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Monte Urano, presentato il murale: “Un’immagine per educare all’integrazione” (FOTO E VIDEO)

STREET ART - Un incontro per spiegare il significato dell'opera realizzata da Claudio Carloni insieme ai ragazzi del Centro Icaro. La soddisfazione del sindaco Canigola e dei tanti cittadini che hanno preso parte all'iniziativa

 

di Andrea Braconi

Sorride Soumare Mamadou. Sorride nell’osservare il suo volto impresso sul muro sottostante la scuola elementare di Monte Urano. Richiedente asilo originario del Mali, vive a Monte Urano da circa un anno e da oggi è una sorta di piccola icona dell’immigrazione nel nostro territorio. Perché Claudio Carloni, artista conosciuto anche come COWart, e l’associazione Urban Play hanno scelto i suoi occhi, il suo naso e la sua bocca per rimarcare il tema nel murale che sta prendendo forma in via Marchesi.

“L’opera – spiega Carloni – dovrebbe essere ultimata per la fine di ottobre e nei prossimi giorni completeremo la parte riguardanti la calzatura e la musica, due elementi fondamentali nella storia di questa città. Quando al muro, posso dire che è una scusa: una scusa per far stare insieme le persone e per farle conoscere”.

Nel giardino antistante in mostra le foto che hanno ispirato questo percorso, realizzate da Andrea Rotili, Gianfranco Mancini, Emanuele Zoppo Martellini, Andrea Ponticiello, Paolo Rossi e Danilo Muzi. Un percorso iniziato con la vittoria di un bando regionale, che ha visto affiancati Urban Play, Amministrazione comunale e Ambito Sociale XX.

Entusiasmo tra i tanti cittadini presenti. “Certo, fa effetto non vedere più la scritta ‘Monte Urano città della calzatura’ – racconta una donna – ma è un segno dei tempi. E vedere che il tema dei migranti è tra quelli scelti per ridare nuova vita a questa parte importante del nostro paese mi rende veramente orgogliosa.

Tra i giovani presenti, molti dei quali hanno dato il loro fondamentale contributo partecipando ai laboratori nel Centro Icaro, si continua a discutere anche dell’incredibile mole di commenti sul web (quasi 1.000), con alcune e circoscritte proteste per la presenza di riferimenti agli immigrati.

“La cosa che mi ha fatto più piacere nel leggere tutti questi commenti- commenta l’assessore ai Servizi Sociali Lucia Diomedi – è stata la risposta di tantissimi giovani monturanesi, che hanno capito e soprattutto difeso il significato di quest’opera. È la riprova che la nostra è stata una scelta giusta e che di immigrazione si può e si deve parlare in modo diverso da quello a cui siamo purtroppo abituati”.

Alla presentazione anche il sindaco Moira Canigola, che ha ringraziato la Regione, rappresentata per l’occasione dal consigliere comunale Francesco Giacinti. “Abbiamo aggregato soggetti molto importanti – afferma la Canigola – come Urban Play e diversi sponsor privati che ci hanno aiutato. Abbiamo ottenuto il risultato di far rivivere questo muro grigio che tutti conosciamo e che per tanto tempo ha portato quella scritta sulla calzatura. Ma c’era la necessità di adeguarlo e di rappresentare qualcosa di più artistico e di coinvolgente, un aspetto della nostra comunità. Occorre guardare queste opere con intelligenza e apertura verso idee diverse e considerarle come uno spaccato della nostra società. Ho molto apprezzato che la realizzazione ha comportato un’ampia partecipazione di tanti ragazzi di Monte Urano, abbiamo visto il centro di aggregazione rivivere e pieno di tanti ragazzi che volevano esprimere le proprie idee e partecipare”.

“Abbiamo fatto una scelta mirata sulla street art – aggiunge la Diomedi – sia per dare una nuova vita a posti di paesi come Monte Urano, Sant’Elpidio a Mare e Porto Sant’Elpidio, ma soprattutto per aggregare. E abbiamo raggiunto il nostro obiettivo. Molti ragazzi e non hanno iniziato a frequentare il Centro Icaro, abbiamo visto tanta voglia di stare insieme e di metterci qualcosa di proprio. Nell’opera ci sono temi universali, come la musica e l’integrazione”.

“Qui sono sempre stato accolto con il sorriso e questa per me è la città di Monte Urano – rimarca Carloni -. Quello che ho voluto rappresentare è il minestrone culturale dell’essere italiani oggi, che i monturanesi esprimono nel migliore dei modi, integrandosi con culture differenti. Questa immagine serve per educare ed è importante che proprio sopra quest’opera ci sia una scuola. E la mia arte mira proprio a creare dei fili rossi tra le persone”.

Annalisa Belleggia dell’associazione Urban Play, affiancata dal presidente Andrea Vitali, ha ringraziato soprattutto i giovani che hanno dato un contributo con il loro lavoro, ricordando anche la collaborazione con Anime di Strada ed il club LAltritalia di Montegranaro.

“Abbiamo chiamato questo progetto Why Art – spiega la consigliera comunale Loretta Morelli – per quello che significa l’arte per un paese. L’idea che non venga percepita qualcosa di noioso ma che può creare qualcosa di diverso all’interno di una società, l’arte è condividere e conoscersi”.

“Un’opera come questa ha dietro un senso di apertura verso la multiculturalità e non solo – conclude Giacinti -. Noi abbiamo il dovere di aprirci, non possiamo mantenere una società chiusa a ciò che bussa alla porta con modalità e forme di espressione diverse. Ci sono questioni sempre vive che si intersecano tutti i giorni e ci danno messaggi importanti. Ma l’aspetto fondamentale che è emerso, in particolare sui social, che i giovani sono stati protagonisti nell’ideazione e realizzazione di quest’opera. É importante perché questa società non li rende protagonisti e se questo avviene noi dobbiamo applaudire”.


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