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“Il Parco opprime cittadini e imprese”:
per Marinangeli subito un confronto

AMANDOLA - Il primo cittadino rimarca come sia urgente lavorare in maniera condivisa per coniugare turismo e sviluppo da una parte, protezione dell'ambiente dall'altra

di Andrea Braconi

È un tema caldo, caldissimo quello del rapporto tra il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, le istituzioni e le comunità locali. Da un lato, anzi, da un versante ci sono i castellucciani che minacciano l’uscita dall’ente mentre il sindaco di Norcia (di cui Castelluccio è frazione) rassicura su come il Parco non sia un problema ma piuttosto “un valore aggiunto”. Dall’altro, ad est, c’è chi fa capire senza tanti giri di parole che i problemi sul tavolo restano e che oggi è ancora più impellente la necessità di un confronto.

“Abbiamo avuto una grossa discussione in maggioranza su questo tema perché il Parco, è indubbio, ha perso lo slancio iniziale” commenta il sindaco di Amandola Adolfo Marinangeli.

Cosa rappresenta oggi il Parco?

“Doveva essere il veicolo di salvaguardia prima e di promozione dopo, invece si è trasformato in un Parco di vincoli. Oramai lo vediamo stringente, lo vediamo addosso alla gente e alle aziende. Non è questo il Parco che era nato con l’unanimità di tutta Amandola. All’epoca avevamo voluto mettere dentro tutto il centro urbano, proprio per dare più significato ad una scelta così forte. La salvaguardia è un conto, ma che sia opprimente nei confronti dei cittadini che ci vivono, che sono secondi se non terzi a tutto, è un modo sbagliato e che fa riflettere, portando la gente a pensare ad una cosa sbagliata come quella di uscirne. Ma purtroppo, in una situazione del genere, il non capire che c’è bisogno di coniugare turismo e sviluppo da una parte, protezione dall’altra è un errore madornale.”

Quindi, quali potrebbero essere gli scenari futuri?

“Abito ad Amandola da 62 anni e non ho mai visto un Parco così opprimente e con il fiato sul collo. Non c’è un colloquio, non c’è una dimensione di contatto, lo senti un ente staccato, lontano, che vive chissà dove. Per ogni operazione diventa un problema, quando invece dovrebbe essere una risorsa. Noi insistiamo dicendo che una risorsa lo è, ma i cittadini si stanno ribellando e non lo vedono più così. E chi gestisce queste cose deve fermarsi a riflettere. Vedi, Amandola sta sul versante est, Castelluccio su quello ovest, ho letto molti articoli, anche i vostri di Cronache Fermane, e so che le persone pur non essendosi sentite hanno la stessa sensazione, gli stessi sentimenti. Come mai? Non credo sia un caso. Qui bisogna prendere atto di questo, non si può pensare che la gente sbagli sempre e che voglia distruggere il parco. A questi cittadini che hanno mantenuto in piedi queste bellezze naturali, ben prima che fosse istituito il Parco, beh, dare loro il titolo di devastatori mi sembra assurdo. Mi sorprende che non ci si fermi a riflettere, istituzioni, Parco, anche gli stessi ambientalisti, per capire cosa stia succedendo e per cercare soluzioni.”


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