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Vongole nascoste nel portabagagli,
la Guardia Costiera
ne sequestra tre quintali

PORTO SAN GIORGIO - Gli uomini della Guardia costiera hanno constatato la presenza, a bordo di alcune autovetture, di ingenti quantitativi di vongole trasportate nel vano portabagagli, prive di qualsiasi documentazione utile a certificarne la tracciabilità
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Prosegue l’attività di contrasto alla pesca illegale svolta dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Porto San Giorgio per la tutela delle risorse ittiche e della salute dei consumatori: nella notte fra il 20 ed il 21 febbraio, i militari della Guardia Costiera sangiorgese hanno sequestrato oltre tre quintali di vongole, pescate e detenute in contrasto con le norme comunitarie e nazionali di settore.

In particolare, nel corso di alcuni controlli effettuati via terra sulla banchine del porto turistico di Porto San Giorgio, gli uomini della Guardia costiera hanno constatato la presenza, a bordo di alcune autovetture, di ingenti quantitativi di vongole – circa 310 chilogrammi – trasportate nel vano portabagagli, prive di qualsiasi documentazione utile a certificarne la tracciabilità, aspetto essenziale per fornire al consumatore la certezza della provenienza e garantire la salubrità del prodotto ittico.

Le verifiche successive effettuate a bordo dei pescherecci da cui provenivano i molluschi hanno consentito inoltre di accertare che il prodotto rinvenuto era stato pescato in quantità eccedenti rispetto a quelle massime consentite dalla legge – ricordiamo che il limite è di 400 chilogrammi per battuta di pesca – oltre a non essere stato dichiarato all’interno della documentazione ufficiale presente a bordo.

Ai trasgressori sono state comminate sanzioni amministrative per un importo complessivo di 19.000 mila euro, mentre il pescato è stato posto sotto sequestro; tra le principali infrazioni contestate si evidenziano la violazione degli obblighi previsti dalle norme comunitarie ed italiane in materia di dichiarazione dei dati sulle catture e gli sbarchi, il superamento della quantità di cattura giornaliera consentita dalla legge e la mancanza della documentazione attestante la tracciabilità del prodotto ittico. Inoltre ad entrambi i comandanti delle unità da pesca sono stati assegnati 3 punti sul titolo professionale e 3 su ciascuna delle licenze di pesca.

Per il prodotto sequestrato – risultato ancora “vivo e vitale” – è stato disposto ed eseguito il rigetto in mare all’interno delle acque del circondario ai fini del ripopolamento.

“Una simile condotta, oltre ad essere palesemente in contrasto alle normative vigenti, provoca un grave danno alla risorsa ittica, potenzialmente a rischio, il cui sfruttamento è tutelato dalla comunità europea attraverso l’obbligo, da parte dell’Italia, di adottare un piano nazionale di gestione degli stock della vongola che disciplini le misure riguardanti la riduzione dello sforzo di pesca e le azioni di controllo in materia di pesca dei molluschi bivalvi. È importante sottolineare che i controlli lungo l’intera filiera della pesca, dall’attività in mare allo sbarco e alla prima vendita a terra, servono anche per contrastare le forme di concorrenza sleale, nell’interesse degli operatori del settore che lavorano nel rispetto delle norme.”


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