FERMO – In questi ultimi giorni riguardo alla Bike Card, la cosiddetta tassa per i ciclisti, se ne sono sentite e dette di tutti i colori. A far ulteriore confusione ci hanno pensato anche i media nazionali con servizi che andavano ad intervistare anche chi va in bici con la Graziella invece di rivolgersi ai cicloamatori che partecipano o hanno intenzione di partecipare a manifestazioni ufficiali. Loro sono gli unici a dover essere interessati a questa nuova direttiva legislativa, non i cosiddetti ciclisti della domenica.
In pratica, fino a pochi giorni fa chi voleva andare in bici sia per partecipare a manifestazioni sportive che per tutela personale, aveva la necessità di associarsi con una società regolarmente affiliata ad un Ente di Promozione Sportiva riconosciuto dal CONI, il quale provvedeva al rilascio di una apposita tessera con annessa polizza assicurativa per salvaguardia personale o verso terzi, secondo le proprie esigenze.
Ora invece chi volesse partecipare ad eventi sportivi dovrà richiedere, alla FCI (Federazione Ciclistica Italiana) la cosiddetta Bike Card al costo di 25 Euro, con la stessa FCI che è incaricata a gestire le somme incamerate secondo quanto previsto dalla normativa appena approvata.
Federazione Ciclistica Italiana che, vista la normativa che entra in vigore immediatamente, per organizzarsi all’uopo ha emanato un comunicato che permette, in via straordinaria per altri trenta giorni, la partecipazione a manifestazioni anche senza il possesso di tale Card, questo dopo accordi con gli Enti di Promozione Sportiva ACSI e UISP, lasciando fuori un altro Ente, il CSI (Centro Sportivo Italiano) tra i più importanti in Italia che immediatamente in merito a questo argomento, alcuni giorni fa, il 29 dicembre 2017, ha emesso un comunicato ufficiale dove viene illustrata a carattere generale la detta normativa ed a carattere particolare per i tesserati con il proprio ente.
Questo il contenuto del comunicato del CSI:
“In data 22 dicembre 2017 è stato pubblicato sul sito web della FCI un comunicato avente ad oggetto “Nuova Convenzione tra FCI, ACSI E UISP”. Nel comunicato in questione viene preannunciata la “sottoscrizione di una nuova convenzione che prevede la reciprocità di partecipazione alle manifestazioni ai propri tesserati”.
Nei fatti, detta preannunciata “Nuova Convenzione” consentirebbe la partecipazione ad eventi organizzati dalla FCI, dall’ACSI e dalla UISP a condizione che si acquisti da parte di ogni singolo atleta “una Bike Card del costo di 25 euro” che – senza fornire alcun servizio assicurativo – “dovrà essere obbligatoriamente presentata alle manifestazioni con la tessera del relativo EPS (Ente di Promozione Sportiva).
Sono in corso colloqui tra il presidente CSI e FCI allo scopo di comprendere le motivazioni che hanno suggerito alla FCI di pubblicare detto comunicato, il cui contenuto pare – evidentemente – un “avvertimento” a tutti i praticanti il ciclismo a tesserarsi solo con la FCI ovvero con ACSI e UISP.
In realtà, è a tutt’oggi vigente – e lo sarà fino al 31 marzo 2021 – la (non revocata) convenzione sottoscritta tra la FCI e la CSI nell’aprile del 2017, regolarmente depositata presso l’ufficio organi collegiali della FCI, in virtù della quale “Le Società Sportive possono liberamente sottoscrivere sia singola che doppia affiliazione con FCI e CSI …” sicché “E’ garantita la reciprocità di partecipazione ad eventi sportivi organizzati dalla FCI e/o dal CSI di atleti tesserati alla FCI e/o al CSI…” (vedasi “ALLEGATO n. 3 alla Convenzione)”.
Ciò posto, si intende assicurare tutti i tesserati e tutte le società sportive presso i rispettivi Comitati territoriali che l’affiliazione al CSI per l’anno sportivo 2017/18 garantirà la partecipazione a tutti gli eventi organizzati dalla FCI senza alcun ulteriore adempimento.
In conseguenza di quanto comunicato dal CSI al redattore non resta che interpretare il comunicato della FCI inesatto: quindi per i tesserati FCI, ACSI, UISP e CSI nulla cambierà rispetto al passato.
Tiziano Vesprini
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