Pari e patta tra Helvia
Recina e Futura 96

PROMOZIONE - Al rigore trasformato al quarto d'ora della ripresa da Bracciotti risponde in coda alla sfida Ramadori. Risultato equo, con un rabbioso ritorno maceratese negli ultimi istanti di match

Matteo Calvà, allenatore della Futura 96

MACERATA – Un punto a testa, per i ragazzi di mister Calvà utile per non perdere il contatto con la zona nobile della graduatoria, praticamente a porta di mano ( pari punti con l’ultima della griglia Montefano). Per i padroni di casa maceratesi impiegabile invece per tenere lontana la palude di classifica, rappresentata dalla fascia playout distante ora quattro lunghezze.

IL TABELLINO

HELVIA RECINA 1: Recchi, Piccioni, Montanari, Hoxha, Foglia, Campana, Perrella (25’ st Girotti), Domizioli (25’ st Maccioni), Mandorlini (32’ st Andreucci), Ramadori, Badiali. All. Carassai

FUTURA 96 1: Verone, Murazzo, Drammeh, Conte, Bordoni, Marzan (26’ pt Verducci), Capiato, Bartolini, Mannozzi (16’ st Felicetti), Bracciotti (32’ st Angelini), Spinozzi. All. Calvà

ARBITRO: Paradisi di Pesaro

RETI: 15’ st Bracciotti (rig.), 43’ st Ramadori

NOTE: spettatori 250 circa; ammoniti Domizioli, Ramadori, Verone, Bartolini, Bordoni e Angelini; recupero 4’ + 5’

LA CRONACA

Primo tempo avaro di emozioni ma dal punto di vista della contesa sostanzialmente equilibrato. Nella ripresa le squadre approcciano la gara con un piglio diverso, tant’è che in questa fase vengono a maturare ambo le reti. Sblocca l’equilibrio di partenza la trasformazione del penalty, assegnato in maniera legittima dal Direttore di gara ai futurini, da parte di Bracciotti.

Il passivo desta la formazione maceratese di Carassai, tonica nel salire in cattedra dal punto di vista della costruzione di una manovra e premiata quasi allo scadere con il pari, tutto sommato giusto, insaccato da Ramadori alle spalle di Verone. Sulla scia per quanto realizzato, la coda di gara è tutta nel segno dei padroni di casa, che sfiorano addirittura il colpaccio e lamentano la mancata assegnazione di un rigore, stavolta sul proprio conto.

Paolo Gaudenzi


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