di Giorgio Fedeli
Tracce di sangue, impronte digitali, saliva, peli o capelli. E poi una lunga sfilza di nomi chimici accessibili solo a chi mastica la materia, dal cianoacrilato alla ninidrina, ma anche termini tecnici che mescolano le indagini alla fiction in salsa a stelle e strisce. Esempi? Combur-test, Crime scope, il “famoso” Luminol, Blood test, Hexagon. Di quelli che servono per capire se si tratti o meno di sangue, e se sì, se umano. Fino al riscontro con i data-base e ai prelievi di campioni per indagini incrociate. Insomma una scena del crimine, in tutto e per tutto, passata al microscopio dai carabinieri. Ma per fortuna è una simulazione. Questa mattina, infatti, due terze classi, A e B, dell’Iti Montani hanno preso parte a una lezione per così dire “sui generis”. Gli studenti, accompagnati dalle loro insegnanti, sono stati accolti nelle sale della compagnia dei carabinieri di Fermo, guidata dal capitano Roland Peluso, per gettarsi in una full immersion di chimica forense con i carabinieri del Roninv, ossia il reparto operativo del nucleo investigativo dell’Arma, proveniente da Ascoli Piceno. Due ore circa di chimica forense rientranti nel progetto alternanza scuola-lavoro.
Dettagli chimici, fino ad arrivare al prelievo del Dna, ma anche tutti i retroscena e le doverose accortezze di un lavoro delicatissimo e decisivo per arrivare alla verità, e ai colpevoli, nei casi più cruenti e violenti. I ragazzi sono stati catapultati in una scena del crimine, dai rilievi, ai reperti fino ai prelievi. Impronte digitali, quelle monodelta, bidelta o adelta, insomma impronte dattiloscopiche, ma anche quelle di sangue, di saliva, di sperma, di sudore, tracce di ogni tipo, dall’inquinamento della scena per poi passare all’utilizzo di prodotti chimici e di apparecchiature all’avanguardia. E poi i suggerimenti per chi, dopo questa mattina, si sia innamorato dell’operatività investigativa dei carabinieri. E magari deciderà di mescolare le conoscenze scolastiche della chimica all’arruolamento nell’Arma. Suggerimenti, raccomandazioni. E tutto quello di scenografico, che ai ragazzi, e non solo, in veste telespettatori viene propinato dalle fiction stile Csi. Non solo racconti di esperiente dirette e operazioni e indagini in Italia. Il Roninv, infatti, viene chiamato a operare anche all’estero. E qui sono venuti a galla interventi su kamikaze in Afghanistan o strette e costanti collaborazioni con l’Interpol. E dall’internazionale si torna al locale, con il loro ultimo “lavoro” nell’appartamento dell’anziana aggredita a Porto Sant’Elpidio da un rapinatore.
Con la passione e la voglia di andare avanti, sempre, di cercare di arrivare alla verità, di farsi raccontare da chi non c’è più, quello che è successo. Perché non esiste il delitto perfetto, non esiste un delitto perfetto, qualsiasi cosa lascia delle tracce. E’ continuità laterale.
I ragazzi alle prese con le impronte digitali
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