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Tensostrutture distrutte dal vento,
Adotta una Stalla:
“Avevamo previsto tutto”

POST SISMA - I volontari del progetto nato a Sant'Elpidio a Mare tornano a denunciare i problemi connessi alle stalle nelle zone terremotate

di Andrea Braconi

Meno di un anno fa l’allarme era stato lanciato dagli stessi allevatori terremotati: le tensostrutture non reggeranno a vento e neve. Ad unirsi a quel coro, che contestava la scelta della Regione Marche, c’erano anche i volontari del progetto Adotta una Stalla, nato a Sant’Elpidio a Mare che oggi, dopo aver ricevuto le immagini di una struttura del Maceratese lacerata, tornano sull’argomento.

“Avevamo paura di questo, perché era previsto – scrivono -. Gli allevatori a gennaio, durante i nostri sopralluoghi ci parlavano di questo pericolo che avevano esternato anche a chi di dovere sentendosi rispondere: ‘Tu hai le pecore che ne sai di tensostrutture, noi le facciamo da 40 anni’. Anche dietro nostra pressione, finalmente a marzo la Regione aveva ‘aperto’ alle stalle in legno: traspiranti, modulabili, resistenti al vento e al terremoto, e soprattutto molto meno costose delle tensostrutture”.

Lapidaria la risposta anche sul fatto che la tensostruttura in questione non ospiti animali ma fieno. “È ovvio, quest’allevatore, come molti altri, capendone la vulnerabilità, gli animali non ce li ha messi dentro a rischiare di morire”.

Nonostante i ritardi e gli errori, quelli di Adotta una Stalla non hanno intenzione di disimpegnarsi. “Grazie a voi – rimarcano rivolgendosi ai tanti sostenitori – abbiamo costruito delle stalle in legno e ferro zincato e vogliamo continuare. Ora, a più di un anno di distanza, vogliamo ricordarvi che il terremoto nelle Marche non è finito, purtroppo, e non a causa della cara Madre Terra”.


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