Crisi Aerdorica, i lavoratori bocciano il piano della società, e ora si apre lo scenario della riduzione del perosnale. Il risultato del referendum conclusosi ieri ha visto il netto prevalere dei no sui sì. La proposta della società che prevedeva cassa integrazione e riduzione degli stipendi per un totale di 1,3 milioni di risparmi è stata rifiutata dai dipendenti.
Lapidario il commento dell’amministratore unico, Federica Massei:
“Come amministratore unico della società di Aerdorica prendo atto dell’esito del referendum dei lavoratori dello scalo, voluto dai sindacati. La loro decisione di andare avanti con gli esuberi mi rattrista ma devo dare seguito a questa volontà per portare avanti il piano di risanamento, attestato e posto come condizione essenziale per uscire dalla fase pre-fallimentare. Nella gior-nata di oggi partirò con il piano esuberi e la riduzione delle indennità per i lavoratori, misure necessarie per garantire quel ridimensionamento del costo del lavoro necessario e strumentale al perseguimento dell’equilibrio economico della società e quindi per scongiurare lo stato di in-solvenza in capo alla stessa”.
Sandro Zaffiri
L’esito del referendum dei lavoratori ha spinto anche il capogruppo della Lega nord, Sandro Zaffiri a chiedere che si proceda subito con una “sana politica di riorganizzazione del personale”: “Finalmente – dichiara il leghista – si iniziano a chiarire alcuni aspetti controversi relativi ai dipendenti dell’Aerdorica. Il referendum tenutosi tra i lavoratori boccia la fortissima riduzione delle retribuzioni che l’ad chiedeva. Su 91 votanti 39 hanno espresso il sì e 59 il no. I numeri rispondono alla verità. Probabilmente i 59 no sono in gran parte quei lavoratori che quotidianamente operano nel “piazzale”, cioè quelli che veramente servirebbero all’Aerdorica per un servizio di cui non si può fare a meno per garantire la sicurezza e le attività connesse ai voli.
Infatti il Carroccio ricorda che in passato l’Aeroporto a parità di traffico aereo aveva un numero di dipendenti significativamente inferiore a quello attuale.
In sostanza – conclude Zaffiri – i numeri dimostrano che alcune attività non sono indispensabili all’interno dell’Aerdorica e quindi è ora che si proceda con una sana politica di riorganizzazione del personale”.
Gianni Maggi
Dal canto suo, invece, il capogruppo del M5S, Gianni Maggi, affila gli artigli con un’interrogazione consiliare:
“Lunedì prossimo interrogazione in attesa che il Tribunale fallimentare si pronunci. Nella società per azioni Aerdorica, società di capitali, i soci rispondono per le obbligazioni assunte (pagamento dei fornitori, del personale, dei contributi, ecc.) solo nei limiti delle azioni sottoscritte. Questo significa che in caso di insolvenza i creditori non possono rivalersi sul patrimonio dei singoli soci, ovvero sul patrimonio della Regione nel caso di Aerdorica, a meno che il socio non eserciti, art. 2497 Codice Civile, “attività di direzione e coordinamento” agendo “nell’interesse imprenditoriale proprio o altrui in violazione dei principi di corretta gestione societaria e imprenditoriale”. Che la Regione non abbia agito nell’interesse proprio trascurando di esercitare il controllo della società che gestisce l’aeroporto di Falconara è l’unica cosa certa emersa dalle audizione in sede di commissione d’indagine. In tutti gli atti però, nella corrispondenza e nel sito internet qualcuno ha fatto scrivere che la Regione Marche esercita l’attività di direzione e coordinamento nei confronti di Aerdorica. Visto che è proprio per questa “autocertificazione” di attività di direzione e coordinamento, formalizzata e resa pubblica da qualcuno, che la Regione si dovrà accollare i quaranta milioni di passività, verrà data risposta nel Consiglio regionale di lunedì prossimo a una mia interrogazione nella quale chiedo di sapere chi ha autorizzato Aerdorica all’utilizzo di tale dicitura e con quali atti, con quali azioni in dettaglio si estrinseca l’attività di direzione e coordinamento nell’interesse imprenditoriale proprio o altrui in violazione dei principi di corretta gestione societaria e imprenditoriale e con quali atti. Non è una questione da poco perché in ballo ci sono decine di milioni di euro di soldi nostri”.
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