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Richiedenti asilo del Pakistan da giorni al freddo nei garage e in strada, aiutati dai cittadini

SOLIDARIETÀ - Il racconto di un uomo residente del quartiere Santa Caterina, che si è attivato giovedì scorso per cercare una soluzione

redazione CF

Giovedì sera un uomo residente nel quartiere di Santa Caterina, a Fermo, è rientrato a casa dal lavoro intorno alle 20 e, una volta arrivato all’androne del garage, ha trovato in terra 3 ragazzi di origine pakistana, distesi ed infreddoliti a causa delle basse temperature.

“Ho parcheggiato e gli ho chiesto cosa facessero lì – spiega – Uno di loro, Amir, mi ha detto in un italiano stentato che dovevano aspettare il permesso.  Ho saputo che in giro per Fermo dovrebbero essere più o meno 16 le persone in questo stato e della stessa nazionalità, e ho deciso di provare ad aiutarli. Ho saputo che tre di loro erano già stati presi in carico al Seminario, ma che per gli altri era stato impossibile perché la struttura era già piena. Ho contattato anche un responsabile della Caritas, che si è impegnato per cercare una soluzione. Sabato ho parlato con uno di questi ragazzi, Alì, questa volta in inglese (una lingua che ognuno di loro parla benissimo), che mi ha detto di aver fatto cena la sera prima in un hotel e aver poi dormito in una macchina grazie all’aiuto degli stessi proprietari della struttura. Mi ha anche detto che non sapeva dove fossero gli altri. Nel frattempo ho contattato il Comune, suggerendo l’apertura di un centro sociale per ospitarli per la notte. Ma neanche in quel caso siamo riusciti a trovare una soluzione. Da un’amica che lavora con Amnesty International ho avuto altri suggerimenti importanti, ma senza riuscire a venire a capo di questa drammatica faccenda. Ho anche lasciato ad Amir il mio numero di cellulare per farmi contattare perché ero stato avvisato che la sera, dopo cena, qualcuno dell’Amministrazione comunale avrebbe fatto un giro di controllo per aiutarli. Amir mi ha richiamato ieri, chiedendomi un posto dove stare la notte perché molto infreddolito. Alla fine la mamma di un mio amico, che conosce bene queste dinamiche, ha detto che si poteva fare, in quanto atto caritatevole, senza incorrere in alcun tipo di problema, e così ne ha ospitati due. Questa notte, grazie anche all’associazione Casa Comune che ha pagato un b&b per gli ultimi 3 che dormivano nel garage, siamo riusciti a trovare un letto per 6 di loro”.

“È una situazione di cui siamo a conoscenza perché alcuni di loro si sono recati presso i nostri uffici – spiega Alessandro Fulimeni, responsabile dei progetti Sprar -. È una questione molto seria, noi abbiamo verificato circa 15 persone ma potrebbero essere di più. Si tratta di ragazzi che fanno istanza di asilo. In questa fase sono in una sorta di limbo, senza poter accedere alle misure di accoglienza previste dallo Stato italiano. Legge che stabilisce come nel momento in cui tu manifesti la tua richiesta, lo stesso Stato deve farsi carico nel caso tu palesi l’impossibilità di avere un alloggio, quindi di fatto sei senza fissa dimora. Dovranno formalizzare la richiesta. Purtroppo, non avendo fatto questo passaggio, al momento questi ragazzi  non possono entrare nel sistema Sprar. Abbiamo una piccola percentuale per le cosiddette accoglienze dal basso e ci stiamo adoperando su questo, facendo una richiesta al Ministero”.


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