“Il segreto dei marò”, Capuozzo intervistato
da Marchionni alla serata
firmata Rotary club Alto Fermano-Sibillini

MONTEGIORGIO - “Il segreto dei marò” (Mursia), presentato nella sala conferenze del ristorante Oscar & Amorina a Piane di Montegiorgio grazie al Rotary Club Alto Fermano Sibillini, presieduto da Paolo Bracalente, che ha organizzato una serata davvero speciale alla quale hanno partecipato soci di vari club marchigiani

(da sinistra): Andrea Santori, Paolo Bracalente, Claudia Marchionni, Toni Capuozzo

“Il ‘caso Marò’ non è chiuso. A oltre cinque anni dai fatti, i due fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati delle autorità indiane delle morte di due pescatori, sono ancora in attesa di sapere se, quando e da chi dovranno essere giudicati. Su questo caso internazionale ha indagato il giornalista Toni Capuozzo con il libro-inchiesta “Il segreto dei marò” (Mursia), presentato nella sala conferenze del ristorante Oscar & Amorina a Piane di Montegiorgio grazie al Rotary Club Alto Fermano Sibillini, presieduto da Paolo Bracalente, che ha organizzato una serata davvero speciale alla quale hanno partecipato soci di vari club marchigiani. Per l’occasione, Capuozzo (storico conduttore di ‘Terra’, vice direttore del Tg5 fino al 2013) è stato intervistato da Claudia Marchionni, caporedattore prima del Tg5 e ora di Matrix. “Per il nostro club è stata una serata indimenticabile – dice il presidente Paolo Bracalente –. Capuozzo e la Marchionni hanno coinvolto i presenti in un dibattito davvero molto interessante. Oltreché professionisti di fama, sono persone speciali che hanno accettato senza problemi di parlare di un tema ancora scottante”.
Con il libro, che ha avuto 8 edizioni ed è stato un vero caso editoriale, Capuozzo ha indagato a fondo, senza pregiudizi, sulla vicenda. Con il suo lavoro ha contribuito non solo a fare chiarezza sui fatti, ma a riportare all’attenzione delle autorità italiane la vicenda iniziata il 15 febbraio del 2012 quando, nell’Oceano Indiano, due pescatori vengono uccisi da una raffica di colpi sparata da una nave mercantile. Nello stesso giorno la Enrica Lexie, petroliera italiana con a bordo un Nucleo Militare di Protezione, ha respinto un tentativo di abbordaggio. Nel giro di poche ore la nave italiana inverte la rotta e viene fatta ormeggiare nel porto di Kochi, e qualche giorno dopo i due fucilieri di Marina, Latorre e Girone, vengono arrestati. Comincia così il “caso marò”, “una vicenda – ha sottolineato Capuozzo – che è diventata un limbo giudiziario fatto di inchieste approssimative, estenuanti dibattiti sulla giurisdizione e sull’immunità funzionale, rinvii e nulla di fatto”. In sala, Capuozzo ha ripercorso gli eventi, a cominciare dalla legge che consentì l’impiego di personale militare a bordo di navi mercantili. E ha spiegato il groviglio giuridico che ha intrappolato due Paesi amici, l’Italia e l’India, e il peso degli interessi economici e politici che hanno condizionato la vicenda, gli errori di tre governi e cinque ministri degli Esteri italiani. Ma soprattutto ha ricostruito l’incidente del 15 febbraio facendo emergere tutte le contraddizioni e le lacune dell’inchiesta indiana e avanzando un’ipotesi di innocenza dei due militari, mai fatta propria dalla diplomazia italiana. Latorre e Girone hanno sempre detto: “Siamo innocenti”.


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