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Sant’Antonio a Montelparo, tra benedizione di animali e crescita della festa del baccalà

MONTELPARO - Aumento delle presenze per una festa capace di portare nel territorio montano appassionati della cucina di pesce. Un abbinamento che conferma di funzionare

di Alessandro Giacopetti (foto Giuseppe Mariucci)

Quella di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali, è una ricorrenza molto sentita a Montelparo. Da venerdì a domenica si è svolta l’edizione 2018 della festa del Baccalà, che ha portato, secondo le stime, circa 7500 persone nel paese dell’alta valle dell’Aso: più del solito, dato che stime di anni precedenti parlavano di 7000/7300 porzioni. 17 quintali di baccalà Gaspé hanno soddisfatto i palati di quanti sono giunti nel paese montano dal Fermano, dalle province limitrofe ma anche dall’Anconetano e addirittura da fuori regione per non perdersi l’appuntamento culinario che affonda le radici nella storia. Nella prima serata nutrita la presenza di sindaci e autorità del territorio.

Grande il lavoro svolto dal Comitato che si occupa dell’organizzazione presieduto da Matteo Lupi, dal Comune, con il sindaco Marino Screpanti al lavoro dietro i banconi e nelle cucine allestite sia nella palestra comunale che in una tensostruttura in piazza Marconi, e dall’associazione giovanile Il Chiostro. Oltre alla classica porzione di baccalà, molto ambita è stata anche la polenta con sugo di pesce e il tiramisù. Quest’anno c’è stata anche la novità delle borse per la spesa in tessuto, gialle e blu (i colori della città), con da un lato il profilo di Montelparo e dall’altro la storia della festa del Baccalà. Il ricavato andrà per la ricostruzione post-sisma. Una storia che risale al 1703, e alla ricostruzione del convento agostiniano da parte del lavoro volontario di molti cittadini montelparesi e contadini delle campagne circostanti. Per ringraziarli della fatica, i frati agostiniani organizzarono un banchetto a base di pregiato baccalà, offrendolo con un filone di pane e un litro di vino. Oggi, la tradizione continua per tutti coloro che hanno la fortuna di acquistare un biglietto nei giorni precedenti alla manifestazione, il cosiddetto “Coppu”, in una delle attività commerciali del paese.

La mattina di domenica 21 gennaio, ultimo giorno della festa del Baccalà Gaspé di San’Antonio, inoltre, si è svolta una cerimonia religiosa molto partecipata in onore proprio di Sant’Antonio Abate iniziata con la messa, celebrata da padre Agostino Maiolini nella chiesa dei Santi Pietro e Silvestro, l’unica agibile dopo il sisma tra le 13 presenti nel territorio montelparese. Quindi la statua del Santo, è stata riportata nella chiesa di San’Agostino con una processione accompagnata dai componenti della banda di Castignano. Un momento molto sentito dalla popolazione è stato quello della benedizione degli animali, portati dai fedeli, arrivati anche dalle campagne e da alcuni centri limitrofi a Montelparo.

 

 

 


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