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L’Adriatico raccontato ai bambini,
per conoscere la biodiversità marina

PORTO SAN GIORGIO – Presentato il libro del Centro Educazione Ambientale La Marina Ecoidee per la Giaconi Editore, scritto dalla biologa Olga Annibale con le illustrazioni di Maria Luisa Nasini

 

di Andrea Braconi

La narrativa come strumento per comunicare la biodiversità marina e l’importanza di un’attenzione maggiore per il nostro mare: è da questa considerazione che il Centro Educazione Ambientale La Marina Ecoidee, presieduto da Flavia Capra, è partito per realizzare insieme alla Giaconi Editore un libro, “Salvo e gli abitanti del mare”, presentato a Porto San Giorgio alla presenza della biologa-scrittrice Olga Annibale e dell’illustratrice Maria Luisa Nasini.

“Dopo 5 anni di attività nelle scuole con progetti e incontri anche con associazioni di categoria, pescatori e nutrizionisti – spiega a Cronache Fermane la stessa presidente – abbiamo messo insieme tutta una serie di esigenze, che ci sono pervenute dai ragazzi e dalle insegnanti, di creare uno strumento didattico. La narrativa ci è sembrato quello più adatto, per veicolare anche dei messaggi su basi scientifiche. La biologa ha fatto la sua parte: ad esempio, quando parla del delfino c’è la nota che spiega, così come quando si fa riferimento alla pesca a strascico. Poi ci sono degli esperimenti finali sullo scioglimento dei ghiacci ed altro ancora”.

Perché questa esigenza?

“Sono cose semplici ma importanti. Abbiamo visto che c’è una grande confusione e poca conoscenza, sia sul nostro mare che sull’alimentazione consapevole. Se fai una domanda ai ragazzi del tipo ‘Voi mangiate gli squali?’ ti rispondono di no, ma poi mangiano la verdesca che è della famiglia degli squali. Insomma, tante corrette informazioni basate sulla scientificità. Attraverso la narrazione avventurosa questi messaggi e queste conoscenze arrivano molto più facilmente. I bambini, soprattutto alle elementari, chiedono curiosità su questi animali, come si orientano con il sensore e con il naso; poi parliamo anche dello spiaggiamento dei delfini che perdono l’orientamento a causa delle trivellazioni. Insomma, è un discorso a 360 gradi che investe tutte le discipline. Con un libro si riesce a parlare con tutti e qualsiasi docente può trovare degli spunti.”

Ricapitoliamo le caratteristiche del CEA.

“È riconosciuto dalla Regione per progetti di formazione, informazione ed educazione ambientale, perché fa parte della rete INFEA, un acronimo che contiene proprio questi termini. Nelle Marche ce ne sono 44, soprattutto all’interno, mentre sulla costa la situazione era un po’ sguarnita da Ancona e San Benedetto del Tronto. Così, nel 2012 siamo stati riconosciuti per il discorso della biodiversità marina. Facciamo anche parte della rete regionale per la conservazione della tartaruga marina, insieme a Legambiente, WWF ed un’altra associazione, non tanto per liberare le stesse tartarughe ma per un’informazione nelle scuole, per far capire perché questi sono animali a rischio. Nel libro, a tal proposito, abbiamo messo questo personaggio del pescatore perché può collegare tantissimi argomenti, dalla pesca sostenibile ad un’alimentazione più consapevole su alcune specie che non andrebbero mangiate, soprattutto i grandi predatori, quelli cioè più ricchi di mercurio. Si può anche veicolare il discorso del cosiddetto pesce povero ed i suoi valori nutrizionali. Inoltre, aumentando la consapevolezza, dai anche il tempo a queste specie di riprodursi.”

Da chi è composto il vostro staff?

“C’è il vice presidente Marco Menchini, che si occupa di formazione dei docenti; una guida ambientale naturalistica, che è Dino Gazzani; la biologa marina Olga Annibale;

Maria Luisa Nasini per l’educazione artistica; Donatella Mollica, ingegnere ambientale, educatrice e segretaria tuttofare.”


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