di Andrea Braconi
Sono usciti dalla sala consiliare della Provincia con in mano un calendario dell’Aicu, la onlus nata dopo la morte di Carlo Urbani, il medico marchigiano scomparso il 29 marzo 2003 dopo aver scoperto la Sars ed esserne rimasto vittima.
“Una fonte giornalistica”: così Vincenzo Varagona, volto noto della Rai regionale e membro della stessa Aicu, ha definito lo stesso calendario contenente foto scattate da Urbani o riguardanti la sua missione, con frasi e contenuti tratti dai suo scritti.
Una mattinata che ha visto la presenza della moglie di Urbani, Giuliana, e assoluti protagonisti studenti ed insegnanti di diverse scuole: dalla Fracassetti al Montani, dalla Betti ad Amandola, dal Liceo Classico all’Itet Carducci, dall’Isc di Sant’Elpidio a Mare a quello di Montegiorgio. Ma soprattutto a brillare è stata la rappresentanza del Polo Carlo Urbani di Porto Sant’Elpidio, motore del concorso giornalistico giusto alla sua terza edizione, strutturato in due sezioni (video per un massimo di 3 minuti e articolo di giornale) e rivolto agli alunni della scuola secondaria di primo grado (con conclusione programmata per il 5 marzo al Teatro dell’Aquila di Fermo) e di quella di secondo grado (gran finale al Teatro delle Api di Porto Sant’Elpidio il prossimo 27 marzo).
“Questo incontro apre le celebrazioni per i 15 anni della scomparsa di Urbani – ha spiegato Varagona -, che comprenderanno anche una mostra alla Mole Vanvitelliana di Ancona, che si terrà tra metà febbraio e metà marzo”.
A presiedere l’Aicu c’è Tommaso Urbani, figlio di Carlo, che direttamente dall’Iraq ha voluto rimarcare agli studenti come l’associazione si sia interessata subito al concorso, convinta che rappresenti l’occasione non solo per parlare del padre, ma anche per conoscersi e ricevere idee. “Attualmente lavoro con Intersos, un’organizzazione umanitaria che opera in Paesi colpiti da guerre o disastri naturali. Qui in Iraq stiamo rispondendo all’emergenza di Mossul, supportando la popolazione locale a ripartire. Ci occupiamo di progetti di vario tipo, sanitario e di protezione di bambini e persone vulnerabili, oltre che di progetti di istruzione. Sono qui perché ho voluto provare a fare qualcosa anch’io: quello che è successo a mio padre mi ha dato uno stimolo in più e ho deciso di intraprendere questa strada”.
Tema di questa terza edizione del concorso sarà l’amicizia. “È un tema importante che non va sottovalutato, è tanto importante quanto quello che abbiamo della famiglia. Perché l’amico è anche famiglia. Con mio padre avevo un rapporto di complicità e quindi anche di amicizia. Poi l’amicizia si espande, è piena di elementi che contribuiscono a far crescere un rapporto. E accoglienza e solidarietà sono temi che non dobbiamo assolutamente trascurare”.
Ad aprire la serie di interventi Moira Canigola, presidente della Provincia di Fermo, che ha rimarcato l’importanza della figura di Carlo Urbani e lo spirito che contraddistingue l’iniziativa, tutta incentrata sulla sensibilità delle giovani generazioni.
“Il Polo Carlo Urbani e Aicu ci hanno la possibilità di estendere questo concorso a tutte le scuole della provincia – ha ricordato il vice presidente Stefano Pompozzi -. Volevamo fare qualcosa che avesse forza comunicativa di alto livello e abbiamo chiesto la presenza dell’Ufficio Scolastico provinciale, che ci affianca in questa esperienza”.
Proprio Carla Sagretti, dirigente dell’Ufficio, ha rimarcato come sia sempre più necessario ricordare figure che si sono distinte nei campi in cui hanno svolto il loro lavoro.
“Come Comune di Fermo – ha aggiunto il vice sindaco Francesco Trasatti – siamo entrati nel progetto coinvolti dalla Provincia, mettendo a disposizione il Teatro dell’Aquila per una delle due mattinate conclusive. Si tratta di un progetto profondo, anche nel lavoro che verrà portato avanti. E voglio evidenziare in questa occasione la tradizione del nostro territorio anche dal punto di vista sociale, come ad esempio con l’agenzia Redattore Sociale. Ci sono anche qui giornalisti che hanno quella sensibilità in più che fa sì che non si riporti in maniera didascalica un fatto, ma che si metta quel qualcosa in più che ha una valenza umana. In quel caso il lavoro del giornalista è da cittadino del mondo. Cerchiamo, quindi, di uscire dal giardino di casa, il mondo ci richiede un’apertura mentale ed un’ampia capacità di analizzare le cose che accadono”.
“Abbiamo scelto il nome del Polo scolastico dopo un sondaggio online – ha ricordato il dirigente Roberto Vespasiani – e tra gli altri nomi c’erano Margherita Hack, Nelson Mandela ed il maestro Alberto Manzi. Tutta la comunità scolastica ha scelto Carlo Urbani e da quel momento ci siamo cuciti addosso la sua figura. Vi racconto un aneddoto: abbiamo avuto la fortuna di ospitare il vice ministro dell’Economia cinese e quando l’interprete gli ha spiegato cosa c’era scritto sulla targa ricordo, lui sapeva benissimo chi era Carlo Urbani, perché Carlo aveva avuto rapporti con tutti i Paesi interessati dalla Sars”.
“Abbiamo intenzione di avviare una raccolta fondi attraverso la piattaforma online gofound – ha concluso l’insegnante Irene Cassetta – tramite la quale racconteremo la storia del concorso e inseriremo questo progetto, sperando che ci siano persone che abbiamo voglia di sostenerci”.
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