Trasformazione annessi agricoli, parte la petizione, Rossi e Torresi:”Una scelta sciagurata”

FERMO - I due rappresentanti in vista del consiglio comunale: "Questa scelta inficerebbe definitivamente la destinazione agricola delle campagne circostanti la città e pregiudicherebbe la virtuosa tendenza del ritorno di giovani all’agricoltura"

 

“L’intenzione manifestata dal Sindaco e dalla maggioranza che regge il Comune di Fermo, di consentire la trasformazione in civili abitazioni degli annessi agricoli, rimessaggi attrezzi, serre, oleifici, stalle, edifici per la lavorazione e la commercializzazione dei prodotti, presenti nelle campagne fermane, sarebbe una scelta sciagurata”. Non usano mezzi termini i consiglieri comunali Massimo Rossi per Fermo Migliore e Giulia Torresi per L’Altra Fermo. Al centro della vicenda la discussione, nel prossimo consiglio comunale del 31 luglio, dell’ultimo punto all’ordine del giorno  che consentirebbe la trasformazione degli annessi agricoli.

“E’ come se il Sindaco di una città costiera – spiegano Rossi e Torresi –  consentisse la definitiva trasformazione delle strutture alberghiere situate sul lungomare in condomini residenziali con il pretesto del temporaneo declino del turismo. Questa scelta inficerebbe definitivamente la destinazione agricola delle campagne circostanti la città e pregiudicherebbe la virtuosa tendenza del ritorno di giovani all’agricoltura. Giovani qualificati che oggi, come dimostrano le più recenti statistiche vogliono impegnarsi in agricoltura, ripensandola in un’ottica di qualità, sostenibilità, multifunzionalità. Una multifunzionalità che ha proprio bisogno di fondi ‘vestiti’, cioè dotati di tutte le strutture che permettano la molteplicità delle funzioni realizzabili in un podere (accoglienza turistica, trasformazione dei prodotti, vendita diretta, agricoltura sociale, etc.),… Proprio quelle di cui a Fermo si intende consentire la trasformazione per assecondare le aspettative di qualche cittadino, ma a danno del bene comune”.

Rossi e Torresi che aggiungono: “Non solo. Qualora questi edifici situati nelle campagne diventassero civili abitazioni, i costi per realizzare e manutenere le relative reti fognante, elettriche ed idriche, così come i servizi da offrire ai cittadini ivi insediati (scuolabus, ecc.) sarebbero a carico dell’intera comunità, ma a beneficio di pochi. Rinunciare al vincolo di trasformazione di tali edifici (adottato con una chiara volontà politica dal Consiglio Comunale di Fermo, sin dal 2003), a causa di problematiche interpretative della norma o per il timore del “contenzioso” che potrebbe insorgere con i pochi privati, determinati a perseguire a tutti i costi i propri interessi, vuol dire abdicare al proprio ruolo di governo. Un governo che invece di cercare di “accontentare tutti” dovrebbe promuovere il bene comune nell’interesse dell’intera comunità e delle future generazioni. La strada maestra che abbiamo suggerito all’Amministrazione Comunale è pertanto quella di adottare una nuova variante urbanistica, che dando atto della mutata situazione socio economica e del rinnovato valore strategico dell’agricoltura di qualità e di prossimità, definisca una nuova regola di tutela generale e permanente di queste infrastrutture. Per questo motivo, insieme ad altri soggetti, abbiamo predisposto una appello/petizione  per supportare l’intero Consiglio Comunale verso una scelta virtuosa, sul quale si stanno già raccogliendo centinaia di adesioni di cittadini ed associazioni. Il 31 luglio, data della prossima seduta Consiliare, rischia di essere un giorno nero per il futuro delle campagne del fermano. Ci auguriamo che l’Amministrazione vorrà evitarlo… Ad ognuno di noi il compito di impedirlo”.


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