“Applicarsi sempre, nulla è impossibile”,
il messaggio del paralimpico Devincenzi
ai ragazzi del polo Urbani

PORTO SANT'ELPIDIO/SANT'ELPIDIO A MARE - L'atleta e mental coach è protagonista del "Giro d'Italia formativo" che lo sta portando in tutte le regioni. Ha fatto visita agli studenti dei plessi di Porto Sant'Elpidio e Montegiorgio e poi i ragazzi del Tarantelli di Sant'Elpidio a Mare

Ha perso una gamba quando aveva solo 17 anni, ma ha trovato una straordinaria motivazione e la capacità di comunicarla, soprattutto ai più giovani. Una mattinata intensa quella di ieri per gli studenti del Polo Urbani, insieme ad Andrea Devincenzi, atleta paralimpico e mental coach, protagonista del “Giro d’Italia formativo”, un tour che lo sta portando ad attraversare tutte le regioni per incontrare 100 scolaresche ed oltre 50.000 studenti. Devicenzi ha fatto visita agli studenti dei plessi di Porto Sant’Elpidio e Montegiorgio, per poi spostarsi in un teatro Cicconi gremito per incontrare i ragazzi dell’istituto Tarantelli di Sant’Elpidio a Mare.
Il suo si chiama Progetto 22, come l’elenco dei valori positivi che nelle sue lezioni comunica ai ragazzi: amore, apprezzamento, assertività, conoscenza, cooperazione, coragio, costanza, crescita, curiosità, determinazione, dolcezza, equilibrio, forza, generosità, gratitudine, onestà, ottimismo, resilienza, sensibilità, tenacia, umiltà, volontà.


Devicenzi oggi svolge l’attività di mental coach, oltre un’attività sportiva semiprofessionistica nel paratriathlon, che lo ha portato anche a conquistare la medaglia d’argento ai Campionati europei disputati in Turchia nel 2013. “Nonostante abbia percorso più di 100.000 chilometri, non sono ruscito a partecipare ad un’Olimpiade – racconta l’atleta – Non sempre si raggiungono gli obiettivi ai quali lavoriamo, io credo di aver raggiunto il 30% dei traguardi che puntavo a superare nella vita. L’importante è continuare ad applicarsi. Niente è impossibile”. L’atleta ha raccontato quanto sia stato difficile accettare la perdita di una gamba, dopo un incidente moticiclistico nel 1990. “I primi mesi sono stati difficilissimi, poi ho trovato le motivazioni e la forza per reagire, quando ho capito che i risultati che avrei raggiunto nella vita non dipendevano dal numero delle mie gambe, ma da quello che avevo in testa. La notte dell’incidente ho perso tantissimo sangue e senza trasfusioni sarei morto. Per questo oggi sono anche testimonial Avis. Il mio cuore si è fermato per 50 secondi, mi piace immaginare che qualcuno, nell’altro mondo, abbia deciso di rispedirmi qui perchè la mia missione non era terminata”. Una testimonianza accompagnata da foto e filmati di gare, sfide, lunghi viaggi in mete estreme. Al termine degli incontri, autografi, ma anche domande e curiosità degli studenti su diversi argomenti. “Grazie a chi ci ha permesso questo incontro – ha commentato Devicenzi dopo la mattinata al Cicconi – Il successo è dovuto alla nostra idea di realizzare questo progetto, di chi ci appoggia ma anche e soprattutto di quei professori e dirigenti che accettano di accoglierci nei loro istituti e che lavorano prima e dopo la nostra conferenza”.

M.M.


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