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Erosione, summit infuocato
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Sciapichetti: «Ok alle scogliere emerse»
Gli operatori vogliono tempi certi

PORTO SANT'ELPIDIO - L'incontro "a tre" allo chalet Konkobà. L'assessore regionale: "Oggi prendiamo l'impegno di prevedere le scogliere emerse su tutto il litorale di Porto Sant'Elpidio. Sui tempi non facciamo promesse al vento". Ma i balneari non ci stanno

 

Le scogliere emerse su tutto il litorale di Porto Sant’Elpidio saranno inserite nel Piano regionale di difesa della costa, il problema sulle autorizzazioni per il posizionamento dei sacchi a protezione degli stabilimenti è risolto, si tenterà di inserire la protezione della costa nei fondi statali per la difesa del suolo, procedura che consentirebbe di intercettare risorse in tempi più rapidi. Per il posizionamento di blocchi di cemento davanti agli stabilimenti, si può percorrere la strada dell’ordinanza del sindaco per lavori di somma urgenza. Queste, in estrema sintesi, le risposte della regione Marche, oggi allo chalet Konkobà di Porto Sant’Elpidio, per discutere i drammatici problemi di erosione costiera che affliggono il litorale della città. Nutrita la truppa dalla regione Marche, con gli assessori Fabrizio Cesetti e Angelo Sciapichetti, il consigliere Francesco Giacinti, i tecnici. Una trentina gli operatori presenti, tra concessionari di spiaggia e titolari di attività recettive. In sala anche gli assessori Annalinda Pasquali e Milena Sebastiani, i consiglieri comunali Massimo Rocchi, Simone Malavolta, Enzo Farina, il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Giorgio Marcotulli, Maria Teresa Scriboni di Confcommercio, Luciano Romanella.

Passi avanti che non bastano ai balneari, che chiedono risposte nel breve periodo e temono che le loro strutture non sopravvivano alle prossime mareggiate. Un incontro teso, in cui emerge la disperazione di chi da anni fronteggia i danni dell’erosione e si palesa l’inadeguatezza del vecchio progetto di scogliere soffolte.
Esordisce il sindaco Nazareno Franchellucci, facendo il punto delle tappe precedenti. “Abbiamo l’assoluta necessità di inserire le scogliere emerse nel Piano di difesa della costa, ormai l’erosione fa danni anche quando non ci sono mareggiate, per la prima volta l’anno scorso abbiamo avuto problemi di alta marea anche d’estate. E’ una situazione sempre più precaria e stabilimenti che non avevano mai avuto criticità ne sono stati interessati.
Si chiarisce subito, con l’ing. Velis Cremonesi della Regione, che i problemi burocratici per l’autorizzazione a posizionare i sacchi di ghiaia come protezione temporanea sono risolti, perchè si tratta di interventi in continuità con quelli eseguiti negli anni passati.

I balneari chiedono protezioni radenti, tradotto scogli o blocchi di cemento a ridosso degli chalet, soluzione che non convince i tecnici regionali. “Se si fanno le radenti siamo alla frutta” nota l’ing. Giorgio Filomena della Regione, la titolare del Salè Cinzia Brunelli fa notare che “alla frutta ci siamo da anni, le protezioni radenti mi hanno salvato la vita. Dovete capire che noi non siamo imprese, ma persone che non hanno più di che vivere”.

Suscita stupore un’altra puntualizzazione dell’ing. Filomena sulle opere di protezione del litorale sud realizzate nel decennio scorso. “La struttura che abbiamo davanti non è nata come scogliera sommersa, ma come piede”. “Ci hanno sempre detto che erano scogliere” si sorprendono i concessionari. Il geologo della Regione Luigi Diotallevi conferma che il nuovo Piano regionale elaborerà diverse ipotesi, tra cui “la chiusura totale con scogliere emerse di tutta la costa di Porto Sant’Elpidio”.
L’assessore Sciapichetti garantisce l’impegno di inserire le scogliere emerse, ma non si sbilancia sui tempi e sul “dove, come e quando individueremo le risorse. Ma qui oggi prendiamo una posizione chiara e incontrovertibile”.

“Mi spiace, non ci credo più. E’ la quarta volta che sento assumere questi impegni – risponde Stefano Alessandrini dell chalet Trentasettev – Non abbiamo il tempo di arrivare a vedere quest’opera, qui serve una scogliera base di 15-20 metri davanti agli stabilimenti, che poi potrete riutilizzare come fioritura quando si faranno i lavori per le scogliere emerse. Sarebbe un anticipo di spesa per salvare le strutture”.
Elpidio Montevidoni del Sudomagodo punta il dito contro il pennello alla foce sul fiume Tenna.
Cinzia Brunelli del Salè dice di andarsene “con la certezza che magari qualche collega si salverà, ma io chiuderò. Non abbiamo più anni da aspettare. La Regione Marche è arrivata a mandare una lettera invitando il sindaco a togliermi la concessione balneare. Con tutti i danni che ho subito avete avuto questo coraggio”.
Il titolare del villaggio La Risacca, Alberto Monelli, nota come “dal 2005 ad oggi si siano spesi milioni per interventi che hanno fatto perdere nella zona nord della città 8 ettari di costa, solo il mio campeggio ne ha persi 2, tutto a causa del pennello (posizionato all’altezza del fosso Castellano, ndr). Chi in Regione si prende le responsabilità dei danni che ha prodotto? C’è una seria volontà di risolvere problemi o siamo ancora alle chiacchiere?”
Fiorenzo Talamonti del Tropical ricorda di aver avuto, prima delle scogliere soffolte, che si fermano subito a sud del suo chalet, “50 metri di spiaggia, ora ne ho 10 con uno scalino di un metro e mezzo. Basta l’onda di una nave da crociera e l’acqua arriva agli ombrelloni. Apprezzo l’impegno della Regione, ma qui vengo a chiedere un impegno sui tempi per avere i fondi per difendere la costa”.
“Prendete in considerazione il grido di dolore di queste imprese – auspica Teresa Scriboni di Confcommercio – Qui non si trata di salvare aziende private, ma concessioni demaniali, con tutto l’indotto che portano”.

Fa il punto l’assessore Cesetti: “Non possiamo rispondere dell’operato di altri di cui non mi importa nulla. Qui prendiamo impegni, ci mettiamo la faccia e li rispettiamo. Io non scappo. E’ chiaro che servano anche misure immediate, altrimenti le scogliere arriveranno quando non ci sarà niente da salvare. La procedura farraginosa per i sacchi è stata semplificata e sbloccata, le scogliere nel Piano regionale saranno inserite, al massimo entro l’anno. Possiamo tentare di inserire la protezione della spiaggia nelle procedure per attingere ai fondi statali per la difesa del suolo. E’ una possibilità difficile, ma va tentata, perchè sbloccherebbe risorse dello Stato nell’immediato”.
Aperture anche sulla possibilità che tramite un’ordinanza del Sindaco per lavori di somma urgenza si possano adottare protezioni temporanee più corpose dei sacchi di ghiaia. Un tema che verrà approfondito a breve.

In chiusura la sintesi dell’assessore Sciapichetti: “Usciamo da qui con l’impegno di approvare, speriamo prima dell’estate, il Piano di difesa regionale che inserisce le scogliere emerse per P.S.Elpidio. Il problema dei sacchi è stato già risolto. Il posizionamento di massi come opera di somma urgenza su ordinanza del Sindaco potrebbe essere consentito, serve un’ulteriore riflessione, ma la approfondiremo. Tentiamo attingere ai fondi di Italia sicura sulla difesa del suolo per la protezione della costa”.
Riunione finita, tra impegni concreti, ma anche tempi troppo lunghi per chi non può permettersi più incertezze. Uscendo, Luciano Romanella si chiede “dove sia la politica del territorio. Qui c’è tutta la Regione, dai tecnici agli amministratori, e all’infuori di Porto Sant’Elpidio non si è visto nessuno”.

 


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4 commenti

  1. 1
    Loredana Cangini il 19 Gennaio 2018 alle 10:39

    Ci vogliono i fatti concreti …….

  2. 2
    Serena Biondi il 19 Gennaio 2018 alle 11:04

    Sergio … e tu co la febbre a casa?!

  3. 3
    Sergio Belletti il 19 Gennaio 2018 alle 11:11

    Mejo per loro!e’ la quarta volta che si riuniscono per sparare le stesse cazzate! E guarda caso sempre sotto elezioni. Sono penosi

  4. 4
    Serena Biondi il 19 Gennaio 2018 alle 11:14

    <3 ...proprio fortunati!

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