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Contro il cyberbullismo
Area Vasta 4 in prima linea
insieme a scuole e forze di polizia

PORTO SAN GIORGIO - Sabato scorso al Teatro comunale un'importante giornata di informazione e formazione sul tema del cyberbullismo, organizzata dalla Medicina Legale diretta dalla dottoressa Giuseppina Benedetto

Si è svolta sabato scorso, all’interno del Teatro comunale di Porto San Giorgio, un’importante giornata di informazione e formazione sul tema del cyberbullismo, organizzata dalla Medicina Legale dell’Area Vasta 4 di Fermo, diretta dalla dottoressa Giuseppina Benedetto.

“La legge 71/2017 è la prima in Europa a definire il cyberbullismo – spiega a Cronache Fermane Vincenzo Rea, direttore del Distretto, presente all’incontro insieme al direttore Licio Livini – e a prevedere una rete di strumenti preventivi; contiene una novità importante, ovvero la possibilità che viene data ai minori di 14 anni di segnalare un contenuto illegale al gestore di un sito o di un social network e di inoltrare un reclamo al Garante per la protezione dei dati personali”.

Ma cos’è il cyberbullismo? La legge definisce il cyberbullismo come “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”.

“Con questa legge – spiegano dall’Area Vasta 4 – le vittime di cyberbullismo potranno contare sulla presenza in ogni istituto di un referente scolastico al quale viene demandato il compito di coordinare iniziative di prevenzione e contrasto rivolgendosi alle forze di polizia. La norma facilita la possibilità di provare di essere vittime di cyberbullismo, fornendo indicatori sui quali si fonda la responsabilità per carente vigilanza degli insegnanti riguardo un fatto illecito (articolo 2048 CC). Inoltre, la scuola in caso di episodi di cyberbullismo, è chiamata a rispondere civilmente (articolo 28 della Costituzione e articolo 61 c.2 della legge 312/80). La mancata nomina del referente scolastico potrebbe incidere sull’affermazione di responsabilità degli istituti scolastici, gravati di questo onere specifico ma non è facile addossare la responsabilità penale di tipo omissivo ai referenti scolastici in quanto di per sé l’obbligo di coordinare le iniziative di prevenzione non equivale all’obbligo di impedire fatti illeciti. Anche se, una diffusione di video illeciti on line in orario scolastico basta all’Autorità Giudiziaria per ritenere sussistente la responsabilità civile dell’istituto scolastico. Il dirigente scolastico ha l’obbligo di avvisare i genitori appena viene a conoscenza di fatti di cyberbullismo e ha l’obbligo di avviare progetti educativi mirati.

Da qui l’obbligo di bandi regionali per i corsi di formazione destinati ai referenti che dovranno essere in grado di rispondere alle esigenze dei ragazzi. La legge prevede una serie di obiettivi di formazione da attuarsi nei confronti degli studenti e dei docenti delle scuole, con particolare riguardo ai temi dell’uso responsabile dei mezzi tecnologici ed informatici e della legalità. Tali programmi dovranno essere attuati e realizzati già a partire dal triennio 2017-2019, avvalendosi di reti costitute da rappresentati delle autorità coinvolte a livello nazionale e locale, da esperti della Polizia postale e dalle associazioni operanti nel settore. A livello scolastico ogni istituto dovrà nominare un referente che dovrà partecipare ai programmi di formazione previsti dalla legge, secondo le linee guida che saranno indicate dal “tavolo tecnico” istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri”.

 

 

 

 


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