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Operazione Due Mari,
scacco matto al traffico di droga 4.0:
«Modus operandi colombiano»
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OPERAZIONE - Questa mattina, presso gli uffici della Procura della Repubblica di Fermo, la conferenza stampa per illustrare gli esiti dell'operazione alla presenza del procuratore capo Domenico Seccia, del Comandante Provinciale Carabinieri di Ascoli Piceno Tenente Colonnello Ciro Niglio e del Capitano della Compagnia Carabinieri di Fermo Roland Peluso.  Procuratore Seccia che si è complimentato con i vertici dell'Arma:"Un'operazione brillante condotta con assoluta professionalità"

 

di Giorgio Fedeli e Paolo Paoletti

Un’operazione nata a seguito dello sfogo/denuncia da parte della una mamma di un giovane ventenne. Un grido disperato di dolore nel vedere il proprio figlio perdersi nel mondo della droga. Da qui l’attività, denominata “Due Mari”, che ha consentito di disarticolare una consolidata rete criminale che gestiva lo spaccio di droga tra Campania, Emilia Romagna e le Marche. Una rete dedita al traffico illecito che vedeva come punti di approvvigionamento le città di Bologna, Napoli e Caserta. Da questi centri, la droga arrivava nelle Marche, più esattamente nel Fermano e Maceratese. Le piazza di spaccio individuate dalla Procura della Repubblica e dal Compagnia Carabinieri di Fermo erano Porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio a Mare, Fermo Lido Tre Archi, Porto San Giorgio e, nel Maceratese, Civitanova Marche.

Questa mattina, presso gli uffici della Procura della Repubblica di Fermo, la conferenza stampa per illustrare gli esiti dell’operazione alla presenza del procuratore capo Domenico Seccia, del Comandante Provinciale Carabinieri di Ascoli Piceno, il Tenente Colonnello Ciro Niglio e del Capitano della Compagnia Carabinieri di Fermo Roland PelusoProcuratore Seccia che si è complimentato con i vertici dell’Arma: “Un’operazione brillante condotta con assoluta professionalità. Non posso non ringraziare il comando provinciale con il colonnello Niglio, la compagnia di Fermo con il capitano Peluso e, consentitemi, anche la sezione dei carabinieri di polizia giudiziaria”.

Un lavoro d’indagine quanto mai accurato partito nell’estate del 2015. A coordinarlo, insieme ai Carabinieri del Comando Provinciale di Ascoli Piceno, ed in particolare della Compagnia di Fermo, è stato il Procuratore Capo Domenico Seccia. E’ emerso come venivano adottate dagli extracomunitari vere e proprie ‘modalità colombiane’ per il trasporto della droga, tra cui anche ovuli nascosti nella cavità anale o ingeriti oralmente.

Sono state 12 le ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Procura, di cui otto andate a buon fine nel corso dell’operazione di questa mattina all’alba. Due i soggetti ricercati, che avrebbero comunque le ore contate, e due quelli che si sono dati alla fuga all’estero localizzabili in altri continenti. Al momento il bilancio dell’operazione è di dieci persone in carcere e due ai domiciliari.  Si tratta per l’esattezza di  otto extracomunitari (nordafricani) e quattro italiani della zona (di questi ultimi due sono in carcere e due ai domiciliari). I soggetti sono ritenuti responsabili, in concorso, di traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti (tipo eroina e cocaina).

“Uno dei momenti chiave dell’indagine – ha spiegato il Procuratore Capo Domenica Seccia – sono state le intercettazioni. Intercettazioni che nell’ambito dell’attività di repressione dello spaccio e della vendita di sostanze stupefacenti risente sempre di un linguaggio criptico. Per cui è necessario fare un’attività di riscontro attraverso osservazioni e pedinamenti umani, che ci sono stati e sono stati brillanti grazie alla professionalità degli investigatori dedicati”. In merito ai soggetti ancora da arrestare il procuratore Seccia è stato chiaro: “Vedremo, spero che per qualcun altro possa essere eseguita la misura. Per quelli che risiedono in continenti diversi vediamo, innanzitutto dobbiamo localizzarlo, poi ci vorrà la rogatoria, le pratiche estraditive ecc. I soggetti arrestati sono prevalentemente extracomunitari, otto provenienti dalle zone magrebine mentre quattro soggetti indagati sono italiani tra cui due donne. Un’operazione molto complessa che, però, è stata condotta in maniera esemplare, dalle intercettazioni ai pedinamenti fino all’esito di queste ore con un duro colpo a quello che è un fenomeno che tormenta tante famiglie anche in questo nostro territorio”.

Il Comandante Provinciale Tenente Colonnello Ciro Niglio ha aggiunto: “Ringrazio il procuratore Seccia che con una quotidiana e attenta attività di coordinamento, ha consentito di arrivare ai risultati conseguiti. Siamo riusciti a dare risposta all’esposto presentato da una madre ai carabinieri di Porto Sant’Elpidio. E’ stata sicuramente un’indagine impegnativa. E abbiamo riscontrato un elemento di novità per il territorio marchigiano nel trasporto della droga: gli ovulatori. Un sistema colombiano utilizzato, dunque, anche da nordafricani”. Per Seccia e Niglio la riprova di un mondo, quello dello spaccio e del trasporto di sostanze stupefacenti, in continua evoluzione. “Siamo a un sistema 4.0 – ha aggiunto Niglio – anche gli spacciatori si stanno sempre più specializzando. Con l’impegno importante della Procura della Repubblica di Fermo che ci ha sempre coordinato quotidianamente con tanto interesse siamo però riusciti oggi, dopo quasi due anni, a raggiungere l’obiettivo”.

“L’operazione è stata denominata Due Mari – spiega il Capitano Roland Peluso – perché gli spacciatori per spostarsi nel loro iter di approvvigionamento, per raggiungere il Fermano, utilizzavano degli autobus. E degli ovuli che, se ben confezionati, non emanano alcun odore e possono anche sfuggire ai cani. Abbiamo sequestrato più di mezzo chilo di eroina, cocaina, hashish e anche del materiale necessario al confezionamento della droga.

Sono stati oltre cento i carabinieri, tra i militari della compagnia di Fermo, di varie stazioni del Fermano, del nucleo radiomobile e di colleghi arrivati in supporto da fuori provincia, che questa notte si sono mossi su tutto il territorio per dare esecuzione alle ordinanze del Gip. In campo i militari della Compagnia di Fermo, coadiuvati da quelli di San Benedetto del Tronto, Montegiorgio ed Ascoli Piceno, supportati da unità cinofile, per la precisione due unità antidroga del nucleo cinofili carabinieri di Pesaro,  e un elicottero del nucleo di Pescara. I carabinieri hanno dato  esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare – emessa dal Gip del Tribunale di Fermo su richiesta della Procura fermana, nei confronti di 12 persone (4 italiani e 8 stranieri -nordafricani) ritenuti responsabili, in concorso, di traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti (tipo eroina e cocaina) continuati. L’indagine, durata quasi due anni, si diceva, ha dunque consentito di arrestare in flagranza 12 persone e sequestrare dosi per oltre 500 grammi tra eroina e  cocaina, di indagare complessivamente 24 soggetti coinvolti a vario titolo nel reato, di raccogliere gravi indizi di reità nei confronti dei 12 destinatari della misura cautelare (sei in carcere, due ai domiciliari, due irreperibili e due attivamente ricercati), consentendo di accertare la loro operatività nella consumazione di reati in materia di stupefacenti nell’area delle province di Fermo e Macerata, comprendendo che gli indagati acquistavano lo stupefacente nelle province di Napoli, Caserta e Bologna, trasportandoli fino al Fermano con vari mezzi di trasporto pubblici o privati, come treni, autobus di linea o automobili.   Durante l’operazione sono state eseguite anche  perquisizioni locali e personali.

 

 

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