di Maikol Di Stefano
Sono stati ricordati stamane, scoprendo la targa a loro dedicata, i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Una cerimonia tenutasi nel venticinquesimo anniversario, dalla strage di via d’Amelia dove lo stesso Borsellino ha perso la vita. A loro la città di Porto Sant’Elpidio ha voluto dedicare un giardinetto; uno spazio ricreativo sul lungomare sud frequentato da grandi e soprattutto piccoli. Tra gli ospiti della mattinata anche il prefetto di Fermo Mara Di Lullo, la presidente della Provincia Moira Canigola, il consigliere regionale Francesco Giacinti. A fare gli onori di casa il primo cittadino, Nazareno Franchellucci “Lo spirito di questa iniziativa è duplice, rendendo prima onore e omaggio per chi lotta contro la criminalità e poi, nel rispetto civico di chi frequenterà un luogo come questo che viene restituito alla città riqualificato”. Un nuovo spazio a disposizione dei bambini e proprio loro sono stati i protagonisti della mattinata. Un messaggio di speranza in cui le figure di Falcone e Borsellino vengono fatte conoscere ai piccoli cittadini del futuro. “E’ stata una bella giornata a seguita di un percorso importante e lungo, che c’è stato dietro – ha aggiunto Franchellucci – Il tutto è partito dalla presentazione in consiglio comunale, da parte del consigliere Andrea Balestrieri di una mozione approvata dal consiglio stesso. La mia volontà è stata poi quella di inaugurare e dare memoria a due personalità come le loro, non in un giorno qualsiasi, ma in una data come quella di oggi”.
Una cerimonia a cui hanno partecipato veramente tutti, consiglieri di maggioranza, ma anche di minoranza unici assenti gli esponenti del Movimento Cinque Stelle. Non solo autorità cittadine, ma anche le istituzioni di provincia e regione non hanno perso l’occasione, di poter partecipare ad un simile evento. “Oggi ricordiamo due uomini che hanno fatto del loro lavoro la loro passione, vedendo nei principi di legalità e giustizia che dovrebbero essere alla base della società. Persone normali prima, poi eroi, che hanno creduto nel loro ruolo di servitori dello stato. – l’intervento di Moria Canigola, presidente della provincia di Fermo – Sapevano che avrebbero pagato, ma sono andati avanti consapevolmente. Tutto questo perché avevano la passione e credevano in uno stato libero dalla criminalità. Come Provincia abbiamo voluto continuare a dare risorse al tavolo della legalità per promuovere i concetti di Falcone Borsellino nelle scuole”.
Un ricordo al quale si è voluto unire anche il consigliere regione Francesco Giacinti. “Ricordiamo una delle pagine più tristi bella storia della Repubblica. Vogliamo ricordare due figure encomiabili che hanno dato la loro vita per lo stato. Nessi fra memoria e giovani generazione, il che forma un binomio azzeccato. Questa è una targa che potrà fungere da monito, la quale saprà suscitare la curiosità di conoscere i fatti storici dietro questi due grandi esempi. E’ un modo per coltivare la memoria. – ha concluso il consigliere – Sono fiero di essere presente. Ringrazio quest’amministrazione per la sua sensibilità e auspico un impegno costante, affinché le amministrazioni offrano ai propri cittadini momenti di studio come questo”.
Un ricordo quello ai due giudici che non poteva escludere, sicuramente, il prefetto della città di Fermo. “E’ un grande moto di orgoglio, quanto fatto qui oggi, perché mostra come si è arrivati ad una presa di coscienza vera da parte della collettività. – le parole di Mara Di Lulio – La forza di Falcone e Borsellino è stata l’attività continua, che in quegli anni lo stato ha fatto alla criminalità. Anni in cui si è attrezzato creando strutture dedicate e persone specializzate. Per questo si sono potuti ottenere i risultati che con il tempo abbiamo raggiunto. Oggi è importante non dimenticare, lavorando sul tessuto sociale e sulla memoria della collettività”. Una cerimonia quella di stamane, che è andata a chiudere tutte le polemiche delle scorse settimane, su ritardi nell’affissione della targa. Ritardi nei quali addirittura, una mattina, comparve al posto della lapide odierna un’effige di cartone, che rendeva onore ai due giudici, ma che attaccava senza giri di parole maggioranza e opposizione.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati