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Tutela dei ricercatori Inrca,
la Marcozzi presenta una mozione

RICERCA - Il Capogruppo regionale FI, Jessica Marcozzi, ha presentato una mozione per promuovere azioni tese alla tutela dei ricercatori e del precariato negli Istituti di Ricerca Scientifica, a partire dall’Inrca

Il consigliere regionale Fi, Jessica Marcozzi

“Il Testo Unico sul Pubblico Impiego, invece di migliorare, aggrava le condizioni lavorative dei precari nel ramo della ricerca, a partire dall’Inrca. Una situazione dinanzi alla quale non si può tacere. Per questo motivo, con mozione, ho chiesto all’Amministrazione e all’Assemblea regionale un impegno concreto e azioni mirate a ribaltare in positivo una situazione drammatica causata dal Governo”. Così la capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Jessica Marcozzi annuncia una mozione per la tutela dei ricercatori e dei precari dell’Inrca.

“Servono, infatti, specifici fondi strutturali al fine di non mettere in pericolo i posti di lavoro dei ricercatori precari nonché l’attività degli Istituti di Ricerca Scientifica – spiega la Marcozzi – Serve altresì assicurare delle adeguate risorse per un programmato fabbisogno organico di ricercatori e di tutte le professionalità che lavorano per e nella ricerca. E poi quando non è ora di riconoscere il ruolo dei lavoratori atipici della ricerca sanitaria pubblica adeguandolo agli standard europei? Il governo attui un preciso programma di riconoscimento del ruolo dei ricercatori e delle figure a supporto della ricerca nel Servizio Sanitario, rispettando, al contempo, il reale fabbisogno degli istituti a partire dall’Istituto Nazionale di Ricovero e Cura per Anziani (Inrca), unica realtà in Italia a operare in ambito geriatrico e gerontologico. L’Amministrazione regionale non può restare in silenzio dinanzi a due nodi cruciali come quello della tutela dei nostri ricercatori, vero motore scientifico del nostro Paese ma da troppo tempo condannati a una condizione di assoluta instabilità lavorativa, e quello legato alla cura e alla gestione degli anziani che non può non passare proprio dalla ricerca. Troppo spesso con i nostri giovani “cervelli” in Italia. Ebbene alle parole seguano i fatti una volta per tutte. E questa è un’ottima occasione per valorizzare e tutelare una delle più grandi nostre eccellenze con azioni che avrebbero anche un’enorme valenza sociale. Per questi motivi chiedo all’Amministrazione regionale e all’Assemblea legislativa di adottare tutte le azioni e ad attivarsi presso le sedi competenti affinché si predispongano specifici fondi strutturali per garantire i posti di lavoro dei ricercatori precari e l’attività degli Istituti di Ricerca, di attivarsi nelle sedi istituzionali competenti al fine di assicurare risorse adeguate per un fabbisogno organico di ricercatori e delle professionalità che lavorano nell’ambito della ricerca, a farsi promotori della risoluzione del problema legato al mancato riconoscimento del ruolo dei lavoratori atipici nella ricerca sanitaria pubblica ed, infine, di attivarsi affinché le autorità competenti rispettino il fabbisogno degli Istituti, in particolare dell’Inrca, attraverso un programma di riconoscimento del ruolo dei ricercatori e di un indispensabile supporto economico al tessuto lavorativo legato alla Ricerca, a tutti i livelli”.


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