Molte volte siamo stati ospiti della Sala dei Ritratti del Palazzo dei Priori di Fermo. Tra i tanti ritratti di uomini illustri che coprono quasi interamente le pareti, passa inosservata la tela con l’effige di Giuseppe Fracassetti di Fermo, un insigne letterato che ha vissuto per quasi tutto l’arco del XIX secolo.
Come già è stato – solo qualche giorno fa – con la commemorazione delle vittime del Trenino dei Sibillini del 26 novembre 1930, Italia Nostra sezione di Fermo, vuole riportare alla ribalta della storia cittadina una figura certamente di rilievo, ma poco ricordata.
L’ultimo appuntamento del 2017, infatti, sarà l’incontro organizzato con l’Istituto Comprensivo “G. Fracassetti – Capodarco”, sabato 2 dicembre alle ore 10 al Teatro Antonini (via Visconti d’Oleggio 60), dove gli alunni delle terze classi della scuola media con grande entusiasmo presenteranno i loro lavori di ricerca e rielaborazione sulla vita, i viaggi e i trattati riguardanti in particolare Francesco Petrarca, effettuati dal loro illustre cittadino.
Saranno loro i protagonisti dell’incontro perché ci condurranno per mano nel vissuto di G. Fracassetti, dal 1802, anno della sua nascita, al 1883, anno della sua morte, attraversando tutti insieme un secolo di avvenimenti determinanti nella storia della nostra Italia ed anche della nostra Fermo. Ogni intervento degli alunni sarà alternato a brevi brani musicali di Verdi, Rossini, Pergolesi e Strauss.
Un grazie particolare va rivolto alla Dirigente Scolastica Anna Maria Bernardini e a tutte le insegnanti che hanno contribuito alla realizzazione dei lavori degli alunni: Loretta Montanari, Alessandra Remoli, Francesca Turcato, Marta Onori, Maurizio Tempestilli, Silvia Fasino, Cristiana Millevolte, Massimo Bacalini, Tiziana Pasqualè, Guido Porrà, Graziana Fasino.
Infine, da parte di Italia Nostra di Fermo, la segnalazione della necessità di un urgente intervento di restauro della tomba di G. Fracassetti, una delle più interessanti del cimitero di Fermo, opera dell’architetto Giuseppe Partini e dello scultore Tito Sarrocchi, entrambi senesi, realizzata con pregiati marmi toscani e che versa in condizioni di quasi totale abbandono.
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