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Centro di comunità ‘Marta e Maria’,
taglio del nastro per la struttura
polivalente al servizio dei cittadini

AMANDOLA - Un evento importante che ha visto, questa mattina, la presenza di monsignor Luigi Conti, arcivescovo di Fermo, dell'assessore regionale al bilancio Fabrizio Cesetti, che ha rilanciato l'ospedale di Amandola, e del sindaco Adolfo Marinangeli, oltre alle molte autorità locali intervenute

di Nunzia Eleuteri

È stato inaugurato questa mattina ad Amandola, a Pian di Contro, il centro di comunità ‘Marta e Maria’, struttura polivalente a servizio degli abitanti della città colpita dal sisma.Un evento importante che ha visto la presenza di monsignor Luigi Conti, arcivescovo di Fermo, dell’assessore regionale al bilancio Fabrizio Cesetti e del sindaco di Amandola, Adolfo Marinangeli, oltre alle molte autorità locali intervenute.

Don Pietro Orazi, direttore della Caritas diocesana, ha illustrato come sia stato necessario costruire un centro antisismico visto che anche la scorsa notte, il territorio ha rilevato una scossa di 3.2 e ha precisato come la struttura polivalente sia stata finanziata interamente da Caritas italiana con il contributo dell’area avuta dal comune di Amandola. Il centro di comunità Marta e Maria è anche autonomo dal punto di vista energetico ed è stato ideato per incontri formativi, ricreativi e ludici oltre, naturalmente, per le celebrazioni della Santa Messa.

La benedizione di monsignor Conti è stato un momento di grande emozione per i cittadini amandolesi: “Il nome di questo centro è dedicato alle donne di questa città che hanno affrontato l’emergenza del terremoto tenendo unità la comunità – ha esordito – l’ospitalità rischia spesso di dividere. Marta e Maria ci fanno riflettere: Marta ha pensato di offrire un’accoglienza straordinaria a Gesù mentre Maria, invece di aiutare la sorella, si mette in suo ascolto. Marta è la carità operativa che può rappresentare la città mentre Maria rappresenta la carità del Vangelo. Non basta offrire il pane e un riparo ma la comunità civile ha bisogno anche di altro, di spiritualità. C’è stata una dimensione più profonda – ha sottolineato monsignor Conti – quasi un dono da questo sisma: l’accoglienza degli sfollati da parte di tanti tanti volontari che si sono messi in ascolto e hanno condiviso il dolore. Ringrazio tutti coloro, volontari della Caritas, che hanno preso carico delle attese e speranze di chi ha vissuto il dramma del terremoto – ha concluso l’arcivescovo aggiungendo una preghiera – Signore rendi questa struttura punto di riferimento per vicini e lontani”.

 

Commosso il sindaco Adolfo Marinangeli che rivolge il primo ringraziamento all’instancabile pastore don Paolo De Angelis e a don Gino Virgili, arciprete che gli amandolesi hanno nel cuore: “Con loro ringrazio tutti coloro che si sono prodigati per la realizzazione di questo centro. Tanti tanti volontari che hanno voluto dare il loro apporto. Ho avuto il sostegno e l’aiuto di una squadra operosa che in 14 mesi dal sisma non si è risparmiata per la comunità. Avevamo bisogno di uno spazio di aggregazione per la nostra città che ha vissuto un grande dramma. E grazie anche alla presenza costante dei rappresentanti della regione Marche avremo a breve la riattivazione di alcuni servizi ospedalieri e a fine novembre avremo il progetto in mano del nuovo ospedale di Amandola. E allora – ha concluso il sindaco – Marta Marta perché ti affanni?”.

È stata poi la volta dei ringraziamenti del parroco della città, don Paolo De Angelis, a tutti i volontari Caritas che hanno contribuito a realizzare questo “sogno”. “Un’opera che va al di là dell’opera in sé e che racchiude il gesto della solidarietà e dell’altruismo, racchiude il senso dell’efficienza e ci avvia nella fase della ricostruzione – ha detto Fabrizio Cesetti, in rappresentanza anche del presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, di cui ha portato i saluti – ricostruzione di una comunità e non solo di un bene materiale. Per questo la Regione è stata presente e continuerà ad esserlo con la realizzazione dell’ospedale di Amandola che non è un sogno ma è realtà”.

Don Pietro Orazi ha voluto rendere grazie al termine della celebrazione ai tanti “Marta” che hanno operato per la celere realizzazione del Centro di Comunità: l’architetto Guido Massimo Postacchini, la locale Segheria Alto Tenna, la Gibas per i corpi illuminanti e gli uffici tecnici del comune e dell’istituto diocesano diretto da Demetrio Catalini.

 


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