Sandro Fichera
di Giorgio Fedeli
“Nessun fenomeno straordinario. Le grandi meduse sulla spiaggia o, comunque, a poca distanza dalla riva sono un elemento assolutamente naturale, certo dettato da diversi fattori, tutti riconducibili ai cambiamenti in atto da anni”, parola di Sandro Fichera, dirigente medico-veterinario del Siaoa (il servizio di Igiene degli Alimenti di origine animale e derivati), con alta specializzazione in prodotti della pesca, del Dipartimento prevenzione dell’Area vasta 4, coadiuvato da Paolo Ascani.
LE MEDUSE ‘GIGANTI’
Fichera passa al setaccio tutti quei fattori che sono alla base della presenza di meduse “giganti” sulla costa fermana, una presenza che da diversi giorni ha stimolato la curiosità di tanti bagnanti. E anche allertato molti di loro che si sono trovati “faccia a faccia” con le insolite presenze, almeno per l’opinione pubblica. Non per gli specialisti del settore”: “Stiamo parlando di quella che comunemente conosciamo come polmone di mare (Rhizostoma Pulmo), una medusa che può raggiungere anche i 50 centimetri di diametro, è bianca con il margine dell’ombrello blu inchiostro. Ha otto tentacoli ed è scientificamente poco urticante. Ma nell’Adriatico possiamo trovare anche la Cassiopea (fino a 35 centimetri di diametro con 8 tentacoli con dei dischetti a grappolo di colore bianco e rosso vinaccio, non è urticante), la medusa Luminosa (di circa 8-10 centimetri, con tentacoli molto lunghi di colore rosa, molto urticanti) e la Carybdea Marsupialis, presente da pochi anni, simile alla Luminosa ma di colore biancastro e con solo 4 tentacoli, con un ombrello a forma di cubo e poco urticante. Perché le troviamo nel nostro mare? Non siamo studiosi di biologia marina ma comunque, per il ruolo che rivestiamo, siamo chiamati a monitorare costantemente le acque e sorvegliamo la territorialità, quindi anche i cambiamenti del mare”.
LE CAUSE DELLA LORO PRESENZA SULLA RIVA
E qui, proprio nei cambiamenti, risiedono le risposte che i bagnanti cercano: “Ci troviamo ad imbatterci con queste meduse proprio a causa dei cambiamenti antropici, come l’istallazione di scogliere frangiflutto e la costruzione della linea ferrata. Le meduse sono dei polpi e nelle forme larvali risiedono proprio nelle rocce e nelle pietre. Ad incidere sui loro spostamenti anche i cambiamenti delle correnti e il diminuito sversamento a mare dei fiumi. Questo ha cambiato anche la conformazione della costa e dei fondali. Da qui anche il riscaldamento delle acque. Le meduse non si muovono in orizzontale ma in verticale. Vi siete domandati, ad esempio, perché lo scorso anno abbiamo trovato qui da noi tantissime Velella Velella? Anche quelle sono meduse, tipiche delle acque liguri. Sono specie che i biologi marini chiamano “ufo”, ossia non tipiche di una zona ma presenti a causa dei fenomeni accennati sopra. Basti fare gli esempi dei barracuda nel Mediterraneo o del pesce palla maculato, anche nell’Adriatico (e per il quale c’è un preciso avviso del Ministero). Ma perché se ne trovano così tante? Non è detto che siano molte di più. Ma di certo si stanno adattando ai cambiamenti. Le meduse sono predatori ma anche cibo per altri predatori, e questi ultimi sono diminuiti, vedasi tartarughe e cetacei. E poi sul loro numero incidono anche, come si diceva, i cambiamenti climatici. Si spiaggiano semplicemente perché spinte dalle correnti e perché sono alla ricerca dello zooplancton, il loro cibo. E lo cercano spingendosi a riva. Quindi nessun evento straordinario. E il mondo, e quindi anche il mare, che cambia. E per noi i pesci sono lo specchio dell’evoluzione del mondo”.
LE RACCOMANDAZIONI
Tornando alle meduse, nel caso in cui si venga pizzicati dai loro cnidocisti evitare di strofinarsi, anche con sabbia o acqua dolce, o di utilizzare pomate cortisoniche o antistaminici. Si pulisca la zona con acqua salata e, al massimo, usare pomate con idrossido d’alluminio.
LE PULCI DI MARE
Dalla spiaggia arriva anche la segnalazione della presenza di minuscoli organismi ci colore nero. Ma anche in questo caso nulla di eccezionale per Fichera: “Sono le cosiddette pulci di mare. E molto probabilmente la loro presenza è dovuto a qualche carcassa di cetaceo presente al largo della nostra costa fermana”.
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