I rappresentanti degli avvocati degli Ordini marchigiani
I rappresentati degli Ordini degli avvocati di tutte le Marche uniti per rivendicare i valori connessi alla professione forense e dire “no” ad alcuni punti della riforma sulla giustizia. Tra i punti maggiormente criticati, lo stravolgimento in campo fallimentare che – se le modiche apportate dal ministro Orlando diventeranno esecutive – faranno accentrare i procedimenti in un solo tribunale, appesantendo i lavori delle cancellerie e aumentando i tempi della giustizia. Sarebbe Ancona, sede distrettuale delle Marche, l’assegnataria della maggior parte delle cause fallimentari. Per gli avvocati, le conseguenze negative dell’accentramento saranno una moltitudine. Delle criticità legate alla riforma si è parlato quest’oggi nell’ambito della “Giornata della dignità e dell’orgoglio dell’Avvocatura e della salvaguardia delle tutele: parliamone prima”, una manifestazione indetta dall’Organismo Congressuale Forense. I temi trattati, dall’equo compenso fino alla salvaguardia della professione forense, sono stati argomentati dai rappresentanti di tutti gli Ordini degli avvocati delle Marche a cui hanno partecipato: Serenella Bachiocco, presidente dell’Ordine degli avvocati di Ancona, Francesca Palma, presidente dell’Ordine degli avvocati di Fermo e dell’Unione delle Curie Marchigiane, Carlo Strinati, vice presidente dell’Ordine degli avvocati di Macerata, Tommaso Pietropaolo, presidente dell’Ordine degli avvocati di Ascoli Piceno, Giuseppe Recupero, presidente dell’Ordine degli avvocati di Urbino e Massimo Stolfa, segretario dell’ordine degli avvocati di Pesaro.
L’avvocato Bachiocco
“L’obiettivo è manifestare le richieste del mondo dell’avvocatura e chiedere che si adotti stabilmente un modus operandi che instauri un confronto preventivo di ascolto tra politica e chi rappresenta la professione forense” – ha detto l’avvocato Bachiocco. “Si è scelto di chiamarla “La giornata della dignità dell’orgoglio dell’Avvocatura” perché riteniamo che la nostra categoria meriti di essere valorizzata e chiediamo di rimettere il tema della giustizia in cima all’agenda politica. Le riforme in atto non tengono conto dei diritti dei cittadini e di ciò che c’è all’interno del tribunale”. Per i legali, esistono criticità sia nel sistema civile che nel sistema penale che vanno affrontate e superate nell’interesse dei cittadini e del funzionamento stesso della macchina della giustizia. Sul tavolo numerosi temi, dalla prescrizione, che per gli avvocati significa non tenere sotto accusa una persona per un periodo sempre più lungo, “all’accesso stesso alla giustizia che rischia di essere ad appannaggio solo dei più facoltosi” – ha puntualizzato l’avvocato Recupero, “alla riforma della legge fallimentare che desertificherà i tribunali locali concentrando tutto ad Ancona – ha detto l’avvocato Pietropaolo – per garantire una specializzazione dei magistrati addetti che in realtà già hanno”. L’accentramento non è garanzia di efficienza – hanno ricordato gli avvocati – e le inefficienze derivano dalle carenze della pianta organica, problema che invece non viene preso seriamente in considerazione. Preoccupa anche il valore della pena detentiva che sempre meno assume il carattere rieducativo e riabilitativo. “Siamo disorientati” – ha concluso la Bachiocco – “perché, se è vero che l’avvocato è il vigilante di tutte le fasi del processo, è incomprensibile che gli avvocati non vengano consultati prima di varare riforme che riguardano la giustizia la quale, per definizione, è dare a ciascuno ciò che gli spetta di diritto”.
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