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Crisi della Nazionale – 1,
cause? Ipotesi di via d’uscita?
Lo chiediamo ai tecnici del Fermano

INCHIESTA - Un dramma sportivo dagli inevitabili risvolti sociali. Ai mister della nostra provincia abbiamo quindi sollecitato le analisi post eliminazione dal Mondiale, con apice la mancata vittoria nel playoff contro la Svezia, sino alle origini delle relative problematiche, pregresse e radicate nel recente passato

FERMO – Con il mancato superamento di un ostacolo certamente alla portata, noi italiani abbiamo ripercorso le amarezze del 1958 quando, corsi e ricorsi storici, l’Italia non prese parte al Mondiale organizzato (guarda caso) in Svezia, la cui selezione due lunedì fa ha decretato l’eliminazione Azzurra dalla fase finale della competizione planetaria.

Di seguito, ecco dunque una carrellata di opinioni provenienti dalla provincia, prelevate dalle guide tecniche di alcuni tra i più prestigiosi sodalizi del nostro territorio.

 

Salvatore Carmeni, tecnico qualificato per il Settore Giovanile e Scolastico, ex tre/quartista in Eccellenza

 “È dal lontano ’82 che gli allora adolescenti della mia generazione, ora uomini o padri di famiglia, attendono con passione i Mondiali o gli Europei, sperando di poter scendere in strada a strombazzare il clacson con il Tricolore fuori dal finestrino. Stavolta non gusteremo neanche l’emozione dell’attesa, perché abbiamo avuto la S-Ventura (chiaro riferimento al gioco di parole con il nome dell’ormai ex C. T.) di essere eliminati! Già, io credo sia colpa sua, e di chi ha voluto avvalersi di un tecnico inadeguato e certamente insicuro ed incoerente nelle scelte tecnico – tattiche. L’ho visto poco seguito anche dai giocatori, soprattutto in quota ai veterani, che hanno molte responsabilità nel fallimento della Nazionale ma qualche alibi in più visto come sono stati gestiti. Giocatori spesso fuori ruolo e fuori condizione. Certamente, per guardare il futuro, c’è bisogno di azzerare tutto e ricominciare dalle fondamenta, che sono rappresentate dalle migliaia di giovani che costituiscono la reale risorsa del “Calcio che sarà”. Forse non si potranno raggiungere risultati immediati, perlomeno fino a quando i vertici calcistici saranno purtroppo condizionati dall’influenza della politica”.

 

Stefano Marcotulli, allenatore del Tirassegno ’95 in Seconda categoria ed ex centrocampista in Serie D

 “Credo che il motivo della mancata qualificazione della nostra Nazionale ai Mondiali 2018 non debba essere imputata solo ai protagonisti della disfatta attuale, come i vari Ventura, Tavecchio, i giocatori o i moduli tattici impiegati, ma dovrebbe essere cercata in un periodo che parte da molto lontano. Cioè dal momento che le componenti calcistiche (societa’, federazione, presidenti, allenatori, giocatori e genitori) hanno anteposto i propri interessi di natura personale ed economica invece che andare alla ricerca disperata di far crescere i vivai sotto il punto di vista della qualità. Da li’ in poi abbiamo tutti assistito ad ingaggi di allenatori che portavano sponsor seppur carenti di competenze; abbiamo assistito a  genitori che versavano soldi pur di far giocare il proprio figlio in società professioniste compiacenti. Abbiamo assistito a società di settore giovanile che ingaggiavano per l’attività di base pensionati o soggetti qualunque che a volte nemmeno chiedevano il rimborso. Io credo a parer mio che per tutta questa serie di motivi non sono più venuti fuori i vari Baggio,  Maldini, Del Piero, Pirlo, Totti, Nesta e Cannavaro, tanto per fare qualche nome. Ora cosa bisogna fare? Sicuramente qualcuno deciderà per l’ipotesi migliore da fare, per i cambiamenti che a parer mio dovrebbero essere radicali! Bisogna avere il coraggio e la forza di girare pagina di netto, ma dagli ultimi accadimenti, come le mancate dimissioni del c. t., tutto porta a credere che così non sarà. Penso che non basterà ricorrere ad un commissario tecnico bravissimo, come Ancelotti ad esempio, per riavere una Nazionale decente.

 

Andrea Del Gatto, ex allenatore Settore Giovanile della Fermana, attuale vice allenatore del Montegiorgio in Eccellenza ed ex elemento offensivo in Serie D

 “Il calcio in Italia e’ lo sport più praticato e seguito, quindi decisamente il miglior specchio dell’ andamento dello Stato italiano. Non esiste più programmazione, meritocrazia, professionalità, progettazione e rinnovo delle strutture, idee, passione ed il concetto di essere uomini. Non da meno la giusta assistenza economica che, piaccia o no, serve a far funzionare il tutto. Serve mettere in condizione un bambino di svolgere e sviluppare doti coordinative, a partire dall’asilo, proseguendo con la scuola dell’obbligo, nell’auspicio che quando passi a fare sport, in questo caso calcio, sia  inoltre in grado di avere le sedute di allenamento strutturate nel modo più veritiero possibile alla gara, senza cercare di risolvere il problema al ragazzo stesso da parte di tecnici e staff di sorta, ma facendo in modo tale che sia il ragazzo a risolverlo da solo, dopo aver sbagliato sulla propria pelle”.

 

Adolfo Rossi, guida della Juniores Nazionale Sangiustese, ex centrocampista in Eccellenza

“Usciamo meritatamente contro una modesta squadra, il che dimostra il livello attuale della nostra Nazionale. Trovato il capro espiatorio nel commissario tecnico Ventura, la Figc dovrebbe ora resettarsi e fare in modo di creare una nuova generazione di giocatori di livello, partendo dalle leve giovanili delle società professionistiche, ora in mano a procuratori, allenatori e società consenzienti che lucrano con i giovani a discapito della qualità di chi, magari, non scende a compromessi”.

 

Osvaldo Jaconi, ex allenatore professionista dalla longeva e titolata carriera ed ex calciatore di Serie A

 “Si parte dal fatto che questa fine, del non andare ai Mondiali, parte da molto lontano. Quando eravamo, quasi, imbattibili la Nazionale era fatta di blocchi: Juventus, Milan ed Inter. Ora ci sono troppi stranieri nei ruoli più importanti di una squadra. Una Nazionale deve essere composta, nella sua quantità e qualità, di campioni, non di buoni giocatori. I settori giovanili italiani sono snobbati dai presidenti, si parla di squadre Primavera con il 50% di presenza ragazzi stranieri. Si segue un business? Ecco i risultati. Termini come “tempo” e “pazienza” sono ormai dimenticati da parte del nostro calcio. Quello che mi indigna è il colpevolizzare del solo allenatore. I vertici dovrebbero essere d’esempio per quanto riguarda le responsabilità. Qui ribadisco quanto ho sostenuto sempre nel mio essere allenatore ” l’esempio è la più alta forma d’ autorità “.

 

Ismaele Concetti, tecnico dell’Usa Santa Caterina in Prima categoria ed ex centrocampista in Serie D

 “Allenare non è mai facile, se vinci sei bravo e tutti salgono sul carro dei vincitori, se perdi resti solo contro tutti. Selezionare ed allenare la Nazionale è ancora più arduo, perché avere un gruppo per pochi giorni di tanto in tanto e riuscire a mettergli addosso il cappotto tattico che si ha in mente non è facile, per di più se si cambia modulo e giocatori spesso, se non hanno idee chiare e non si utilizzano i calciatori nei loro ruoli naturali. In questo modo è ovvio che non si vince neanche, con tutto il rispetto, contro la Svezia: squadra qualitativamente mediocre ma con il cuore in mano, tanta fisicità e fame. Aspetti che, oltre agli errori del c. t., sono mancati alla nostra Nazionale. Per il resto, siamo allacciati ad un movimento caratterizzato nelle stanze che contano dal vecchio, lo dice già il nome dell’ormai ex vertice: Tavecchio, niente idee nuove come avevano proposto Baggio e Conte, settori giovanili con il 30% di stranieri contro l’ 8% del resto d’Europa. Bisogna cambiare le regole sugli under, creare un campionato di Serie B parallelo a quello delle squadre di Serie A, senza classifica, dove  possono giocare i giovani che non trovano spazio nella massima competizione italiana come avviene in Spagna. Dare la possibilità al c. t., con vari stage durante la stagione, di poter plasmare il gruppo e poterlo modellare come meglio si crede. Serve un cambio di mentalità, per andare in Champions ci si può andare anche con un Pingo e Pallino qualunque, non solo con Dybala e Mertens, diamo la possibilità agli anonimi Pingo e Pallino di crescere, il danno di restare fuori per tutto il movimento c’è e ci sarà ma prendiamolo come l’anno zero, parliamo della Nazionale italiana quattro volte campione del Mondo!”.

 

Matteo Calvà, mister della Futura 96 ed ex calciatore amatoriale

“Credo che il problema nasca da lontano, coinvolga l’intero movimento e vada ricercato nel lavoro sempre meno professionale nei settori giovanili, dove da parte delle società c’è più la ricerca di chi costi meno, e magari porti anche qualcosa dal punto di vista economico, rispetto a chi sappia davvero insegnare calcio. Per quanto riguarda mister Ventura credo che a quei livelli gli allenatori siano tutti preparatissimi, ma anche li esistono le categorie, e il fatto che al consiglio dei giocatori più esperti di impiegare Insigne lui abbia messo il veto in quanto tecnico, e dunque non piegandosi ai consigli, abbia dimostrato un limite rispetto a chi ha l’elasticità di ascoltare, seppur mantenendo l’ultima parola”.

 

Jacopo Birilli, tecnico della Pinturetta  in  Promozione ed ex centrocampista nella stessa categoria

“La mancata qualificazione alla fase finale del Mondiale è sicuramente una delle sconfitte più eclatanti che la nostra Nazionale abbia mai subito, e porterà secondo me, oltretutto, un danno commerciale e sociale per la nostra nazione. Non sono certo io a poter  giudicare un professionista, e soprattutto un uomo, che ha una così grande esperienza nel mondo del calcio. Per me mister Ventura è uno degli allenatori più preparati del panorama calcistico italiano, prima di criticare  bisogna vedere le tante situazioni che circolano lontano da luci e microfoni, di cui noi di sicuro non siamo a conoscenza. La situazione generale del nostro paese è lo specchio del sistema calcistico italiano. Per ripartire, secondo me, si dovrà investire su un programma ben definito, capace di coinvolgere i ragazzi a partire dal sistema scolastico. Quindi non solo strutture adeguate, ma anche un collegamento diretto tra scuola e società sportive, che devono essere gestite da persone competenti e quindi formate per questo scopo”.

 

Mirko Cudini, mister campione in carica dell’Eccellenza, alla guida della Sangiustese, ed ex difensore professionista in Serie A e B

 

“Colpe di Ventura? E’ stato il mio allenatore durante la parentesi di Cagliari, quindi conoscendo il suo modo di lavorare penso che, se vanno imputate a lui delle responsabilità, esse sono più da ricercare nei rapporti con la squadra che nelle tattiche in sento stretto. Fino alla gara contro la Spagna si era vista la sua mano, per lo meno sotto l’aspetto tecnico, da li in avanti invece il tutto si è diradato. E’ per questo che sono convinto del fatto che la gestione dello spogliatoio abbia inciso molto. La situazione attuale è il frutto anche di scelte recenti, il cambiamento andava già fatto tre anni fa, ma non si è avuto il coraggio…direi forse più la voglia, di farlo per interessi personali a discapito della crescita del mondo calcistico. A pagare l’assenza di strutture, di regole ben precise e programmi tecnici adeguati. Quando si elegge un presidente non gradito da alcune componenti federali le critiche  e le recenti dimissioni sono solo una conseguenza di una situazione pregressa, così come l’azzeramento di tutte le cariche federali al seguito. Le vie di uscita allo stallo attuale ci sono sicuramente, basta percorrerle non con persone di derivazione politica, bensì dallo spiccato profilo tecnico e che mettano in campo le vere idee per progredire, non questioni politiche o legate ad interessi personali. In Italia abbiamo ex giocatori stimabilissimi, competenti e soprattutto credibili, che vogliono andare al nocciolo dei problemi senza sviare. Ecco, direi che è proprio giunta l’ora di dar loro una possibilità”.

Paolo Gaudenzi

Leonardo Nevischi

 

Alcuni elementi della Nazionale al triplice fischio dello spareggio perso contro la Svezia, a metà tra l’incredulo e la somma amarezza


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1 commento

  1. 1
    Gianluca Mecozzi il 22 Novembre 2017 alle 23:58

    Mitico Comandante! Mai banale!

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