Il vino parla: per ciechi e ipovedenti arrivano da Moresco le etichette in braille

SOCIALE – Innovativo progetto della cantina Castrum Morisci realizzato in collaborazione con l' Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti

di Andrea Braconi

Un vecchio adagio dice che il vino fa cantare. Ma da oggi, grazie alla collaborazione tra la cantina Castrum Morisci di Moresco e l’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti, si può tranquillamente affermare che riesca anche a parlare. Con le etichette in braille, infatti, sarà possibile anche per non vedenti ed ipovedenti sapere tutto sul prodotto e sull’azienda: dal Padreterno Marche (Marche IGT Passerina) al Testamozza (Piceno DOC Sangiovese), dal Gallicano (Marche IGT Passerina) al vino cotto, fino ai vini in anfora, una scelta che caratterizza fortemente l’attività di questa piccola ma dinamica realtà della Valdaso.

Una novità a livello regionale, preceduta da qualche timido tentativo in altre zone d’Italia, nata da un’idea di David Pettinari. Da lì a contattare Cristiano Vittori, presidente provinciale dell’UCI, il passo è stato breve.

“Quando abbiamo iniziato a studiare la normativa per capire quali informazioni obbligatorie dare al consumatore – ha spiegato Luca Renzi agrotecnico, marito della titolare Alessandra Pettinari, che ha creato l’azienda 4 anni fa con il fratello David – ci siamo accorti che la normativa europea non ci faceva dare informazioni a tutti. Quindi abbiamo pensato: perché non creare un’etichetta parlante? Abbiamo subito chiamato Cristiano Vittori che, entusiasta, ha collaborato con noi per realizzare questa etichetta. L’obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e stimolare altre aziende ad operare in questo senso. Sulla bottiglia c’è l’indicazione della cantina, il nome del vino e poi un QR code a rilievo che, inquadrato con uno smartphone, conduce ad una parte del sito dove è possibile trovare tutte le informazioni grazie ad un lettore vocale. Sicuramente siamo i primi al mondo che fanno vino in anfora con etichette braille. Un valore aggiunto di questa esperienza è che si sono stati stretti rapporti amicali e sinceri con i membri dell’associazione. Siamo fieri del lavoro che abbiamo fatto, con un’etichetta accessibile veramente a tutti”.

“Hanno fatto un prodotto accessibile a tutti sin dall’inizio – ha commentato Vittori – e di questo li ringraziamo. Il vino è buono e noi oltre a lavorare sull’etichetta lo abbiamo anche bevuto. È l’unica cantina delle Marche che ha pensato a fare questo e vanno solo elogiati”.

Presente all’incontro, svoltosi nel Centro Visite delle Cisterne Romane di Fermo, anche l’assessore Mirco Giampieri, che ha rimarcato come quello dell’azienda di Moresco sia un atto di grande sensibilità.

“Siamo contenti di partecipare a questa presentazione – ha affermato David Pettinari -, siamo una giovane cantina ma è da molto tempo che produciamo uva. La nostra passione principale che ci ha spinto a produrre vino è stato grazie a mio nonno, Gino Pettinari, da sempre viticoltore. Noi della famiglia, insieme a mio cognato Luca, siamo riusciti a realizzare quello che era un sogno di mio nonno. Siamo piccoli produttori ma mettiamo grandissimo impegno per fare un buon prodotto. Per il momento abbiamo avuto un grande riscontro e siamo stati valutati come cantina di grande prospettiva”.

Lorena Cionfrini, assessore al turismo e al sociale del Comune di Moresco, ha ringraziato il Comune di Fermo per l’ospitalità e l’azienda Castrum Morisci, perchè “racchiude il senso della famiglia e il desiderio di voler recuperare quel senso della lavorazione della terra in un modo nuovo”. “Il fatto di non aver voluto tralasciare nessuno nella loro comunicazione – ha aggiunto – è ancora più bello ed è un onore sostenere i vostri passi e la vostra crescita”.

Vittori ha inoltre lanciato un evento programmato per sabato 29 luglio, con una degustazione di vini al buio nella sede della stessa azienda.

A chiudere il sindaco di Moresco, Massimiliano Splendiani. “Siamo all’inizio del percorso della cantina. Avere un’azienda simile nel nostro territorio è una soddisfazione, così come trovarsi di fronte ad un progetto simile che evidenzia tanta sensibilità. Un passo avanti di grande civiltà”.

 


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