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“Casa delle donne di Kobane”,
incontro pubblico con Carla Centioni

PORTO SAN GIORGIO - L'incontro, organizzata da Ponte Donna Roma, il centro sociale autogestito Officina Trenino 211 con il patrocinio dell'assessorato alla Cultura e Pari Opportunità, si terrà sabato alle 17,30 alla Società operaia

“Sabato prossimo dalle ore 17,30, presso la sala Max Salvadori della Società Operaia (via Francesco Gentili, 14) di Porto San Giorgio – fanno sapere dall’Officina Trenino 211 – si terrà un incontro con Carla Centioni dell’associazione Ponte Donna Roma, per la presentazione del progetto “Casa delle donne di Kobane” e per un approfondimento dell’esperienza democratica delle donne della regione del Rojava, nel Kurdistan Siriano.

“Gli organizzatori della giornata, Ponte Donna Roma, il centro sociale autogestito Officina Trenino 211 con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura e Pari Opportunità, spiegheranno – fanno sapere gli organizzatori stessi – il progetto di ricostruzione di uno spazio fondamentale per le donne di Kobane, tra i primi edifici a essere distrutti durante l’invasione dei fascisti dell’Isis.

Se la città di Kobane fosse stata distrutta da un terremoto o da una inondazione o da qualche altra catastrofe naturale potremmo concordare che la ricostruzione di un luogo di aggregazione e di libertà non sia una priorità; ma Kobane è stata al centro di una durissima offensiva militare, per molto tempo isolata e ignorata dal resto del mondo.

Le donne di quella città che hanno partecipato ai combattimenti a fianco degli uomini, per la difesa e la liberazione dall’invasore Daesh, hanno perso molto, compreso il loro spazio di crescità, condivisione e costruzione di identità plurietnica e cultuale, plurireligiosa e linguistica.

ll progetto, nello specifico arrivato ormai a conclusione, ha previsto la costruzione di un edificio su tre piani da 1500 metri quadrati, che rientra nei criteri ecoambientali previsti dalla prima conferenza “Reconstructing Kobane” tenutasi a Dyarbakir nel maggio dello scorso anno, dove si è discusso delle proposte relative alla ricostruzione della città. La Casa delle Donne ha seguito i principi del Rojava e della sua Carta Sociale, includendo lo sviluppo di pratiche democratiche, ecologiche e di parità di genere nel processo di costruzione. La ricostruzione è stata finanziata, in larga parte, dai fondi dell’8 per mille dalla chiesa Valdese”.


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