Destro in conferenza stampa
FERMO – Che il bel gioco non basti a vincere lo si è sempre saputo e che non bisogna concedere nulla all’avversario anche. Tali assiomi valgono ancor di più nel salto dalla Serie D alla Lega Pro, dove non ci si deve far scappare alcuna minima opportunità e dove ogni piccolo errore si paga molto caro.
Appena rientrato dalla trasferta nel capoluogo friuliano, Flavio Destro dichiara:”Il mio grande rammarico è quello di non aver portato il risultato a casa: lo dico sia per i miei ragazzi, che, nonostante l’esito finale, hanno disputato un bel match e soprattutto per la cinquantina di tifosi che lunedì sera ci hanno seguito fino a Trieste: loro sono stati davvero encomiabili”.
Con grande lucidità l’allenatore gialloblù analizza la partita persa per tre reti a zero contro gli undici di Giuseppe Sannino: davanti alla sconfitta non ha mai trovato giustificazioni ma, ad onor del vero, sembra davvero di aver rivisto una Fermana dalla grande identità, che tiene testa ad una temibile avversaria (non dissimile da quanto accaduto con la Bassano Virtus), ma che non riesce a racimolare punti da due giornate. Ancora una volta gli episodi hanno avuto più peso delle costruzioni di gioco.
“Abbiamo avuto tante occasioni clamorose – prosegue -, basti pensare al colpo di testa di Da Silva, la girata di Sperotto….”. È stata una gara che è cominciata subito in salita per via del rigore e creare palle-gol non è bastato “perché abbiamo pagato delle distrazioni e dopo aver giocato un buon secondo tempo, seppur improduttivo, l’arrivo del secondo gol, ci ha portato alla resa”. Quindi non nasconde delle responsabilità dirette ed indirette nei gol subìti da Valentini e in quelli non realizzati nella porta di Boccanera.
Senza nulla togliere quindi al valore indiscusso della Triestina, la Fermana ha dimostrato di avere i mezzi per affrontare a testa alta questa categoria, ma deve restare consapevole che ogni minima defalliance viene punita e , come ha ribadito il mister, si metterà subito a lavoro per correggere tutti gli errori possibili.
Silvia Remoli
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