“Esempio pratico e tangibile di come si possa essere vicini a realtà come questa, testimoniando con un gesto concreto sensibilità e attenzione al sociale”. Con queste parole il Sindaco di Fermo Paolo Calcinaro ha ringraziato questa mattina al Centro Montessori le aziende del territorio che hanno sostenuto il progetto di un automezzo (in questo caso un Fiat Doblò) dotato di sollevatore per sedie a rotelle che fungerà da taxi sociale per il trasporto di persone con limitate capacità motorie o in situazione di disagio e per i trasporti individuali del Centro stesso.
Iniziativa nell’ambito del “Progetto di Mobilità Garantita” promossa dalla Pmg Italia che ha come oggetto la concessione a Comuni, Associazioni o Enti preposti, di autoveicoli in comodato gratuito adeguatamente attrezzati per il trasporto di persone con limitate capacità motorie o comunque il cui utilizzo abbia una finalità sociale.
Il “Progetto di Mobilità garantita”, al quale il Comune di Fermo ha già aderito da diversi anni, ha lo scopo di promuovere l’attività sociale degli imprenditori locali al fine di offrire un valido supporto ai servizi socio assistenziali territoriali e sensibilizzare la comunità nei confronti delle persone più svantaggiate.
“Questa mattina al Centro Montessori – fanno sapere dal Comune – c’è stato il taglio del nastro alla presenza del sindaco Calcinaro, dell’assessore alle Politiche Sociali Mirco Giampieri che ha voluto “ringraziare le aziende per il loro fattivo e significativo sostegno”, della direttrice amministrativa Fiorella Traini che ha ricordato “come si sia avviato un percorso in questo senso che verrà seguito anche da altre aziende del territorio” e dei referenti di Pmg Italia.
Come noto il Centro di riabilitazione Montessori di Fermo dal dicembre 2016 ha una nuova sede. Dopo essere stata ospitata per anni negli spazi dell’ex Collegio Antonini, in via Visconti D’Oleggio, il Centro è attualmente ospitato in contrada Campiglione (zona San Claudio).
La struttura si compone di un Centro Ambulatoriale di Riabilitazione (C.A.R) che segue circa 200 persone da 0 a 18 anni, con disabilità neuromotorie (personale composto da un responsabile scientifico, che è neuropsichiatra infantile, 1 fisiatra, 3 psicologi, 1 pedagogista, 4 logopediste, 4 psicomotriciste, 2 fisioterapiste) ed il Presidio di Riabilitazione Funzionale a ciclo diurno (P.R.F), che ospita 15 ragazzi dalle ore 9.00 alle ore 16.00 (seguiti da educatori sanitari, Oss, infermieri professionali, terapisti) per i quali ci sono percorsi fatti di terapie di psicomotricità, logopedia e possibilità di integrazione scolastica. La direzione sanitaria è affidata alla dott.ssa Valentina Koxha”.
BREVE STORIA DEL CENTRO MONTESSORI
“Una struttura – ricordano dal Comune – sorta grazie alla sensibilità di Lidia De Petris Chelli, neuropsichiatra infantile dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Fermo, che si era resa interprete del clima sviluppatosi in Italia tra gli anni Sessanta e Settanta nei confronti delle situazioni di ricovero in ospedale psichiatrico, in particolare di quelle dei minori. L’Opera Pia Brefotrofio che aveva fin dall’inizio fornito i locali in cui la dott.ssa Chelli cominciò ad operare con un gruppo di volontari, ha assunto successivamente le funzioni e la gestione del Centro.
Per il fatto di essere dotata di una équipe medico-psico-pedagogica, e di agire in stretta collaborazione con la Medicina Scolastica gestita dal Comune di Fermo, dalla seconda metà degli anni Settanta si è sviluppata anche un’attività ambulatoriale sempre più strutturata, riconosciuta come Centro Ambulatoriale di Riabilitazione dall’attuale convenzione con l’ASUR regionale, accanto alla funzione semiresidenziale (oggi Presidio di Riabilitazione Funzionale a ciclo diurno, una delle due sole realtà di questo tipo esistenti nella regione Marche).
Nel 1988, Personale, beni e servizi del Centro vengono trasferiti al Comune di Fermo.
Nel 2014 la posa della prima pietra della nuova sede del Centro, a Campiglione, durante l’amministrazione Brambatti. L’integrazione tra le attività del Centro diurno e quelle ambulatoriali è, pertanto, sin dalle origini, totale, perché anche se costituiscono due diversi settori e livelli di intervento, sono fortemente connessi per quanto concerne l’impostazione metodologica, il tipo di offerta terapeutica, il lavoro dell’équipe multidisciplinare, le direzioni amministrativa e sanitaria”.
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