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“L’8 marzo non deve finire mai”:
festa della Cgil
con sorpresa di Lucio Matricardi

FERMO - Giovedì al Teatro Nuovo di Capodarco, a partire dalle ore 18, l'iniziativa intitolata “Donne, Lavoro, Uguaglianza e Libertà” con la partecipazione della segretaria generale Cgil Marche Daniela Barbaresi

L’8 marzo è la Festa della donna. Una giornata che è una tappa importante di una mobilitazione che per il Coordinamento Donne Cgil Fermo non dovrà mai interrompersi. Da qui nasce l’iniziativa che si terrà giovedì al Teatro Nuovo di Capodarco, a partire dalle ore 18, intitolata “Donne, Lavoro, Uguaglianza e Libertà” con la partecipazione della segretaria generale Cgil Marche Daniela Barbaresi. In programma anche il concerto di Lucio Matricardi e la presentazione in anteprima del progetto “La manna dal cielo”. Al termine festa con aperitivo.

“Continuiamo a pensare che ogni avanzamento nella battaglia per l’affermazione della parità di genere sia un passo in avanti per l’emancipazione dell’intera società italiana – commenta Barbara Micheleic del Coordinamento -. Parliamo di battaglia perché, nonostante la continua mobilitazione di questi ultimi decenni, viviamo ancora in un contesto che penalizza la donna nel lavoro e nella società. E ciò accade in termini di occupazione, di reddito, nelle carriere, nella gestione della maternità ove non si riesce a conciliare tempi di vita e di lavoro, sulla flessibilità, nel mancato riconoscimento del lavoro di cura. Inoltre, abbiamo a che fare col fenomeno delle discriminazioni, delle molestie condite da ricatti, del crimine chiamato femminicidio, l’unico reato non in calo.

La strada verso la parità nei diritti e la piena emancipazione della donna è ancora lunga.

Anche nelle Marche i numeri parlano chiaro: 7.100 sono gli euro di differenza nelle retribuzioni lorde annue tra donne e uomini nel 2016 nelle Marche; 801 sono le lavoratrici dipendenti che nel 2016 hanno lasciato il lavoro alla nascita di un figlio, andando a convalidare le dimissioni alla DTL; 36.000 sono le donne in cerca di occupazione nel 2015 nelle Marche, il doppio rispetto a 10 anni fa.

Numeri che dicono chiaramente che è necessaria un’azione congiunta in ambito legislativo, politico, economico, contrattuale e sopratutto culturale, nella consapevolezza che non ci sarà vero sviluppo senza parità e pieno riconoscimento del valore delle donne.

Tutto questo a partire dal linguaggio perché la parola è condizione di realizzazione dell’idea, in quanto le dà forma linguistica, quindi la parola del valore definisce il pensiero e l’azione del valore femminile. Mentre oggi troppo spesso dietro la parola si consumano disparità, discriminazione e anche violenza.

Quella violenza che purtroppo arriva fino all’estremo, fino a spezzare la vita come è accaduto a Pamela e ad Azka e a tante altre a cui va il nostro pensiero che deve essere impegno all’azione”.


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