Francesca Sparvoli:“In America le donne hanno le palle…pure troppo”

Da Fermo a New York. Correva l'anno 2012. Per la rubrica "Donna" l'intervista di Claudia Mazzaferro a Francesca Sparvoli meglio conosciuta come la "Truffle Lady di New York".

 

di Claudia Mazzaferro

A New York la chiamano Truffle Lady. Lascia Fermo per il sogno americano. Francesca Sparvoli, insieme al compagno Marco, vive a NY dal 2012 e importa tartufi. La concorrenza è spietata, la città ti inghiotte nel rumore, c’è giusto il tempo di dormire. Eppure, negli Stati Uniti è ancora possibile pensare al proprio futuro senza sentirsi costantemente precari. 

 

Il momento esatto in cui hai deciso di partire.

Abbiamo deciso di trasferirci nell’agosto del 2012. New York era il punto di partenza più logico sia per l’internazionalità della sua cucina sia perché la conoscevamo già molto bene. Prima di partire abbiamo sviluppato una rete di contatti, il concept e la linea da proporre al mercato americano. Abbiamo studiato il mercato ed elaborato i prodotti per più di un anno con diverse brevi visite negli Stati Uniti per aprire la società e parlare con avvocati, brokers e commercialisti.

 

E così il sogno sei andata a prendertelo a NY. E’ cambiata dal tuo arrivo?

Secondo me è molto diversa. O forse è una sensazione, una constatazione dovuta alla maggiore conoscenza della città. In generale dal 2012 ad oggi mi sembra più trascurata, una metropolitana più inefficiente, strade disastrate e con un tasso di senza tetto mai visto prima. Per noi che siamo sempre in strada e prendiamo la metropolitana tutti i giorni balza davvero all’occhio.

 

Appunto. Sempre in strada, borsa a tracolla e clienti da visitare. Raccontaci la giornata tipo di una Truffle Lady.

Lunghissima…Sveglia presto (se non di notte per parlare con i fornitori in Italia o in Francia per comunicazioni urgenti prima delle spedizioni che partono solitamente quando è mattina da voi). Breve briefing a colazione poi via in metro verso la nostra warehouse di Manhattan dove abbiamo i tartufi freschi ed alcuni pallet di conservati. Il resto dello stock è gestito dalla nostra logistica in New Jersey. Tutte le mattine effettuiamo il controllo qualità sul prodotto (essendo un prodotto di natura altamente deperibile richiede una particolare cura e selezione prima di ogni consegna). Secondo il programma del giorno ci dividiamo tipo di tartufo, taglia e pezzatura sulla base delle esigenze dei diversi clienti. Abbiamo borse termiche che tengono sempre a temperatura i tartufi per evitare il più possibile che abbiano sbalzi termici. Ovviamente ci dividiamo in modo da effettuare più consegne possibili nel minore arco di tempo. Non abbiamo un orario stabilito di chiusura. Dipendentemente dalle stagioni, possiamo tornare alle 20 come non prima delle 22 durante il bianco. Siamo praticamente sempre “on call” neanche stessimo trasportando organi per trapianti urgenti. Le giornate peggiori sono quando arrivano tutte le spedizioni di fresco dall’Europa e dobbiamo gestire sdoganamento, trasporto, controllo generale ed evasioni degli ordini in tempo per tutto.

 

E il resto di una vita normale?

In pratica resta poco tempo per il resto. Per una vita normale. Tantissime volte abbiamo dovuto annullare cene con amici, cinema o anche solo una lezione di yoga. Marco da questo punto di vista è molto bravo perché dedica la mattina molto presto all’esercizio fisico così da poter essere sicuro di ritagliare del tempo per il suo benessere. Io sono molto più pigra e ne faccio le spese le poche volte che vado a correre sul lungo Hudson, dove mamme con passeggino e bambino a bordo mi sorpassano con leggerezza disarmante.

 

Hai conosciuto altre Truffle Ladies o sei un unicum?

Un cliente una volta ha detto “There are many ladies with truffles but only one Truffle Lady”. Scherzi a parte ci sono una marea di “Truffle ladies”. Le donne in questo settore erano qui prima di noi e ne sono sbucate da tutte le parti specie dopo la nostra apparizione su Bloomberg TV. La concorrenza su New York è altissima. Ci saranno almeno 10 società specializzate sul tartufo ed altrettanti distributori che hanno anche tartufo. Per questo è incredibile la battaglia sul prezzo che si fa per mantenere fedeli i propri clienti. Tutto questo a discapito di un margine che si assottiglia sempre di più. Quando sento in Italia i prezzi a cui la gente pensa si vendano qui i tartufi mi faccio delle grasse risate. Tantissime volte commercianti arroganti ci hanno contattato gonfiando prezzi di mercato italiani solo perché “noi siamo in Ammmerica”. Un concetto ridicolo che rispecchia la miopia (ed ingordigia) di alcuni imprenditori italiani che pensano al cliente straniero solo come una mucca da mungere.

 

Tre aspetti della tua “american life” che non ti piacciono e tre a cui non rinunceresti mai.

Il rumore. C’è rumore continuo. Lavori in corso, sirene, tante sirene, clacson, gente che urla, gente che non vuole usare gli auricolari in metro mentre ascolta la musica, gente che suona la musica a tutto volume sui binari della metro, i freni che stridono della metro, la metro che suona il clacson fortissimo per avvisare i passeggeri ai bordi dei binari distratti dai loro cellulari, le urla dei senza tetto ubriachi la notte sotto casa, le urla dei lavoratori del cantiere di fronte casa la mattina presto. Il costo eccessivo di tutto. Il costo della sanità, il costo degli affitti, il costo degli alimenti sani (l’alimentazione malsana purtroppo è molto più economica di quella che non ti blocca le arterie), il costo dello stracchino e della piadina da Eataly. Questa estate il primo giorno che sono arrivata a Fermo sono andata a fare colazione con mamma. Alla cassa quando mi hanno dato il conto ho avuto un attimo di commozione. Volevo abbracciare Sandro e non perché era tanto che non lo vedevo. Questa non so se puoi scriverla (l’ho scritta) ma tant’è: la mancanza del bidet. Abbiamo avuto addirittura un dibattito a cena con amici americani. Osano prenderci in giro quando la ritengo una norma igienica di base! E c’è una cosa che odio. Odio che sia legale acquistare mitragliatrici come AR-15 utilizzate in tutti i recenti mass-shooting incluso quest’ultimo della Florida. Posso capire il concetto sancito nel secondo emendamento e radicato nella cultura americana di libertà di autodifesa, non capisco però cosa c’entri l’autodifesa con un’arma semi-automatica come AR-15. Odio l’ipocrisia di tutti i Presidenti che hanno pregato per le vittime ma che non hanno pensato a regolamentare l’acquisto con background check ferrei e l’abolizione di armi terroristiche. Ed includo in questo maggiormente il nobel per la pace Obama che doveva avere questa come priorità in agenda. Odio anche l’ipocrisia dei social media che prontamente cancellano post di donne semi nude ma lasciano propagande belliche di disadattati mentali senza segnalarli alle autorità. Non saprei più rinunciare ai servizi di una metropoli come questa. Il lusso di non avere la macchina perché con i trasporti pubblici arrivi davvero dappertutto. Il lusso di fare la spesa a qualsiasi ora del giorno e della notte. Il lusso di avere qualsiasi cosa anche solo 1 ora dopo l’acquisto online. Il lusso di avere una serie infinita di eventi, spettacoli, concerti, mostre, da non sapere dove cominciare.

 

La meraviglia del tuo lavoro è?

Conoscere culture diverse e visitare ristoranti unici che da soli fanno il fatturato annuo della Scavolini. Essere chiamati al cellulare da Joe Montana o Linda Evangelista per una consegna vip. Ecco questa è parte della meraviglia. L’altra meraviglia è guadagnare abbastanza da poter aiutare la famiglia nel caso abbia bisogno e poter essere tranquilli. Un lusso che negli ultimi anni in Italia non avevamo più.

 

 

American or Italian Beauty?

In questo sono di parte però. Tutta la vita Italian. Abbiamo una classe innata. Riconoscerei un’italiana tra mille. 

 

Le donne americane hanno la tua stessa grinta e tenacia…o, a parte qualche sporadico caso, sono tutte fashion e influencer?

Vorrei avere io un decimo della loro tenacia. Sono mamme, sono imprenditrici, sono atlete, sono indipendenti, sono forti e brillanti. Almeno quelle che ho conosciuto. Anche in TV vedo giornaliste bellissime e preparatissime che distruggerebbero a parole qualsiasi maschilista qualunquista italiano le volesse rilegare al ruolo di bambolina bionda da copertina. Qui le donne hanno le palle. Pure troppo.

 

Se domani dovessi fare la valigia cosa metteresti dentro per prima cosa?

Marco. Dopo 20 anni lui è la mia casa. La valigia si fa solo se c’è anche lui. Per il resto metterei l’efficienza nel lavoro che hanno gli americani. La loro produttività e dedizione. Dovremmo prendere appunti in Italia specie se vogliamo migliorare l’esportazione

 

11 – Da cosa sei scappata e cosa ti manca?

Scappata dalla mancanza di un futuro roseo. Lavoravo precariamente tra un free lance e l’altro senza poter mettere da parte nulla né avere la speranza di carriera futura. Potevamo decidere di investire in Italia ma la burocrazia e tassazione eccessiva bloccano chiunque volesse incominciare da zero. In questo la politica di Trump di ridurre del 50% le regolazioni burocratiche e tagliare di netto la tassazione alle corporation sta risultando davvero vincente. Con uno stock market che ha aggiunto due trilioni all’economia americana ed una redistribuzione dei bonus ai dipendenti dovuta ai tagli delle tasse. Mi manca casa. Mi mancano le mie amiche. Soffro per non veder crescere mia nipote. Soffro al pensiero che qualcuno possa stare male e io non sia lì. Mi dispiace non poter essere vicina a chi voglio bene nei momenti tristi ed in quelli felici. Mi manca il silenzio. Il cinguettio degli uccelli. Il non rumore. Quello mi manca.

 

 

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