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Verducci su università e ricerca:
“Il diritto allo studio è la riforma vitale”

SCUOLA - Gli estratti dell'intervento che il senatore e responsabile nazionale del Dipartimento Università e Ricerca del Partito Democratico ha tenuto a Roma negli scorsi giorni nell'ambito dell'iniziativa “La cosa giusta: idee per il diritto allo studio, l'università, la ricerca”

di Andrea Braconi

Un lungo ed articolato intervento quello che Francesco Verducci, responsabile nazionale del Dipartimento Università e Ricerca del Partito Democratico, ha tenuto a Roma negli scorsi giorni nell’ambito dell’iniziativa “La cosa giusta: idee per il diritto allo studio, l’università, la ricerca”.

“La battaglia per l’università e la ricerca – ha rimarcato Verducci – è una battaglia innanzitutto culturale e politica, sono un bene pubblico nevralgico capace di dare linfa e vitalità alla nostra democrazia, oppure, al rovescio della medaglia, di sclerotizzarla o di incepparla. Scandali e baronie in questo mondo sono stati spesso presi a pretesto per furiose campagne contro l’università pubblica”.

Ricordando il biennio caratterizzato dall’azione degli allora ministri Tremonti e Gelmini, Verducci ha rimarcato come le loro scelte abbiamo costretto il sistema ad una durissima involuzione, con diminuzione delle immatricolazioni e del numero dei docenti, con un aumento di una precarietà sempre più cronica.

Come invertire, quindi, la tendenza? “La ricerca ha bisogno di continuità e certezze per diventare un’infrastruttura di punta a livello europeo” ha affermato. E nell’evidenziare le crescenti disuguaglianze sociali, presenti in maniera marcata anche nell’università italiana, Verducci ha citato l’articolo 3 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Un punto fondamentale dal quale ripartire, insieme ad una serie di interventi mirati come, oltre ai 400 milioni di stanziamento per i Progetti di rilevante interesse nazionale (Prin) e per la ricerca di base, abbia come focus il diritto allo studio (“La riforma vitale, il tema decisivo”), il reclutamento di nuovi ricercatori, la valorizzazione dei dottorandi, il recupero degli scatti stipendiali dei docenti e la stabilizzazione dei precari degli enti di ricerca.

Per realizzare tutto questo, ha aggiunto Verducci, la politica deve ritornare ad avere un ruolo forte: un percorso imprescindibile, per sostenere in maniera concreta e continuativa anche il mondo universitario (“E per farlo dobbiamo anche superare la logica del numero chiuso, dobbiamo stare dalla parte di chi apre le porte”) e quello della ricerca.

“Servono opportunità e standard uguali in tutte le regioni del nostro Paese, servono investimenti per fare in modo che chi studia a Catania abbia gli stessi servizi e welfare studentesco di chi studia a Firenze, Bologna o Milano”.


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