notevolissima in questo territorio. Se oggi siamo qui a parlare di queste cose lo dobbiamo a Fabrizio Cesetti, che tanti fa da onorevole riuscì con un’azione mirata a far riaprire questo istituto, chiuso in malo modo”.
L’incontro con l’Istituto Tecnico “Carducci Galilei”, ha spiegato la Malvatani, è nato più di due anni fa. Una strada poi aperta all’Ipsia, con un primo incontro con i detenuti che si terrà durante il prossimo anno scolastico.
“Questo numero è stato preparato insieme al Tavolo della Legalità, anche con ragazzi del Liceo Artistico. Ho chiesto ai giovani immagini e testi che parlassero di libertà e mi hanno dato delle cose emozionanti. Dentro c’è un testo di Leonardo, colpito dalla forza di volontà con cui i detenuti stanno andando avanti nel progetto”.
E da un progetto grafico di Francesco, detenuto del carcere in permesso, è nato un orologio con lo stemma della Fermana, che è stato donato dalla Consoli al sindaco Paolo Calcinaro.
Anche Bruno Carletti ha fatto parte della redazione, “un’esperienza umana che mi ha segnato profondamente e che mi ha dato la possibilità di ripartire, adesso la mia vita è cambiata”.
“Sono rimasta piacevolmente impressionata per l’idea – ha commentato il prefetto Mara Di Lullo – di altissimo valore etico sia per coloro che stanno dentro che per coloro che stanno fuori. Conoscere le tante realtà che fanno parte di un certo contesto, anche quella di chi sbaglia, il fatto che queste domande vengono rivolte da un pubblico di ragazzi è un’idea bella e che da speranza. L’errore ci sta e ci sarà sempre, ma conoscere le motivazioni, mantenere il dialogo è importante anche per togliere tanti tabù intorno all’ambiente carcerario. Il carcere non è più quello che pensiamo noi, la cultura carceraria si è molto evoluta nel corso degli ultimi anni e questo avvicinamento alla società è importante per superare tanti pregiudizi e soprattutto per non finire in carcere”.
“Per il lavoro che faccio ho avuto un contatto costante con i carceri e con chi è in espiazione della propria pena – ha ricordato Calcinaro -. Oltre al coordinatore, devo ringraziare tutti i sindaci del nostro Ambito Sociale. Nel 2015 nella possibilità di assegnazione di fondi non abbiamo avuto dubbi nel dare una somma di 15.000 euro a questo progetto. E questo ha ripreso continuità grazie al finanziamento regionale. Altra cosa che mi piace sottolineare è l’inserimento di detenuti come operatori di decoro urbano nella zona di Via Murri, Via Medaglie d’Oro e nell’area circostante. Ho visto questi ragazzi molto seri nel proprio lavoro e diventare un piccolo punto di riferimento per i residenti. È una forma da poter replicare in altri contesti, ci stiamo lavorando”.
All’assessore Mirco Giampieri il compito di dare la notizia più attesa: “Da oggi Fermo è capofila di tutti i periodici in carcere per portare avanti questa bella esperienza”. Una scelta che evidenzia, con ancora più forza, la validità de L’Altra Chiave News.
L’avvocato Andrea Nobili, garante per i diritti dei detenuti, ha infine parlato di un progetto portato avanti con passione e competenze. “È stata una delle cose che mi ha visto subito impegnato per sostenerla, ricordo l’incontro la redazione, ricordo l’interesse e la voglia di rimettersi in gioco. Per quelli come me è più facile non inciampare, per altri che nascono in contesti sociali più difficili può capitare. La Costituzione ci ricorda che la pena non è solo una condanna ma ha una finalità che è quella della risocializzazione. Ma in Italia il tasso di recidiva è tra i più altri d’Europa ed è un fenomeno che si contrasta soprattutto con progetti come questo”.
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