di Paolo Paoletti e Giorgio Fedeli
L’ufficialità del nome del nuovo arcivescovo di Fermo è arrivata direttamente dal suo predecessore, monsignor Luigi Conti. Questa mattina l’arcivescovo “uscente” della diocesi di Fermo, ha annunciato il nome del suo successore: è Rocco Pennacchio. All’annuncio hanno preso parte anche il prefetto Mara Di Lullo e il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro. Tra i presenti anche don Vinicio Albanesi.
CHI E’ IL NUOVO ARCIVESCOVO DI FERMO
Monsignor Rocco Pennacchio
“Posso a questo punto sciogliere la riserva: il nuovo arcivescovo – l’annuncio di monsignor Conti, che va quindi definitivamente in pensione – si chiama monsignor Rocco Pennacchio. Attualmente è parroco a Matera, nella parrocchia di San Pio X – le parole di monsignor Conti – ha 54 anni, è giovane”.
IL SALUTO AL FERMANO DEL SUO NUOVO VESCOVO, MONSIGNOR ROCCO PENNACCHIO:
“Carissimi amici della Chiesa di Fermo, nel giorno dell’Esaltazione della Santa Croce, vi giunge la notizia che il Santo Padre mi ha nominato vostro pastore. In questo momento così delicato della mia vita, abitato da gioia e trepidazione, vi chiedo di unirvi a me nel tenere insieme fisso lo sguardo su Gesù per lasciarci amare e salvare da Lui”.
IL PENSIERO AI TERREMOTATI
Nelle parole di saluto di don Rocco si legge:”Nell’attesa di incontrarvi, conoscervi, amarvi, chiedo fin d’ora di accogliermi con semplicità e amicizia, perché anch’io mi inserisca nel bel cammino ecclesiale che già percorrete. Sostenetemi fin d’ora con la preghiera perché impari a diventare sempre di più il vostro Padre, Pastore, amico. Insieme testimonieremo la gioia del Vangelo nella terra che il Signore ci ha donato, specialmente in questo tempo segnato dalle conseguenze del terremoto che ha messo a dura prova la tenuta sociale delle nostre comunità, già provate dalla difficile congiuntura economica. Esprimo gratitudine al vescovo Luigi che vi ha guidati per più di undici anni. La sua esperienza, il suo prudente consiglio, mi aiuteranno ad entrare in sintonia con le attese della diocesi”.
Il nuovo Arcivescovo ha aggiunto: “Sono grato a tutte le persone consacrate e a quanti si preparano a consegnare a Cristo la loro vita per testimoniare l’amore che salva. In particolare a voi presbiteri, desidero dedicare ogni cura per costruire una relazione paterna e fraterna. Insieme ai laici, alle famiglie, ai giovani soprattutto, vivremo un reciproco servizio ed edificazione, nella comunione, perché il mondo creda. Sono vicino a quanti vivono l’esperienza della malattia, della solitudine, del disagio fisico e psichico. La consolazione di Cristo, la mia e la vostra preghiera, sostengano tutti nell’offerta della sofferenza per la salvezza degli uomini. Ringrazio tutti gli operatori della carità, che con coraggio e tra tante difficoltà, sostengono le tante opere che fanno risplendere la nostra Chiesa per la sua sollecitudine verso chi è nel bisogno, e ci stimolano ad imparare l’arte dell’accoglienza, del dialogo, dell’integrazione. I poveri, ci ricorda il Papa, sono la carne sofferente di Cristo. Saluto con stima le Autorità civili e militari e quanti, credenti e non, lavorano per la crescita del bene comune. Insieme, nel rispetto reciproco, collaboreremo perché la dignità di ogni persona, specie dei più deboli, sia tutelata ad ogni costo”.
IL SALUTO ALLA SUA MATERA
Non poteva mancare il saluto di don Rocco alla sua terra:”In questi giorni sto sperimentando quanto sia vero che “partire è un po’ morire”. Porterò sempre nel cuore e nella preghiera la mia città, Matera, terra che mi ha generato alla vita e alla fede e le tante persone che hanno accompagnato il mio cammino fino a voi. Mi affido alla Madonna Assunta, nostra patrona. La potenza della grazia di Cristo sostenga la mia debolezza. Vi benedico”
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