di Alessandro Giacopetti
Gli antichi e preziosi libri che prima si trovavano sugli imponenti scaffali lignei della sala del mappamondo sono ora sistemati in altri scaffali nelle stanze della ex pinacoteca comunale al secondo piano di palazzo dei Priori. I lavori di spostamento sono iniziati circa un mese fa e saranno conclusi entro un paio di giorni.
“Operazione senza precedenti – l’ha definita oggi il sindaco Paolo Calcinaro mentre accompagnava la stampa all’interno della sala del Mappamondo e poi della pinacoteca – in quanto dalla fine del 1600 la stessa non è mai stata vuota. In passato sono solo stati tolti alcuni settori per consentire trattamenti antitarlo”. Sente una grande responsabilità sulle spalle il sindaco che sottolinea “la velocità della prima messa in sicurezza dei locali della ex pinacoteca, ora ripristinati per la musealità. Una operazione accurata fatta dalla ditta”.
A breve potrà iniziare la seconda parte dei lavori, dopo l’anticipo di assicurazione arrivato pochi giorni fa e in previsione dell’approvazione del progetto nella Giunta comunale in calendario la prossima settimana. Un progetto di circa 500 mila euro che riguarderà la pavimentazione della sala del Mappamondo e il ripristino della sala dei Ritratti. Al momento le previsioni di riapertura per Mappamondo e Pinacoteca parlano di maggio/giugno 2018, all’inizio del periodo turistico estivo.
“Durante i lavori – svela poi Paolo Calcinaro – è stata ritrovata all’interno di un muro portante e centrale, una canna fumaria inserita con mura a sacco, quindi a vuoto. Non se ne sapeva l’esistenza ed era un pericolo per la stabilità del muro stesso. E’ stata rinvenuta durante una operazione di ‘cuci e scuci’ in corrispondenza di una crepa post sisma, venutasi a creare proprio per la presenza della canna fumaria. Un altra è stata rinvenuta anche nell’ala più storica del palazzo comunale”.
A vigilare sulle operazioni in corso tra biblioteca Romolo Spezioli e palazzo dei Priori anche la direttrice della Biblioteca, Maria Chiara Leonori, che spiega: “da una calamità arriva opportunità. Sfrutteremo, infatti, la procedura di trasferimento libri dalla sala del Mappamondo, per fare altri interventi sui volumi e nella sala stessa, anche con l’aiuto delle 7 ragazze del Servizio Civile volontario. Verificheremo, quindi, il loro numero esatto e lo stato di conservazione. Sappiamo che sono poco meno di 15 mila e rappresentano il cuore del patrimonio librario della biblioteca. Risalgono soprattutto al Cinquecento e Seicento e provengono dal lascito di Romolo Spezioli, medico personale della regina Cristina di Svezia.
Il nostro obiettivo – ha detto ancora Maria Chiara Leonori – è ricostruire come era la biblioteca delle origini seguendo il catalogo del 1705, che classifica i libri in 71 materie. Una biblioteca che nasce pubblica, tra le poche in Europa, a fine del 1600. Questa sarà anche l’occasione per capire chi erano i possessori dei libri perché alcuni riportano i nomi di chi li ha donati. Le condizioni del patrimonio librario sono buone perché la sala del Mappamondo è stata pensata per i libri, avendo una temperatura bassa, che non consente la formazione di muffe e agenti patogeni attivi. Nelle stanze dove sono ora lo sbalzo termico non c’è stato, essendo inverno e avendo scelto di non climatizzare”.
La stessa Maria Chiara Leonori ha poi riconosciuto il grande lavoro svolto dalla ditta Premio di Bologna ricordando che “mentre nella sala del Mappamondo si svolgeranno gli interventi strutturali, noi faremo i nostri specificati in precedenza. Poi ci sarà l’intervento di spolveratura dei libri in cappa aspirante, per non lasciare residui, e trattamento antitarlo prima del riposizionamento. Procedura che si completerà in circa un mese”.
La biblioteca Spezioli partecipa a due iniziative internazionali: un progetto coordinato dalla British Library di Londra sugli incunaboli, cioè, libri del Quattrocento. Una nostra bibliotecaria ha portato nostro materiale a Londra in un progetto sulla circolazione dei libri del Quattrocento in Europa attraverso le note di possesso per capire come si sono mossi tra le mani di bibliotecari e studiosi.
Un altro in collaborazione con l’Università di Stanford su fondi storico-medici allo scopo di individuare tutte le edizioni mediche e i libri proibiti: quelli, cioè, ritenuti non leciti alla consultazione. In questo secondo caso è stato uno studioso di Stanford che durante una ricerca ha capito quanto fosse importante il nostro fondo. Proseguirà con la digitalizzazione.
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