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Il cafè Florian diventa ‘Opera Viva’,
la casa madre dell’identità sangiorgese

PORTO SAN GIORGIO - Il progetto verrà presentato giovedì sera nel corso della finale regionale Marche "Una ragazza per il Cinema" che si terrà alle 22 proprio al cafè Florian

Il cafè Florian

Un progetto ambizioso, sicuramente, ne sono ben consapevoli i titolari del cafè Florian, il pubblico esercizio in piazza Matteotti, ma che non può non stimolare tutti coloro che hanno riservata anche solo una piccola parte del loro cuore e delle loro memorie, seppur proiettate al futuro, alla Porto San Giorgio che è stata. E che sarà. E così il Florian diventa casa madre di Opera Viva, progetto di livello nazionale dell’artista di origini sangiorgesi, Alessandro Bulgini. Di cosa si tratta? Di fare del pubblico esercizio di piazza Matteotti un centro, una casa della cultura per qualsiasi contributo, artistico, storico, sociale, sportivo, e chi più ne ha più ne metta, legato al nome della città. Il progetto verrà presentato giovedì dallo stesso Alessandro Bulgini nel corso della serata che, a partire dalle 22, vedrà il bar di piazza Matteotti ospitare la finale regionale Marche “Una ragazza per il cinema” (evento preceduto, dalle 21 da un’apericena con buffet). “Anche in questo caso sarà un evento aperto a tutti – spiega Mario Lattanzi del cafè Florian – posizioneremo delle sedute e un maxi schermo per dare a tutti la possibilità di seguirlo”. “Sul progetto Opera viva a cui collabora anche l’artista Francesco Valeri, crediamo molto e – fanno sapere Lattanzi e Bulgini – vogliamo procedere step by step, con la volontà di coinvolgere la cittadinanza. Uno spazio in cui respirare a 360 gradi la sangiorgesità in tutte le sue sfumature e in cui tutti possono apportare il loro contributo. Coinvolgeremo anche tutte le realtà associative cittadine”.

IL PROGETTO

“Il cafè Florian – spiega Bulgini – è situato in una posizione simbolicamente eccezionale, infatti, uscendo dalla stazione di Porto San Giorgio, lo trovi alla tua sinistra, appena sotto le scale. Con il suo dehor in mezzo alla piazza diventa di per sé spazio di ricevimento e d’accoglienza per i cittadini e turisti occasionali. Niente di meglio nel momento in cui mi si chiede collaborazione come artista che agisce sui territori, in loro difesa. Da anni lavoro sviluppando attività dichiarate opere d’arte che nella loro singolarità hanno come possibilità quella di portare attenzione a luoghi che vengono intesi come periferici. L’Opera d’Arte esce dai suoi spazi deputati per poi riversarsi sulla strada e nella vita, ne coglie le potenzialità e le energie, vi entra in relazione compiendo il miracolo del nuovo sincretismo tra elementi fino a ora stranamente fin troppo distanti. L’Opera si compie con l’attivazione e la collaborazione dei suoi partecipanti. Come per tutte le mie attività precedenti, anche per questa volta ho intenzione di captare le possibilità espresse dal paese di Porto San Giorgio, andando ad attingere dal suo passato e dal suo presente, in ogni dove dalle sue peculiarità.

Dopo aver introdotto con un piccolo preambolo arriviamo concretamente a descrivere come si può agire in tal senso. In pratica ho intenzione di trasformare questo luogo in una sorta di casa della cultura, gabinetto alchemico, entro il quale si coglie, si ospita la memoria, la cultura locale e la si trasforma in nuova linfa vitale. Ogni azione che verrà intrapresa da “Opera Viva cafè Florian” avrà come prassi il voler essere opportunità di accoglienza culturale per la comunità sangiorgese tutta. Per esempio una delle prime iniziative sarà quella di chiedere ai cittadini (anche se trasferiti all’estero ) di recapitarci, in tutti i modi consentiti, le loro immagini di famiglia legate a Porto San Giorgio nel tempo, questo perché abbiamo intenzione di stamparle in una piccola misura standard per poterle poi esporre sulle pareti interne del locale, per far sì che la memoria e la storia diventino struttura portante del locale stesso. Il bancone verrà poi dipinto dall’artista Francesco Valeri che tempo prima e in autonomia ha pensato di intervenire con i suoi colori nel sottopassaggio nevralgico della piccola stazione. L’intervento interno crea quindi una relazione stretta con l’esterno, prolungandone l’azione come sorta di braccio artistico ed energetico. Il dehor, nel tempo, con la collaborazione di contadini e vivaisti diventerà (non tralasciando naturalmente la funzione commerciale della mescita) un orto urbano.  Piante che solitamente vengono utilizzate unicamente come forma decorativa questa volta, essendo di tipo alimentare, diventano opportunità ulteriore di consumo, di confronto, di approfondimento, di recupero di tradizioni legate alla terra. La pavimentazione interna poi avrà per la sua definizione un intervento eccezionale che vedrà coinvolte le scuole elementari cittadine, infatti abbiamo intenzione di chiedere alle classi, all’apertura del nuovo anno, di realizzare grandi disegni che una volta protetti con lastre di plexiglass trasparente diventeranno in forma beneaugurante le fondamenta di questo luogo, le nuove generazioni si esprimono gettando le nuove sementi. Un altro spazio poi sarà dedicato alla presentazione delle eccellenze alimentari locali, alla ricerca letteraria, musicale, e volendo cinematografica, cercheremo in questo modo di coinvolgere tutte le realtà associative d’ogni tipo. Altro spazio sarà dedicato al recupero delle immagini del passato ma anche del contemporaneo di tutto ciò che è ed è stato eccellenza dello sport. Tutte le sedute dei tavoli nel tempo verranno messe a disposizione degli artisti che ne vorranno interpretare formalmente la copertura. Insomma se non fosse ancora chiaro questo luogo, come si direbbe in gergo contemporaneo, vuole diventare (com’è giusto che sia) un Hub, ovvero una piattaforma, dove transitano, permangono, fluiscono tutte le buone risorse del territorio. L’intenzione di mettersi in ascolto, a disposizione, per trasformarsi in opportunità diventa l’obiettivo di Opera Viva. E se i cittadini collaboreranno con entusiasmo, come diceva un mio amico, ne vedremo delle belle. Viva Opera Viva, Viva Porto San Giorgio.

Alessandro Bulgini

CHI E’ ALESSANDRO BULGINI

Alessandro Bulgini è nato a Taranto nel 1962, vive e lavora a Torino. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Carrara in scenografia teatrale, ha vissuto in numerose città Italiane Roma, Milano, Livorno, Venezia, Genova, Taranto, alle quali deve l’assoluta indipendenza ed individualità del lavoro. Difficilmente assimilabile ed inquadrabile in alcuna corrente artistica Bulgini utilizza un ampio spettro di mezzi; dalla pittura alla fotografia, dal video alla performance. E’ divenuto noto al grande pubblico per la produzione pittorica, cupa e misteriosa, che costringe lo sguardo a una vicinanza intima con l’opera, fino a scoprire un‘apparizione imprevista. Numerose le mostre personali e collettive in Italia e all’estero con i cicli di lavori: “Le Déjeuner sur l’Herbe” a partire dal 1993 ed “Hairetikos” dal 2001 tra cui ricordiamo  Fondazione Volume!, Roma – Centre International d’accueil et d’echanges des Recollets, Parigi, Dena Foundation for Contemporary Art, Paris, New York – Fondazione Pastificio Cerere, Roma – Castello di Rivara, Rivara – Sound Art Museum, Zerynthia, Roma – CIAC, Castello Colonna, Genazzano – Castello Sforzesco, Milano – Castello Cavour, Santena – Cordy House, Londra – Fondazione 107, Torino – La Triennale, Milano – Frost Art Museum, Miami, Florida – Loft Project ETAGI, San Pietroburgo, Russia – Museo Ettore Fico, Torino – HVCCA, Peekskill, NY- Biennale Democrazia, Torino. Il 15 novembre 2008 inizia, con la sua iscrizione a facebook, un’opera tutt’ora in essere dal titolo “Opera Viva”, opera social-e che si avvale del contributo attivo di tutti i suoi partecipanti. Il 24 aprile del 2012 Bulgini apre un nuovo capitolo importante del proprio lavoro ad indirizzo sociale mediante l’inaugurazione del progetto B.A.R.L.U.I.G.I. (Opera Viva). Da un bar di periferia enuncia le semplici regole per poter trasformare spazi preesistenti (quali bar macellerie o paesi interi) in spazi di accoglienza creativa senza filtri, gratuiti e no profit connessi fra di loro in rete tramite pagine personali facebook,  sotto la stessa egida del logo b.a.r.l.u.i.g.i..  se ne sono contati 11 nel mondo. Con la chiusura della base di b.a.r.l.u.i.g.i. riversa le sue attività sui territori con l’intenzione di contribuire alla loro maggior conoscenza. Partendo dal proprio quartiere, Barriera di Milano a Torino, del quale incomincia a decorare per un anno i suoi marciapiedi con i gessetti, successivamente si attiva in maniera variegata per le città di Taranto 2015 – 2017, Cosenza, Peekskill- Ny, Livorno e poi ancora per l’ospedale S.Anna di Torino, per la città di Imlil in Marocco, per il campo profughi la Jungle di Calais,per il quartiere di Ostia Nord, per l’intero condominio di via Cuneo 5 bis a Torino. Grazie alla collaborazione con alcune scuole torinesi in particolare la Scuola Media Benedetto Croce e la Scuola Elementare Gozzi anche gli Istituti Scolastici divengono spazi di creazione e accoglienza creativa, sono anche loro “b.a.r.l.u.i.g.i Opera Viva”, anche loro parte di un progetto più ampio che ha come obiettivo la connessione, la relazione tra realtà preesistenti (luoghi e comunità) attraverso gli strumenti dell’arte contemporanea.


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