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L’allarme della Cgil: “Si fantastica sul Micam, ma la crisi continua a decimare posti di lavoro”

ECONOMIA - Per il sindacato i dati macroeconomici del 1° semestre 2017 rispetto al 2016 sull’export (- 2,2%), sul numero di imprese (-41) e quello sugli addetti (-548) attestano la persistenza di una crisi volutamente ignorata da chi ha responsabilità di governo

Un’altra azienda del Distretto calzaturiero è in crisi: è l’allarme lanciato da Maurizio Di Cosmo, segretario provinciale della Cgil, e da Alessandro De Grazia, segretario della Filctem Fermo, relativo ad un’altra importante realtà.

“Mentre si fantastica sugli esiti del Micam – scrivono – la crisi nel Distretto continua ad imperversare decimando decine e decine di posti di lavoro. I dati macroeconomici del 1° semestre 2017 rispetto al 2016 sull’export (- 2,2%), sul numero di imprese (-41) e quello sugli addetti (-548) attestano la persistenza di una crisi volutamente ignorata da chi ha responsabilità di governo. Lo scorso marzo, con l’iniziativa del consiglio comunale aperto a Montegranaro, insieme alle altre OO.SS. e al sistema delle imprese locali, abbiamo rilanciato l’allarme e una serie di proposte precise: ammortizzatori, made in, credito, centro ricerca a rete per l’innovazione e la formazione, inclusione area di crisi e progettazione dedicata, infrastrutture e servizi, aggregazioni. Il tutto nella rivendicazione di una politica industriale degna di questo nome. Tuttavia, nonostante gli impegni annunciati anche in quella occasione, da Regione e Governo non si è visto nulla. Abbiamo anche svolto altri tentativi attraverso il Tavolo provinciale per lo Sviluppo ma, la situazione non è mutata.  Siamo anche lontani dai possibili benefici di Industria 4.0; varrebbe di più una strategia incentrata su Sistema Locale 4.0, vale a dire una politica che punti all’innovazione ed alla crescita della produttività di un intero contesto manifatturiero territoriale”.

Di Cosmo e De Grazia aggiungono: “I dati nazionali sul Pil e quelli ballerini sull’occupazione, che includono anche chi ha lavorato una sola ora nella settimana e non evidenziano l’altissima precarietà che investe i giovani, comunque non contano per il nostro territorio e per la vita reale dei lavoratori e dei disoccupati. Le Marche e la provincia di Fermo arretrano in una foresta di disoccupazione, precarietà, lavoro nero e sommerso. Oltre a chiedere azioni di politica economica e industriale per il rilancio dello sviluppo del fermano, vorremmo almeno che si facesse qualcosa per mantenere i posti di lavoro che oggi ci sono, magari con un intervento sugli ammortizzatori sociali per le piccole imprese e per l’Artigianato e, da qualche misura, come l’estensione dei contratti di solidarietà, che eviti i licenziamenti che, senza l’adozione di misure dedicate, si annunciano numerosi. Le uniche iniziative della Regione e del Governo rivolte al territorio finora si sono risolte in una pervicace azione del suo depauperamento, cosa che abbiamo più volte denunciato, a partire dall’Ente Provincia fino all’ultima trovata della cancellazione della Camera di Commercio, passando per Inps e Centro per l’impiego che, con scarsità di mezzi e personale, è stato messo in condizioni di completa inattività riguardo le politiche attive del lavoro. La nostra azione sindacale chiede che ciascuno si assuma le proprie responsabilità, anche attraverso un vero confronto sulle azioni da svolgere. Avvisiamo chi di dovere (Regione e Governo) di evitare di insistere su una elencazione di risorse ricadenti sul territorio e non ricomprese dentro concreti obiettivi condivisi e in una vera attività di governo ad oggi completamente assente”.


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