di Paolo Paoletti
“Fino a poco fa qui c’erano 15 metri di spiaggia, oggi ci ritroviamo con una fila di ombrelloni che, quando arriva un’onda leggermente più grande, viene travolta dal mare”. E’ lo sfogo di Carlo Remoli, proprietario dello stabilimento Kookà sul lungomare sud di Porto Sant’Elpidio in merito all’aggravarsi dell’emergenza erosione nella fascia sud della città. Ieri, con il mare mosso, sono arrivati ulteriori disagi.
“Al Kookà l’acqua si è mangiata 12 ombrelloni. Dopo che sono stati fatti gli ultimi lavori sulle scogliere qualche mese fa – spiega Remoli – c’è una parte di spiaggia che ha riguadagnato, per intenderci quella a partire dall’area camper muovendosi verso nord, e un’altra, ovvero quella che riguarda tutti gli stabilimenti che si trovano più a sud (Luna Rossa, Splash, Lo Storione che ora è chiuso e tanti altri) che invece è stata ulteriormente divorata dal mare”.
Anche Stefano Marini, titolare dello stabilimento KonKobà esprime il suo dissenso: “Ormai non c’è molto da dire, il mare mosso di ieri ha divorato un pezzo di spiaggia e sto lavorando per cercare una ruspa per rimediare a mie spese. Il tutto l’8 di agosto in piena stagione turistica con i clienti che giustamente protestano. E’ la quarta volta che rifacciamo la spiaggia a nostre spese. Basta.
La richiesta che arriva dai balneari alla Regione è chiara: “Vanno posizionate delle nuove scogliere emerse su tutto il versante sud della costa. Gli scogli sommersi non servono a nulla, significherebbe buttare via ancora altri soldi in mare”.
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