Una delle attività commerciali che hanno aderito allo sciopero
Il sindaco e l’amministrazione sono stati chiari sulla protesta messa in atto sabato scorso da parte dell’associazione Commercianti: “Non è la serrata la risposta, sono stati coinvolti nell’organizzazione del Natale e non ci hanno nemmeno fatto una telefonata” (leggi l’articolo). E la replica dell’associazione non si fa attendere: “Se un negozio o una piazza vuota non sono cose serie vuol dire che il copione che sta portando avanti questa amministrazione è una sceneggiata drammatica per le famiglie che vivono di commercio a Porto San Giorgio. La manifestazione di protesta andata in scena sabato scorso è stato un successo oltre le aspettative perché si è trattata di una iniziativa spontanea, apolitica (c’era anche chi ha sostenuto questa maggioranza) e nata in poche ore attraverso un tam tam tra negozianti. Sono quasi 40 le attività che hanno esposto la locandina di adesione alla protesta nella zona del centro, ristoranti del lungomare e bar(alla richiesta di una lista rispondiamo che ritornare ad un ostracismo ateniese ci sembra esagerato). Imprenditori che hanno esternato il segnale di malessere non figlio della congiuntura, non figlio dei nuovi mercati ma di una piazza come Porto San Giorgio che non è più attrattiva per via di scelte programmatiche povere di contenuti. Il malcontento si è allargato a macchia d’olio perché la categoria si sente presa in giro dai numeri che questa amministrazione continua ad esternare sulle presenze del Natale.
Il presidente dell’associazione Commercianti, Marco Fedeli
E’ il ‘va tutto bene’ che ha fatto scattare la protesta: la piazza vuota con attrattive non adeguate al periodo natalizio sono il danno di immagine che dovrebbe far riflettere non il clamore mediatico di un legittimo malcontento. C’è chi parla di harakiri dimenticando la propria storia e chi politicizza con merende l’antimanifestazione: questa è la reprimenda che fa male alla democratica espressione di un malessere non l’incoscienza nel giorno di apertura della boutique e caffe Novecento che nessuno conosceva perché non pubblicizzata.
I nostri livori elettorali non fanno parte dei bilanci aziendali. Siamo parte integrante della città e chiediamo attenzione nella progettualità a lungo termine per le infrastrutture che sia viabilità, parcheggi, illuminazione, sicurezza o miglioramenti urbanistici.
Vogliamo essere coinvolti nelle decisioni e programmare i grandi eventi insieme alle realtà cittadine. E’ facile dire che le nostre proposte erano troppo costose quando non sono state mai prese in considerazione.
Non si può programmare il Natale dimenticando che lo è anche per i ragazzi di 15/25 anni, coloro che tengono vive le piazze. La città ha bisogno di un cambio di passo ma per farlo occorrono figure professionali che disegnino un percorso con una progettualità che faccia diventare noi commercianti e le associazioni cittadine attori di una sceneggiatura tesa a rilanciare la socialità e la principale industria cittadina, o meglio quel che resta perché se una vetrina che si accende fa immagine ed è un valore aggiunto, una che se ne spegne affossa l’economia delle famiglie impiegate. Invitiamo l’amministrazione a partecipare ad una assemblea pubblica che sarà indetta a breve per spiegare i programmi futuri”.
Sciopero dell’associazione Commercianti, amministrazione al vetriolo: «A noi nemmeno una telefonata»
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