“Ho unito il mio amore per mio marito e per la Siria”: l’incontro della Tangherlini
con gli studenti dell’Itet

FERMO - La scrittrice di Jesi e volto noto di RaiNew24 ha incontro gli studenti dal "Carducci Galilei" per raccontare come è nato il suo progetto "Matrimonio siriano"

 

di Andrea Braconi

Il legame speciale di Laura Tangherlini con la Siria risale al 2009, nel suo girovagare per perfezionare la conoscenza della lingua araba. “Ci sono rimasta per 3 mesi e mi sono completamente innamorata di quel Paese e di quella gente”. Poi il ritorno – perché a RaiNews24 c’era bisogno di lei – ma con il cuore ancora in viaggio. “Quello che era il mio professore di arabo ancora lo sento, oltre ad altri amici, che oggi sono tutti scappati chi in Olanda, chi Spagna, chi in Inghilterra e qualcuno anche negli Stati Uniti”.

E così la giovane giornalista di Jesi laureata in Scienze della Comunicazione “che voleva fare l’inviata” ma chi si è ritrovata a lavorare in uno studio Rai, ha deciso di costruire qualcosa di diverso. “Quando al tg mi trovavo a dire quello che accadeva in Siria, percepivo che quello che dicevamo in onda erano solo numeri di morti e aggiornamenti di battaglie. Ma mi mancava il lato umano. E così ho iniziato un percorso di sensibilizzazione e di documentazione per cercare di spiegare cosa avvenisse laggiù”.

Ha provato più volte a rientrare, come nell’agosto del 2011 chiedendo un visto. “All’epoca ero in Libano, ma non mi fu concesso di raggiungere la Siria. Così quello che ho fatto è stato cercare di avere un racconto in prima persona per poter poi fornirlo agli altri. L’ho fatto fuori dalla televisione, un percorso parallelo con i libri per dire quello che pensavo. Ed erano i racconti dei profughi, inizialmente andavo in Libano e Giordania per farmi spiegare dalle persone da cosa scappavano, per capire anche come si stava da profughi, quale fosse l’accesso all’istruzione, l’accesso alla sanità, la convivenza con chi li ospitava. E tutto questo l’ho messo nei primi 2 libri”.

Poi, come ha raccontato la stessa Laura questa mattina agli studenti delle classi quinte dell’ITET “Carducci Galilei” e ad una selezione delle classi seconde, ha aggiunto un ulteriore step: il progetto di  “Matrimonio siriano”.

“Un anno fa mi sono sposata e ho organizzato il mio matrimonio in maniera particolare: al posto delle bomboniere con mio marito abbiamo investito quella cifra per aiutare e sostenere a distanza un bambino orfano siriano, Momen, che si trovava in un campo palestinese nel sud del Libano. Abbiamo anche aiutato Terre des Hommes e Uisp per la costruzione di un campo sportivo polivalente nel nord del Libano, oltre ad aver devoluto una parte del costo delle nostre fedi per altri progetti. Appena sposati siamo andati in Turchia, al confine con la Siria, dove ci sono circa 170 orfani di padre siriani in un orfanotrofio ed in un centro diurno per orfani, portando loro giacconi invernali, materiali di cancelleria e giocattoli. Abbiamo scritto anche una canzone – mio marito è un cantautore – e l’abbiamo cantata sia al matrimonio che laggiù. È stato il modo in cui ho voluto unire il mio amore per mio marito e per la Siria. Un mio amico, che all’epoca era in Turchia mentre ora è in Olanda e sta facendo un bel percorso di integrazione, ci ha chiamato il giorno del matrimonio facendomi una bellissima sorpresa.

Tutti i proventi che ricaverò dalla vendita del libro, nel quale ci sono circa 100 profughi che parlano, e del dvd, dove ho condensato gli interventi, andranno a Terres des Hommes per progetti riguardanti i siriani”.

Ad introdurre la mattina con gli studenti il professor Piero Mennò. “Questa iniziativa rientra nell’edizione 2017 della Settimana della Costituzione, organizzata dal Tavolo della Legalità. E il tema di quest’anno è proprio la libertà di movimento, che le classi quinte e seconde affrontano studiando la Costituzione. Un tema presente nell’articolo 16 con il diritto di soggiorno e nel 35 terzo comma, dove è richiamata libertà di emigrare. Fa parte, quindi, del grande insieme delle libertà tutelate dalla nostra carta costituzionale. E anche il secondo principio fondamentale richiama ai diritti inviolabili dell’uomo”.

“Abbiamo qui con noi una persona che viene da esperienze forti – ha aggiunto la dirigente scolastica Cristina Corradini -, è la dimostrazione che dobbiamo preservare i nostri luoghi, la nostra pace e la nostra civiltà: questo è il messaggio che deve uscire oggi da qui. Queste esperienze tremende sono ancora nel nostro dna e nei nostri occhi e nel cuore dei nostri nonni, anche noi abbiamo avuto questo trascorso piuttosto drammatico ma facilmente lo dimentichiamo, ogni volta che a livello civile e sociale non rispettiamo delle regole, delle convenzioni. Ma è obbligo e dovere di ogni cittadino avere una qualità della vita rispettosa delle regole. Ringrazio questo volto giovane e coraggioso, che non si nasconde dietro la facilità di una comunicazione oggi purtroppo rapidissima. Il fatto di andare invece di persona in luoghi dove ci sono altre regole o a volte non ci sono affatto, dove cercare di capire la verità è già un serio problema per la tua vita, significa aver fatto una scelta forte. L’invito che vi faccio – ha concluso rivolgendosi agli studenti – è di saper filtrare la comunicazione e di saperla rendere viva e genuina. Il libro contiene già due parole difficili, la Siria è stata una culla della civiltà, parliamo di un mondo molto raffinato per tante cose. E l’idea di un matrimonio, di un’unione, di un fondersi è molto bella e molto positiva che questa voce ha saputo raccontare. La Siria è un esempio per tutti noi, per non ricadere negli stessi errori, dimostrando a voi ragazzi come difendere sempre la società e i valori del nostro vivere civile”.


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