L’ex sindaco di Amandola, Riccardo Treggiari
Vuole risposte chiare sull’ospedale di Amandola l’ex sindaco Riccardo Treggiari.
Ed ecco arrivare la sua replica al segretario del PD della città dei Sibillini, Francesco Miti, che aveva chiarito, con un articolo (leggi qui), la posizione del partito.
“Abbiamo posto semplici interrogativi, a chi di dovere, per avere lumi sulla sempre più ingarbugliata e statica vicenda che riguarda l’ospedale dei Sibillini – esordisce Treggiari – Vogliamo dare voce al malcelato, ma diffuso, mugugno della nostra popolazione montana, costretta a subire quotidianamente, sulla propria pelle, gli effetti di un disservizio sanitario senza precedenti che va sempre di più appesantendosi. La politica che conta prende tempo e fa orecchie da mercante – l’affondo dell’ex sindaco – C’è di più. A mezzo stampa, quasi a mortificarci, delega a rispondere chi, senza essere stato chiamato in causa, si arroga il diritto di volerci tappare la bocca. Chiariamo, per l’ennesima volta, il nostro pensiero. – precisa Riccardo Treggiari – La lotta che promuoviamo è per il mantenimento del diritto alla sanità, quindi di vivere, pretendendo il rispetto di ciò che è scritto e tutelato dalla legge nazionale e dai piani regionali: la sacrosanta esistenza dell’ospedale dei Sibillini dotato di tutte, compresa Chirurgia, le funzioni previste. Non si tratta di alimentare fazioni politiche, in contrapposizioni sterili e autolesioniste, tra chi vorrebbe il nuovo ospedale e chi sollecita il restauro del vecchio. Fate come volete, non saremo certo noi a sparare sulla possibilità di avere una nuova struttura, premurandoci, però, di ricordarvi che i soldi per ripristinare l’esistente o si utilizzano quelli ora disponibili dal sisma o non ce ne saranno più, correndo il rischio di abbandonare un terzo del centro storico, consegnandolo a sterpaglie ed animali. Importante, ripeto, è riavere immediatamente il ripristino di tutti i servizi. E questo è possibile, mettendo subito mano al Vittorio Emanuele II, con poca spesa, evitando di fornire alibi a chi, con la scusa del nuovo pronto non prima di dieci anni, avrà tutto il tempo, smontando un pezzo alla volta, per farlo diventare un poliambulatorio. Una volta svuotato delle principali funzioni, sarà praticamente inutile perché, nel frattempo, con la paura di morire, non potendo far fronte all’urgenza, la gente dei Sibillini avrà scelto, suo malgrado, di emigrare altrove. Esposte le premesse – continua Treggiari – torniamo a riproporre la domanda che più ci sta a cuore: perché, in presenza di una richiesta del direttore Asur Area Vasta IV risalente allo scorso febbraio, diretta al comune di Amandola e alla Regione Marche, dove si presentava la possibilità di sistemare l’ospedale esistente con un modesto impegno economico, nessuno si è degnato di rispondere? Trascorrono, nel silenzio tombale, ben quattro mesi e, su pressione del malcontento popolare e della nutrita raccolta di firme, i sindaci montani, forzando la volontà degli amministratori amandolesi, evidentemente contrari alla proposta risolutiva, si radunano a Comunanza e, presente il presidente della regione, riescono a strappargli la promessa di impegnare subito, per il restauro di parte dell’ospedale dei Sibillini, tre milioni e mezzo di euro. Da quel giorno – conclude l’ex sindaco – ulteriori quattro mesi sono trascorsi, ma, di quei lavori necessari, ancora nessuna traccia ed una preoccupante indifferenza. Mentre il Generale Inverno avanza a grandi falcate.”.
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