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Droga nei tubetti dei farmaci:
sei arresti nell’operazione Orange

ASCOLI - Dal comando provinciale dell'Arma: "Ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sei persone ritenute, a vario titolo, responsabili di detenzione illecita di stupefacenti, continuata e in concorso" tra Ascoli, Martinsicuro e Pozzuoli. In azione anche l'elicottero dell'Arma e le unità cinofile

Il maggiore Quagliozzi e il tenente colonnello Niglio illustrano l’operazione Orange

di Andrea Ferretti

Sei persone sono state arrestate all’alba dai Carabinieri di Ascoli a chiusura dell’Operazione “Orange”, con l’accusa di detenzione illecita di stupefacenti, continuata e in concorso. In totale gli indagati sono dieci e, degli altri quattro, uno era si trovava già in carcere. Dietro le sbarre sono finiti due albanesi residenti a Martinsicuro (Teramo), un napoletano e tre ascolani (uno in carcere e due ai domiciliari). Tutte persone di età compresa tra i 40 e i 50 anni, tutti conosciuti dalle forze dell’ordine. I militari dell’Arma li monitoravano da diverso tempo ed hanno chiuso il cerchio quando ormai era lampante la loro attività illecita. Coordinati dal comandante provinciale tenente colonnello Ciro Niglio e dal comandante del Reparto Operativo maggiore Pompeo Quagliozzi, i Carabinieri hanno eseguito le ordinanze (4 in carcere e 2 ai domiciliari) del Tribunale di Ascoli («il ringraziamento va anche al lavoro svolto dal procuratore Umberto Monti, dal sostituto Lorenzo Destro e dal gip» ha sottolineato Niglio).

Il comandante, nell’illustrare i dettagli dell’operazione («abbiamo inferto un duro colpo al mercato della droga del territorio, visto che si tratta di una zona compresa tra Ascoli, San Benedetto e Martinsicuro») ha ribadito il certosino lavoro di monitoraggio «dei nostri ragazzi – come li definisce – che si sono avvalsi di intercettazioni telefoniche e ambientali, seguendo per mesi soggetti su cui non avevamo dubbi fin dall’inizio, ma che avevamo necessità di capire come agivano».

A Martinsicuro c’era la “regia” di questa attività criminale. Martinsicuro era anche luogo di approvvigionamento così come Napoli. Ascoli e San Benedetto e i rispettivi luoghi della movida frequentata dai giovani, erano invece le piazze dove venivano cedute dosi di eroina e cocaina. Tanta droga ma in piccole dosi (da 0,50 a 1 grammo), quasi sempre celata nei tubetti di plastica del farmaco “VivinC” che, specialmente d’inverno, sono in molti a tenere in tasca o in borsa. E per questo ancora di più… insospettabile.

Tutto nasce da una serie di reati sul territorio culminati con la rapina al bar Orange (ecco spiegato il nome dell’Operazione) di via Napoli ad Ascoli. A quel punto i Carabinieri iniziarono a mettere sotto  controllo alcuni soggetti. L’obiettivo era capire se tra loro ci fossero basisti e se dietro furti, rapine e reati contro il patrimonio ci fosse altro. Alla fine il mosaico si è completato. Una delle ultime “tessere” è stato il continuo andirivieni (anche più volte al giorno) di alcuni di questi soggetti tra Ascoli e la costa (San Benedetto, ma soprattutto Martinsicuro). Alcuni episodi sono culminati addirittura con la flagranza, ma è emerso anche che uno dei tre ascolani arrestati ha regolarmente ceduto la propria auto a uno dei due albanesi di Martinsicuro per pagare la droga che poi rivendeva. Si tratta di una Audi A6, del valore di almeno 20.000 euro. Una sorta di baratto che non è sfuggito all’attenzione dei Carabinieri. L’auto è stata sequestrata.

E’ stata quindi un’alba di grande lavoro per i Carabinieri, come testimonia l’elicottero del 5° Nucleo elicotteri di Pescara, che ha sorvolato più volte la città. Sono state effettuate ben dieci perquisizioni domiciliari e personali anche con l’ausilio di due unità cinofile del Nucleo cinofili dei Carabinieri di Pesaro. Insomma, un lavoro di squadra che ha portato dietro le sbarre del carcere di Marino del Tronto soggetti pericolosi e anche con precedenti «che sono rimasti sorpresi quando li abbiamo arrestati» raccontano Niglio e Quagliozzi.

«Mi preme sottolineare – spiega il tenente colonnello Niglio – che questa operazione ha avuto avvio in un periodo molto critico per il territorio ascolano a causa del terremoto e delle successive abbondanti nevicate. Noi siamo sempre stati, e continuiamo ad esserlo ogni giorno, molto vicini alle popolazioni delle zone terremotate. Ma questo non significa che abbassiamo la guardia per quanto riguarda reati contro il patrimonio o, come in questo caso, spaccio di droga. Non ci sono elementi che al momento ci fanno ritenere possa esserci un livello superiore – la sua conclusione – ma intanto abbiamo inferto un duro colpo al traffico di droga locale».

 

 


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