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L’urlo dei sindacati:
“Dove sono Governo e Regione?
Così non si va avanti!”

FERMO - Mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil che hanno condiviso con il prefetto Mara Di Lullo una lunga serie di temi che toccano direttamente il territorio provinciale: licenziamenti, precarietà, welfare, sanità e ricostruzione post sisma

di Andrea Braconi

Una mobilitazione in tante piazze d’Italia ma che nel Fermano, anche alla luce dei continui licenziamenti nel comparto calzaturiero, assume una valenza ulteriore. E così questa mattina una delegazione composta da rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil ha voluto rappresentare al prefetto Mara Di Lullo una lunga serie di problematiche che attanagliano il territorio: dalla condizione degli enti pubblici al pericolo rappresentato dagli ammortizzatori sociali, con la quasi totalità delle piccole imprese che ha già esaurito le proprie opzioni; dalla sanità al precarietà delle nuove generazioni; dal sistema pensionistico alla legalità nella fase di ricostruzione post sisma, tema quest’ultimo su cui la Prefettura sta già lavorando e per il quale a breve sarà convocato un tavolo alla presenza anche delle stesse organizzazioni sindacali.

Un incontro proficuo, che ha visto un’analisi condivisa e che è stato preceduto da un sit-in all’esterno del Palazzo Caffarini-Sassatelli.

CGIL

“Siamo qui per cambiare la politica economica e sociale del Governo – ha rimarcato Maurizio Di Cosmo -. Insieme, Cgil Cisl e Uil chiedono un intervento strutturale sulle pensioni a difesa delle pensioni in essere e per costruire un sistema previdenziale certo per i giovani. Se nulla cambia i giovani di oggi non riusciranno mai a costruirsi una previdenza e, quindi, a pensare ad una vecchiaia serena e dignitosa.

Chiediamo anche un cambio di passo sulle politiche economiche, perché continuare la strada degli sgravi contributivi o fiscali alle imprese non porta a nessun risultato ma soltanto ad uno spreco ingente di risorse.

Servono investimenti per creare lavoro, per la tutela di un territorio già colpito dal terremoto, per la messa in sicurezza sismica, per l’efficienza energetica, per il rischio idrogeologico, per bloccare la cementificazione soprattutto delle coste. E serve una nuova politica per le aree interne.

Invece, sappiamo che non solo nel documento economico e finanziario, ma anche nella legge di bilancio il Governo continua con questa politica di sgravi alle imprese per favorire l’occupazione. Ma sappiamo tutti che l’occupazione c’è se le imprese hanno bisogno di lavoro, non se hanno gli sgravi.

Quindi, chiediamo una politica di investimenti cambiando la politica economica del Governo. Serve poi reintervenire sul Welfare, a partire dalla sanità: continuare a tagliare risorse sta producendo disastri non solo per le lunghissime liste di attesa, ma soprattutto la rinuncia alla cura da parte di milioni di persone che non ce la fanno più a pagare il ticket o a sopportare attese oltre l’anno.

Ci mobilitiamo qui a Fermo anche per rivendicare un intervento del Governo e della Regione sul nostro sistema produttivo, perché le crisi oramai si stanno succedendo una dietro l’altra, diversi calzaturifici stanno chiudendo.

Noi abbiamo i piedi per terra, nella realtà del territorio, nelle nostre sedi dove riceviamo lavoratori e pensionati che non ce la fanno più e che sono esasperati. Il sistema economico locale e regionale sta ricevendo dei colpi gravissimi e perciò chiediamo al Governo ma anche alla Regione dove sono, dov’è la politica, dove sono gli interventi per tentare di arginare la crisi ed aiutare le persone che sono in difficoltà.

Si sta costruendo un sistema di precarietà, i dati su un ipotetico aumento dell’occupazione sono falsi, le ore di lavoro diminuiscono, contano come occupati anche chi lavora un’ora a settimana. Così stiamo traviando i giovani, le loro prime esperienze nel mondo del lavoro sono di sfruttamento e di precarietà.

E il popolo italiano si deve svegliare, insieme ai lavoratori e ai pensionati che noi rappresentiamo, perché così non si va avanti.”

CISL

La legge Fornero ha significato un risparmio per l’Inps e lo Stato di 80 miliardi – ha ricordato Alfonso Cifani della Cisl – e noi chiediamo che questi soldi vengano reinvestiti non solo per creare flessibilità per chi va in pensione, ma anche per creare un’occupazione stabile e di qualità per giovani e meno giovani, favorendo politiche vere attive del lavoro, non solo slogan per fare campagne elettorali o programmi politici.

Chiediamo in determinati territori come il nostro che le politiche attive vengano accompagnate da ammortizzatori sociali adeguati, non come quelli che stanno creando drammi per centinaia di lavoratori.

Quanto a Industria 4.0, la tipologia delle nostre aziende è rappresentata da piccole e piccolissime aziende che non riusciranno mai a mettersi a livello di quanto previsto.

Serve un intervento della politica regionale, che non può disconoscere le peculiarità di un territorio e di un distretto calzaturiero che è ancora ai primi posti del mondo.

È necessario che si intervenga dando priorità a forme di assunzione come l’apprendistato, così come che si intervenga sulle pensioni complementari altrimenti i giovani che oggi sono precari domani saranno poveri,.

Bisogna tornare ad investire sulla sanità, sui contratti del pubblico impiego che non possono essere merce di scambio elettorale come è stato per il Referendum. Bisogna rispettare i contratti e fare in modo che la qualità del lavoro nel pubblico impiego sia all’altezza di un Paese civile.

Altro dramma è il sisma: si parla di occasione di crescita, ma qui dopo un anno ci sono ancora le macerie e non si è fatto nulla, la mancanza della politica a livello regionale è stata forte e noi dobbiamo cercare di reagire con forti richieste e forti proteste”.

UIL

“Vogliamo manifestare a favore del prosieguo del confronto sulle pensioni – ha concluso Floriano Canali in rappresentanza della Uil – perché vorremmo che vengano date risposte ai giovani per il loro futuro. E penso anche alle donne e al lavoro di cura, per le quali vogliamo un riconoscimento perché impegnano il loro tempo per le proprie famiglie. Pensiamo anche che debba essere creata quella famosa flessibilità in uscita e che il meccanismo previsto dalla legge Fornero va fermato immediatamente per dare certezze a chi esce e spazio a chi il lavoro lo cerca.

Poi c’è il tema del rinnovo dei contratti del lavoro, come nella scuola, e per farlo servono risorse.

C’è da fare un grosso lavoro sulla disoccupazione giovanile, un tema particolarmente gravoso anche qui nel Fermano. Si tratta di fare interventi concreti per dare lavoro e creare sviluppo, perché solo il lavoro può rispondere alle esigenze delle famiglie”.


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