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Il Parco dei Sibillini suona la sveglia: protagonista nella ricostruzione con natura e gusto (FOTO)

FIASTRA - Presentato a stampa, blogger e instagramer il progetto Good Morning Sibillini, alla presenza del presidente Oliviero Olivieri e dell'ideatore Stefano Greco

di Andrea Braconi

La scelta del Rifugio di Tribbio, a Fiastra, è fortemente simbolica: si tratta, infatti, di uno dei 2 rifugi ancora agibili, insieme a quello di Garulla, tra i 7 di proprietà del Parco nazionale dei Monti Sibillini. Un’Ente, quest’ultimo, che ha subito in maniera pesante le conseguenze dei terremoti dello scorso anno, perdendo anche la sede di Visso, ma che oggi – anche grazie al progetto Good Morning Sibillini – rilancia la propria azione per avere un ruolo ancora più importante nella ricostruzione.

Ad introdurre l’incontro con giornalisti, blogger e membri di Instagramers Marche Carlo Pagliacci, addetto stampa del Parco, che ha rimarcato come la visibilità del Parco sia cruciale per veicolare cosa si è fatto subito dopo la fine dell’ottobre 2016 e in questi ultimi mesi.

Ieri uno dei nostri agricoltori, Il Pastorello, è ripartito con la sua attività inaugurando il nuovo caseificio – ha raccontato Oliviero Olivieri, presidente del Parco -. È un segno importante di rinascita. Il terremoto ha distrutto molte abitazioni private e strutture pubbliche, abbiamo perso la sede del Parco e alcuni nostri rifugi, così come i centri di educazione ambientale. Ma oggi, con il supporto del Ministero, vogliamo ripartire con un’iniziativa volta a valorizzazione quel patrimonio ambientale che è rimasto quasi totalmente integro. E non dimentichiamo che abbiamo sempre avuto un trend positivo dal 12 al 15% l’anno con il Grande Anello dei Sibillini”.

Un’iniziativa, quindi, che coinvolgerà tutti i Comuni del Parco e che sarà il motore per far ripartire il turismo. “Vogliamo andare oltre la tarda primavera/estate e in questo caso ci concentriamo sull’autunno e sulla prima fase della primavera. Uniremo natura e animali con le produzioni tipiche, organizzando vere e proprie passeggiate del gusto. Punteremo anche alle famiglie e ai bambini, attraverso attività come il riconoscimento di funghi e di erbe aromatiche, tutte incentrate sull’educazione ambientale”.

“Dopo il 26 ed il 30 ottobre – ha ricordato Alessandro Rossetti, responsabile della parte floreale e faunistica del Parco – anche il sistema dei sentieri ha subito forti danni a cause delle frane. Nei 7 giorni successivi si è provveduto a recuperare le cose essenziali e siamo stati ospitati a Foligno dalla Protezione Civile e a Tolentino dall’Istituto Zoo Profilattico. Già dal 16 novembre erano state riattivate tutte le attività, nonostante la maggior parte dei dipendenti fosse sfollata”.

Due le categorie nelle quali è possibile suddividere le attività: da un lato quella relativa all’emergenza e quindi anche alla realizzazione di una nuova sede; dall’altro quella dei sentieri. “Un primo servizio che abbiamo fornito è stata la realizzazione di una cartografia, disponibile su internet ed in costante aggiornamento, dove vedere in tempo reale la situazione delle strade aperte e di quelle chiuse, oltre che delle zone rosse e dell’elenco delle strutture ricettive. Questo ha orientato sin da subito i visitatori del territorio verso i luoghi dove era ancora possibile svolgere attività. È stata sviluppata una ricognizione completa dei sentieri grazie al supporto del collegio delle Guide Alpine delle Marche, che ci ha fornito dettagliate schede tecniche. Il passo successivo sarà fatto insieme all’Ispra per valutare i rischi di dissesto idrogeologico sui versanti attraversati da questi sentieri”.

Sono proseguite, ovviamente, le attività ordinarie. “Abbiamo importanti progetti come la reintroduzione del camoscio appenninico, partita nel 2008 e che continua con monitoraggio e censimento; c’è il progetto Life sul recupero della trota mediterranea; i vari progetti per la biodiversità, tra questi il monitoraggio del lupo. Inoltre, tra finanziamenti e donazioni ricevute da privati, abbiamo investito oltre 28.000 euro per l’acquisto di recinzioni elettrificate per la protezione delle greggi.”

Rossetti ha evidenziato come gli interventi di conservazione siano uno dei principali motivi di rilancio turistico della zona. “Occorre superare quella cultura che mette avanti prima l’uomo e solo dopo la natura, come se fossero due emergenze separate. Il Parco, in questo, dovrà avere un ruolo propositivo e attivo nel creare una strategia per la ricostruzione. Il rischio è anche una disgregazione del tessuto urbano e la perdita anche dei valori paesaggistici”.

Un esempio calzante, ha aggiunto il presidente Olivieri, è quello di Castelluccio. “È sempre stato una perla, ma la Regione Umbria in accordo con il Parco sta prevedendo anche una riqualificazione nella parte centrale del borgo. Un edificio di più piani, crollato a causa del terremoto, sarà rivisto dal punto di vista architettonico”.

Di Good Morning Sibillini ha parlato Stefano Greco. “Il presidente del Parco ha apprezzata molto l’area dedicata alle realtà terremotate nell’ambito di Fritto Misto, che si svolge da diversi anni ad Ascoli Piceno. L’esempio di ‘Good Morning Vietnam’, fatti i dovuti paragoni, ci è sembrato adatto e così è nata quest’area, riproposta nel progetto finanziato dal Ministero dell’Ambiente. Abbiamo bisogno anche di una ricostruzione dell’anima sociale di questi territori e quindi ripartiamo dalla natura, anche con escursioni a piedi ed in bicicletta, tutte attività completamente gratuite. Ci sarà anche uno show cooking ad Amandola il 6 novembre, in occasione di Diamanti a Tavola. Si tratta, in sostanza, di un’ottima occasione per scoprire e riscoprire le bellezze di questo parco. Il progetto è suddiviso in due tronconi: uno si svilupperò in autunno, il secondo riprenderà in occasione della fiera del tartufo di Norcia a febbraio e si concluderà ad aprile”.

Tra i protagonisti di una mattinata di riflessioni e proposte, anche Carlo Vecchioli, urologo con una grande passione per la montagna ed autore di un filmato che sul web ha superato il milione di contatti. “Ho pensato di realizzare piccoli filmati monotematici, in modo tale che chi avesse approcciato il Parco attraverso internet potesse vedere una ripresa della vita in natura del singolo animale. Dentro troviamo capriolo, cervo, cinghiale, per arrivare ad una sorta di crescendo con il lupo ed il gatto selvatico. Il filmato che ho denominato ‘È qui la festa?’ è stato fatto attorno ad un vecchio fontanile abbandonato, in un luogo estremamente difficile da raggiungere. E dove l’uomo non mette più piede la natura diventa protagonista. Così, ho potuto riprendere di giorno una serie di animali. In quei 3 minuti c’è il sunto di 8 mesi di riprese, che mi fa dire: lasciamo continuare la festa agli animali e non rompiamogli le scatole con la nostra presenza”.

Antonella e Simona sono, invece, due guide del Parco, entrambe di Fiastra ed entrambe terremotate. “Oggi le strutture che gestivamo sono delocalizzate su due moduli. I nostri clienti di solito sono scuole e le nostre attività si concentrano molto su bambini e famiglie, attività che lo scorso anno si sono completamente azzerate. Fino a giugno siamo state in campeggio a Recanati, poi siamo tornate ma non abbiamo avuto neanche una telefonata dalle scuole. In questo periodo stiamo proponendo le nostre attività e la risposta che finora c’è stata ci fa ben sperare. Per questo abbiamo chiamato i nostri progetti Ritorno sui Sibillini”.

“Sono più 7 anni che lavoriamo con il Centro di Educazione Ambientale di Fiastra – ha detto Maria Paola Maggi, docente di scienze e matematica e referente di educazione scientifica della scuola “Dante Alighieri” di Macerata -, portiamo le prime in questo percorso di conoscenza del territorio, della flora e della fauna con attività laboratoriali calate per questa fascia di età”.

A completare la mattinata un’esperienza sensoriale con le stesse guide del Parco e la proiezione di immagini scattate da Vecchioli a camosci, lupi, gatti selvatici ed altri animali che caratterizzano la fauna dei Sibillini.

Padrone di casa Giancarlo, titolare del Rifugio di Tribbio, che ha introdotto i piatti del Menù della Sibilla. “C’è un crostone di pecorino, un piatto antichissimo, con formaggio che va dai 15 giorni ad un mese. Sul pane mettiamo anche 4 tipi di erbe secche, un goccino di latte per ammorbidirlo e poi in forno per 12-13 minuti. Sopra aggiungiamo cicoria, funghi o prosciutto. Altro piatto sono i ravioloni ripieni di ciauscolo, con salumi esclusivamente di produzione locale. Per i formaggi ci serviamo da Marco Scolastici e anche da Dipietrantonio, dove prendiamo vitello e agnello. Sempre per quanto riguarda l’agnello ci appoggiamo anche a Le Casette”.

 

 


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