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Affitti estivi, il flop dei progetti di Comune e Pro Loco: vince il caro vecchio cartello sul balcone

PORTO SAN GIORGIO - Oggi non arrivano neanche alla dozzina le proposte pubblicate sulla piattaforma voluta dal Comune. Sono le stesse da ventiquattro mesi. I più coraggiosi. Non è andata meglio alla Pro loco

di Sandro Renzi

Non ce l’ha fatta il Comune. Non c’è riuscita la Pro loco. Gli appartamenti per la stagione estiva vengono affittati ancora alla vecchia maniera. Cartello sul balcone e numero di telefono. Si aspetta qualche chiamata e poi parte la contrattazione. Una al massimo due le settimane di permanenza in media. Ma il salto di qualità che altre località di mare hanno già fatto e non solo in Italia (basta dare uno sguardo ad una delle tante isole greche) a Porto San Giorgio non arriva. Quando un paio di anni fa l’assessorato di Catia Ciabattoni creò un pagina ad hoc nel sito turistico con l’obiettivo di far incontrare domanda ed offerta e quindi creare una banca dati di seconde case da affittare d’estate, incontrò la diffidenza di molti proprietari. Tant’è che oggi non arrivano neanche alla dozzina le proposte pubblicate. Sono le stesse da ventiquattro mesi. I più coraggiosi.

Non è andata meglio alla Pro loco. A giugno è stato presentato il progetto. Anche in questo caso il sodalizio guidato da Massimo Agostini si era proposto come punto di incontro tra turista e proprietario. “A titolo gratuito” ci tiene a rimarcare il presidente “ma non è bastato. Ci siamo scontrati con una mentalità ormai vecchia di fare turismo. E’ fin troppo evidente che i proprietari di seconde case intendono riservarsi il diritto di trattare il prezzo con chi intende affittare l’appartamento. Se continua così non andremo molto avanti”. Anche in questo caso le richieste di “mediazione” sono state molto poche. Per ora, quindi, non c’è speranza di arrivare ad un corposo elenco di case disponibili con tanto di recensione e magari stelle che ne certifichino la qualità dei servizi, esattamente come avviene per gli alberghi. Tv satellitare, vasca idromassaggio, balcone, etc.

C’è da aggiungere che i tempi di permanenza non sono più gli stessi di qualche decennio fa, uno o addirittura due mesi. Le ferie sono più corte e al massimo si affitta un appartamento per quindici giorni. C’è un turnover che prima non c’era, complice pure la crisi. Ma l’accoglienza, data anche la massiccia disponibilità di seconde case (diverse centinaia a dire il vero), dal momento che non passa solo attraverso hotel e campeggi, necessita a Porto San Giorgio di un investimento sulla qualità dell’offerta privata. E forse a questo, più che a monitorare i guadagni, la supervisione delle istituzioni (comune in primis) intende puntare.


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