Pesca della Valdaso al centro di uno studio dell’università Politecnica delle Marche

ORTEZZANO - Medori: “I risultati sono perfettamente in accordo con le ricerche di mercato mondiale che vedono il gusto del consumatore spostarsi verso un frutto dal sapore più dolce”

foto Alessandro Giacopetti

Tipicità e qualità di un frutto, quale la pesca della Valdaso, sono i concetti chiave su cui la Confederazione Agricoltori di Ascoli e Fermo si focalizza da sempre. Valori che possono essere tutelati anche attraverso un’etichetta che renda immediatamente identificabile la pesca della Valdaso dalle altre, per questo è fondamentale individuare un sapore caratteristico. Nel corso della quinta edizione della Festa della Pesca della Valdaso, organizzata in sinergia dai Comuni di Ortezzano e Monte Rinaldo, dalla Confederazione Italiana Agricoltori Ascoli-Fermo, Ecomuseo della Valle dell’Aso, Legambiente, e Assam – Agenzia per i Servizi nel Settore Agroalimentare delle Marche, è stato chiesto ad alcuni visitatori di assaggiare e giudicare le pesche offerte. Hanno quindi compilato dei test di assaggio, realizzati dall’Università Politecnica delle Marche dove hanno potuto scegliere tra tre tipologie di pesche dal sapore diverso tra loro: acido, equilibrato e sub acido. Al test dell’assaggio sono stati coinvolti anche i più giovani con un campione di assaggiatori di età compresa tra gli 8 e i 13 anni.

“E’ importante conoscere cosa preferisce il consumatore medio – spiega Irene Medori dottoranda dell’Università Politecnica delle Marche Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali – ma è fondamentale anche coinvolgere i più giovani, farli sentire partecipi ed educarli al consumo ed al gusto. Solo in questo modo è possibile orientare il consumo verso un prodotto che sia davvero di qualità” . Ecco che diventa necessario individuare un sapore caratteristico che identifichi la pesca della Valdaso, in modo da aiutare il consumatore nella scelta ed è necessario capire anche dove si sta orientando il gusto del consumatore. Su cinquantasei test effettuati la pesca che ha ricevuto più preferenze, ovvero il 55,4%, è stata quella sub-acida quindi una pesca in cui la componente acida è molto bassa e si percepisce molto bene il sapore dolce. Le altre due pesche sono arrivate parimerito con il 25% di preferenze per la pesca dal sapore equilibrato e il 19,6% per quella acida.

“I risultati che abbiamo ottenuto sono perfettamente in accordo con le ricerche di mercato mondiale – prosegue la dottoranda Irene Medori – che indicano il gusto del consumatore spostarsi verso un frutto dal sapore più dolce”. I più piccoli hanno invece preferito la pesca equilibrata. Un’iniziativa, dunque, che ben si è inserita all’interno di una festa nata per focalizzare l’attenzione sull’importanza di un’agricoltura sostenibile anche attraverso la gestione attenta ed intelligente delle risorse naturali.


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