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“Neve, calamità per i bilanci
dei trasportatori”, Tomassini (Cna) chiede gli indennizzi

FERMANO - Il presidente della Fita Cna: “Vengano riconosciuti indennizzi per un fermo obbligato e non necessario. Chi è sul camion, titolare o dipendente che sia, è un lavoratore che ha diritto a non subire disagi e patimenti”
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Emiliano Tomassini (Fita Cna)

“Capire se e cosa sia stato fatto per arginare al massimo i disagi: ritengo sia operazione necessaria che va compiuta allargando il “tavolo” di un confronto tra gli attori e le categorie interessate. In questo frangente chiedere che siano rimborsati tutti i pedaggi di questi giorni è il minimo. Bisogna riconoscere alle imprese indennizzi adeguati per un fermo obbligato, e non necessario, perché la “calamità”, più che meteorologica, è stata una calamità per i bilanci delle imprese”.

A sostenerlo è Emiliano Tomassini, portavoce di Cna Fita Fermo, il settore trasporti dell’associazione di categoria, a proposito delle condizioni meteo dei giorni scorsi e dei disagi alla circolazione. “La catena di comando e delle responsabilità sull’emanazione – aggiungono dall’associazione di categoria – dei divieti al traffico cosiddetto pesante pone limiti precisi a chi decide e agisce in conseguenza di segnalazioni che, per quanto criticamente possano essere assunte, di fatto “impongono” la chiusura come dato già deciso.
Secondo la Cna Fita di Fermo analizzare i giorni di paralisi e informazioni a singhiozzo sarà utile per capire quale sia l’effettivo piano neve sulle autostrade italiane, quali obblighi hanno i gestori della concessione autostradale e quanto dei pedaggi viene destinato alla sicurezza ed alle emergenze, al fine di non bloccare l’Italia e le imprese, sia quelle che trasportano merci sia quelle utilizzano il trasporto stesso per la propria attività”.

“Pochi centimetri di neve, in qualche parte anche qualcuno di più – dice Tomassini – non sono un ostacolo per autisti professionisti, come non rappresentano un impedimento per autocarri obbligatoriamente attrezzati di dotazioni invernali. A fronte dell’eccezionalità tutti sono disponibili all’emergenza ma se una nevicata ordinaria come le basse temperature sono un’eccezione di inverno, allora dobbiamo riscrivere storia e geografia di quello che abbiamo studiato sui banchi di scuola. Evidentemente sussiste un problema strutturale e organizzativo: altrimenti non si spiega come mai più a nord dell’Italia il traffico non si blocca per tutto un inverno. Se si ricorre ai blocchi stradali sistematicamente, chi gestisce la rete autostradale deve provvedere con spazi di sosta adeguati e servizi conseguenti, perché anche chi è sul camion, titolare o dipendente che sia, è un lavoratore che ha diritto a non subire disagi e patimenti. Come pure occorre – chiude Emiliano Tomassini – che siano ridotti i pedaggi autostradali (quali costi coprono?), visto che mezzi spazzaneve e di soccorso sono sempre inadeguati di fronte alle minime necessità”.


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