Si intitola #liberidifare lo slogan della mobilitazione che il 3, 4 e 5 novembre riunirà persone disabili e non in tante città italiane, con l’obiettivo di testimoniare l’importanza e la necessità di un sostegno più concreto alla Vita Indipendente delle persone non autosufficienti.
Il tema è grave e urgente: a causa della mancanza di fondi per l’assistenza personale, in Italia moltissime persone disabili non sono in grado di provvedere in maniera autonoma alle proprie necessità quotidiane.
Nonostante i progressi raggiunti in alcune regioni, ancora troppe persone disabili che hanno bisogno di assistenza sono costrette a vivere in luoghi di isolamento sociale e segregazione, senza possibilità decisionale e vulnerabili a potenziali abusi. Oppure si trovano a dipendere dalla cerchia familiare, in un contesto di limitazioni reciproche e senza libertà di scelta.
Alla luce di queste riflessioni, le manifestazioni #liberidifare vogliono essere un momento di mobilitazione collettiva per sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sulla gravità del problema e chiedere alla politica risposte concrete.
Gli eventi si svolgeranno in varie città italiane, in maniera sincronizzata e concentrata nei giorni 3, 4 e 5 novembre, sempre dalle ore 15 alle 16.
Nella provincia di Fermo, le manifestazioni si terranno: sabato 4 novembre dalle 15.00 alle 16.00 a Fermo, con un corteo che partirà da viale Vittorio Veneto (davanti al monumento a C.A. Dalla Chiesa) ed arriverà in piazza del Popolo; domenica 5 novembre dalle 15.00 alle 16.00 a Porto San Giorgio, con un corteo che partirà da via Veneto (davanti al Municipio) ed arriverà in piazza Matteotti (davanti alla Stazione).
L’iniziativa è promossa dall’omonimo movimento #liberidifare, una rete di persone disabili nata sui social network in seguito alla diffusione di una lettera aperta scritta da Maria Chiara e Elena Paolini, due sorelle disabili attive nel campo dei diritti dei disabili, che da alcuni anni gestiscono Witty Wheels, un blog dedicato a disabilità, stereotipi e giustizia sociale.
Fulcro del movimento è la diffusione e la promozione dell’idea di Vita Indipendente che, per una persona disabile, significa riuscire a compiere scelte ed autodeterminarsi, attraverso l’autogestione dei fondi finalizzati al pagamento di assistenti personali.
Questo principio viene già applicato negli Stati Uniti e in vari paesi europei (tra i quali Svezia, Inghilterra e Finlandia). Si tratta di un modello completamente diverso dalle prestazioni di assistenza “tradizionali” di tipo medico/assistenziale: la persona disabile si trasforma da oggetto passivo di cure standardizzate a soggetto attivo, in grado di assumere direttamente (o quando necessario tramite un tutore) gli assistenti, e definire tutti i dettagli della propria vita.
Tra le Associazioni che aderiscono all’iniziativa, c’è il “Comitato Marchigiano per la Vita Indipendente delle persone con disabilità”, il quale promuove e diffonde la filosofia della Vita Indipendente. “Vita Indipendente” significa, per le persone con disabilità, poter vivere come chiunque altro, poter gestire la propria vita, prendere decisioni in modo autonomo ed in piena libertà, nonostante la propria disabilità. In sintesi: “Niente su di noi senza di noi.”
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