di redazione CF
Caldo, caldo, caldissimo. La stagione estiva 2017 è da record. E anche i malori con le pubbliche assistenze di tutta la provincia che da diversi giorni a questa parte effettuano anche 20/25 interventi solo per soccorrere persone, soprattutto anziani, che accusano mancamenti, svenimenti per il caldo. Nel Fermano, infatti, si sono registrati picchi di 44 gradi. E, se le fasce d’età medie si limitano, per così dire, alle solite considerazioni sulla canicola asfissiante e ai post sui social network per condividere la sofferenza e i boccheggi, o magari a bagni al mare o docce extra, sono quelle più a rischio che vanno seguite e monitorate: gli anziani e i bimbi piccoli. La catena del soccorso viaggia a pieno regime, anzi è con i motori a tutta.
A fare il punto è il rappresentate dell’ultimo anello della catena emergenziale, il primario del pronto soccorso dell’ospedale Murri di Fermo, Fabrizio Giostra: “Alle categorie meno problematiche posso dare i soliti consigli, che però non guastano mai: bere acqua, non bere bevande fredde e non esporsi troppo al sole. Evitare pasti pesanti. Insomma quelle per molti versi anche imposte dal caldo. Più attenzione invece in caso di anziani, di bimbi piccoli, molto più a rischio disidratazione, e di persone con patologie croniche, cardiovascolari.
In quest’ultimo caso sarebbe opportuno ricontattare il proprio medico curante per valutare un’eventuale rimodulazione delle cure, delle terapie che si stanno seguendo, come nel caso di assunzione di diuretici o di vasodilatatori. Al pronto soccorso, se da inizio anno abbiamo registrato un +7% di ingressi, per questo periodo abbiamo un ulteriore +10/15% rispetto al 2016. Arriviamo a 160 accessi al giorno. Obiettivamente qualche difficoltà ce l’abbiamo ma è legata all’assenza di medici, in generale e su scala regionale, che vogliono venire al pronto soccorso. Il periodo estivo, poi, di suo, soffre una carenza cronica di camici bianchi. Noi comunque, con grande sacrificio da parte dei colleghi, riusciamo a coprire i due medici più un terzo medico da 6 ore. Si arriva a turni anche di 12 ore. Riusciamo a garantire il piano di servizi emergenziali ma è davvero dura. Comunque, tornando ai pazienti, tanti malori legati soprattutto alla disidratazione”.
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