di Marco Ribechi
(foto di Fabio Falcioni)
L’Università di Macerata proclama Don Vinicio Albanesi dottore in scienze pedagogiche. L’illustre sacerdote originario di Campofilone ha ricevuto nel polo didattico Pantaleoni il riconoscimento honoris causa per l’impegno profuso nell’ambito educativo-sociale, culturale e religioso. La cerimonia, inserita anche nella prima edizione della settimana “Unimc for inclusion”, vuole sottolineare, nelle stesse parole del magnifico rettore Francesco Adornato, l’attitudine storica dell’ateneo: «La cultura deve essere al servizio dell’uomo, della sua essenza più vera – spiega Adornato – L’università di Macerata riceve da secoli l’umanesimo come mandato e lo riassume quale valore fondamentale per le generazioni future. Don Vinicio Albanesi può essere considerato un autentico pioniere d’indiscutibile profezia umana e civile».
La vita e le opere di Albanesi spaziano in ambiti diversi: presidente della comunità Capodarco di Fermo, che federa 14 comunità in Italia e all’estero, tra i moltissimi impegni e cariche ricoperte durante la sua vita si è sempre battuto al fianco dei disabili, dei malati, dei tossicodipendenti e di tutte le categorie più deboli e marginalizzate ascoltando il territorio e pensando un’educazione che non fosse meramente assistenzialista ma realmente inclusiva. Nel 2001 nasce anche “Agenzia Redattore Sociale” di cui è editore, uno dei maggiori network multimediali italiani di servizi formativi e di documentazione digitale sui temi della disabilità, del disagio sociale e del welfare.
Dopo la lettura della laudatio da parte di Catia Giaconi, professore ordinario di Didattica e Psicologia Speciale e della motivazione pronunciata da Michele Corsi, direttore del dipartimento di Scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo, Don Albanesi ha tenuto la sua lectio doctoralis: «Avevo preparato un discorso ma ho deciso di stravolgerlo – spiega il sacerdote – Avverto grande gentilezza e affetto e ringrazio tutti per questo. Nel mio percorso fatto di fatica e sofferenza, soprattutto ai tempi del seminario, ho incontrato dio molti anni dopo essere divenuto sacerdote. Sembra strano ma avevo ricevuto una formazione devozionale e moraleggiante. Solo quando, in una libreria di Firenze, lessi nella Somma Teologica di San Tommaso le parole L’amore per il prossimo è l’unico comandamento ho realmente visto il tocco di dio, che mi ha allo stesso tempo liberato da un peso che mi opprimeva».
Una vita quindi consacrata all’azione, al desiderio di aiutare inteso più come senso di sfida che come pietà. Grande la capacità di ascoltare le necessità del territorio che lo hanno sempre portato a comprendere i bisogni imminenti, spesso anche scontrandosi con inimicizie e diffidenze. «Il problema oggi è il rapporto tra competenze e virtù – conclude Albanesi – al giorno d’oggi stiamo perdendo la virtù. Gratuità, volontariato, socialità, solidarietà, comprensione, sollecitudine, cortesia, mitezza, sono tutti concetti che un buon educatore deve portare sempre con sé. A queste aggiungo il tempo perché la povertà più grande che esiste è non poter disporre del proprio tempo». Tra gli applausi della sala gremita e i complimenti dei professori e dei direttori dei dipartimenti di Unimc Don Albanesi, visibilmente felice per il riconoscimento, ha ritirato la pergamena di laurea e il sigillo dell’ateneo.
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Congratulazioni!
Bellissima gionata uomo, prete come lo volete chiamare ma pur sempre una bellissima persona che fa tanto per gli altri prima di giudicare c è da conoscerlo
Mattinata emozionante…complimenti
no… nooooooooooo
Gesù,uomo tra gli uomini ,povero tra i poveri sarà contento e soddisfatto per tanto talento dimostrato da questo suo figlio prodigio